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editoriali

Il giudice costituzionale mancante e l'invito di Mattarella

Redazione

"Invito con garbo, ma con determinazione, a eleggere subito questo giudice”. Il monito del capo dello stato sulla Consulta e l’ordinario ritardo del Parlamento

Il presidente della Repubblica ha invitato le Camere a eleggere il giudice mancante della Corte costituzionale: “Si tratta di un vulnus alla Costituzione compiuto dal Parlamento, proprio l’istituzione che la Costituzione considera al centro della vita della nostra democrazia – ha detto Sergio Mattarella –. Invito con garbo, ma con determinazione, a eleggere subito questo giudice” ha concluso il capo dello stato, ricordando che si tratta della scelta “di una singola persona meritevole” e non di chi “fa parte di un gruppo”. L’esortazione del presidente della Repubblica, che ne segue una analoga del presidente della Consulta Augusto Barbera, è certamente doverosa ma non inusuale.

Già nel 2015 fece un invito analogo, quando i giudici mancanti erano tre. E, prima di lui, solo per stare ai tempi più recenti, un analogo appello lo fece il predecessore Giorgio Napolitano. È una situazione di stallo che si verifica spesso, quasi sempre. Il caso più eclatante fu l’assenza di ben tre giudici costituzionali nel 2015, che, anche per le precarie condizioni di salute di un altro membro, rischiava di paralizzare la Corte. I tempi si allungano soprattutto quando manca un solo giudice, come nel caso della scelta del successore di Giuseppe Frigo che richiese quasi due anni. Questa difficoltà, quasi fisiologica, dipende proprio dal meccanismo previsto dalla Costituzione che, per i membri di nomina parlamentare, prevede una maggioranza qualificata (di due terzi e poi di tre quinti). Il quorum è un  presidio di garanzia che costringere maggioranza e opposizione a trovare un accordo, evitando un brutale spoils system, ma naturalmente, allunga i tempi.  

In queste circostanze è evidentemente più difficile trovare un accordo quando in ballo c’è un solo posto. È molto probabile che l’impasse si sbloccherà a dicembre, quando scadrà il mandato di altri tre giudici (Barbera, Modugno e Prosperetti). Ma allora il Parlamento dovrà essere rapido e responsabile, perché la Consulta scenderà a 11 membri, che è la soglia minima per poter prendere decisioni.

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