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l'intervento

Di Pietro difende la separazione delle carriere: "Critiche ipocrite"

Redazione

L'ex pm del pool di Mani pulite: "Non c'è dubbio che debba esserci un giudice terzo. Il sorteggio meglio del voto di scambio e del correntismo. Ben venga l'Alta corte disciplinare"

"Vedo tanta ipocrisia in chi critica questa riforma". A dirlo, intervistato dal Corriere della Sera, è l'ex pubblico ministero Antonio Di Pietro. Che difende la norma approvata dal governo in Consiglio dei ministri, "una riforma della magistratura, non della giustizia", dice il componente del pool di Mani pulite alla Procura di Milano. "Una volta imboccata la strada del sistema accusatorio con il nuovo codice di procedura penale non c’è dubbio che debba esserci un giudice terzo che non ha nulla a che spartire né con il pm né con i difensori. È previsto dell’articolo 111 della Costituzione e bisogna rispettarlo senza lagnarsi in continuazione", argomenta Di Pietro. Che già nel recente passato si era espresso a favore della separazione delle carriere

A proposito del sorteggio, che disciplinerà (in parte) l'elezione al Consiglio superiore della magistratura, Di Pietro dice: "Meglio il sorteggio che il voto di scambio! L’idea stessa che vi siano delle 'correnti' nella magistratura fa a cazzotti con l’immagine di terzietà e indipendenza che la Costituzione ha assegnato ai magistrati". Mentre a proposito dell'Alta corte disciplinare, che sostituirà il lavoro per ora portato avanti dal Csm nel sanzionare i magistrati, l'ex pm aggiunge: "Mi sembra il minimo sindacale. Ben venga". A proposito dei procedimenti disciplinari applicati in questi anni, ad avvalorare lo spostamento delle competenze ad un'apposita corte ci sarebbe il basso numero di sanzioni erogate negli ultimi anni. Solo 15 nel 2023, ha calcolato Il Sole 24 ore, a fronte di circa 90 istruttorie aperte. Un numero di procedimenti applicati che ha raggiunto un minimo storico (nel 2022, per dire, erano stati 38 i magistrati sanzionati).