Foto Ansa  

L'inchiesta

Venezia, arrestato l'assessore Boraso per corruzione. Indagato anche Brugnaro

Redazione

Inchiesta della procura di Venezia: 18 indagati tra amministratori, funzionari pubblici e imprenditori. I pm hanno rilevato "gravi indizi di responsabilità" da parte dell'assessore di centrodestra. Per il sindaco Brugnaro avviso di garanzia "a sua tutela"

Da questa mattina Venezia è al centro di una maxi-operazione della Guardia di Finanza: perquisizioni nella sede del Comune a Ca’ Farsetti, 18 indagati tra amministratori, funzionari pubblici e imprenditori, di cui sette agli arresti domiciliari e due sotto custodia cautelare in carcere. Tra quest’ultimi figura Renato Boraso, assessore alla Mobilità della giunta Brugnaro. Sono stati effettuati sequestri preventivi per due milioni di euro: l’ipotesi degli inquirenti è di reati ai danni della pubblica amministrazione, tra cui corruzione.

“Emergono gravi indizi di responsabilità”, ha spiegato il procuratore Bruno Cherchi, dal tribunale di Venezia. “Il centro delle indagini riguarda l’assessore comunale Boraso, cui si contesta l’emissione di fatture per operazioni inesistenti coperte da finte attività di consulenza. La gravità e l’attualità dei fatti è perdurata anche nel 2024, nonostante Boraso fosse stato avvertito. Inoltre abbiamo consegnato un avviso di garanzia al sindaco di Brugnaro. Tengo a sottolineare: a sua tutela, visto che stiamo indagando su proprietà di sua competenza anche se coperte da blind trust”.

L’inchiesta riguarda un’ampia rete di partecipate pubbliche lagunari: tra gli indagati figurano anche Giovanni Seno (direttore generale dell’Actv, l’azienda di trasporto pubblico veneziano), Fabio Cacco (responsabile del settore appalti del Comune), Alessandro Carta Rossi (direttore del Casinò di Venezia), Matteo Agnetti (segretario organizzativo della Fondazione Musei Civici di Venezia). Più Luis Lotti: manager italiano di Ching Chiat Kwong, il magnate di Singapore che nel 2018 acquistò dal Comune Palazzo Poerio Papadopoli. Si tratta di uno sfarzoso edificio cinquecentesco a un ponte da Piazzale Roma e oggi si ritrova al centro dell’indagine.

Stando agli inquirenti, Boraso sarebbe il profilo chiave di questa rete sul territorio, “intervenendo sui funzionari pubblici del Comune che non si opponevano alle sue richieste”. L’assessore, 56 anni, conta una lunga militanza politica nel centrodestra tra Lega, Forza Italia e infine Lista civica Brugnaro. Dal 1997 siede in Consiglio comunale, di cui è stato presidente dal 2005 al 2010 quand’era all’opposizione durante l’ultima giunta di Massimo Cacciari. Poi l’ascesa insieme all’attuale sindaco: è assessore in entrambi i mandati di Brugnaro, oggi con deleghe a Mobilità, Viabilità, Infrastrutture stradali, Piano del traffico, Rapporti con le municipalità e l’agricoltura. È nativo di Favaro Veneto, una frazione di Mestre divenuta negli anni roccaforte di consenso per Brugnaro. Anche grazie al lavoro di Boraso: 1034 preferenze nel 2020, il secondo più votato fra tutti i candidati fucsia.

Di più su questi argomenti: