editoriali

Perché Toti fa più che bene a non dimettersi

Redazione

La procura si aspettava che, una volta inquisito e arrestato, il governatore della Liguria si dimettesse, come hanno fatto altri prima di lui, per poi finire assolti ma con la carriera politica distrutta. Per questo la decisione di Toti di resistere, resistere, resistere, è particolarmente apprezzabile

Giovanni Toti ha deciso di combattere, sia sul piano politico che su quello giudiziario, per uscire vincente da una vicenda, ha detto, “destinata a fissare nuovi paletti tra politica e magistratura”. Toti è agli arresti domiciliari in base a una decisione assai discutibile, basata sul rischio di reiterazione del reato, e intende dimostrare che questa decisione è infondata e ingiusta. Ha rendicontato i finanziamenti ricevuti, non ha nascosto nulla perché pensa di non avere nulla da nascondere. La procura si aspettava che, una volta inquisito e arrestato, si dimettesse, come hanno fatto altri prima di lui, per poi finire assolti ma con la carriera politica distrutta. E’ proprio su questo che la decisione di Toti di resistere, resistere, resistere, è particolarmente apprezzabile.

 

La magistratura può e deve indagare su reati, non dettare l’agenda politica a istituzioni democratiche: la decadenza dalle funzioni pubbliche può essere la conseguenza di una condanna, non un atto preliminare allo svolgimento di un’inchiesta, persino prima del rinvio a giudizio. Il programma della Liguria, votato dai cittadini, non può essere bloccato o capovolto da un’inchiesta tutta da verificare, per questo è sacrosanto rivendicarne la puntuale attuazione, anche in assenza forzata del presidente. Spetta al consiglio regionale discutere delle mozioni di sfiducia delle opposizioni, non alla magistratura decidere chi ha il diritto di governare la regione.

 

Sono questi i “paletti” che vanno fissati, in osservanza peraltro delle regole democratiche, il che dovrebbe inaugurare una nuova fase in cui la politica rivendica orgogliosamente il suo ruolo e il valore del mandato popolare ricevuto, senza cedere alle spinte dei manettari. Il processo si discuterà in tribunale, la linea politica nelle istituzioni elettive, senza che un campo si allarghi fino a invadere l’altro. Non è facile condurre questa battaglia nelle condizioni in cui Toti è costretto, e questo rende più ammirevole la sua tenacia, che solo una visione di parte può scambiare per caparbietà.

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