editoriali

Toti libero, ricatto compiuto

Redazione

Dopo le dimissioni, il gip ha revocato gli arresti domiciliari (durati 86 giorni) nei confronti dell'ex governatore ligure. L'ultima conferma, se serviva, del ricatto operato dalla magistratura genovese

Dopo 86 giorni di arresti domiciliari, l'ex presidente della regione Liguria Giovanni Toti è tornato in libertà. A deciderlo è stata la gip di Genova, Paola Faggioni, che ha accolto l’istanza presentata dal difensore dell'ormai ex governatore, l’avvocato Stefano Savi. Cruciale la decisione di Toti di dimettersi, che ha fatto venire meno le esigenze cautelari. L’ultima conferma, se serviva, del ricatto operato dalla magistratura genovese: Toti doveva restare ai domiciliari perché da libero avrebbe potuto reiterare il reato e chiedere finanziamenti illeciti per il solo fatto di essere governatore.

 

Lo aveva scritto chiaro e tondo la gip in precedenza, rigettando la richiesta di revoca dei domiciliari: Toti “continua tuttora a rivestire le medesime funzioni e le cariche pubblicistiche, con conseguente possibilità che le stesse vengano nuovamente messe al servizio di interessi privati in cambio di finanziamento”. Insomma, il ricoprire la carica di governatore implica di per sé il rischio di commettere il reato di corruzione, per questo Toti doveva restare agli arresti. Logica conseguenza: Toti non poteva tornare in libertà fino a quando non si sarebbe dimesso da governatore. E’ proprio ciò che è accaduto. Sei giorni dopo le dimissioni, a Toti è stata restituita la libertà. Ricatto compiuto.

 

“Ci difenderemo da ogni accusa, con la coscienza a posto di chi non ha mai intascato un centesimo dei liguri”, ha detto Toti con un post sui social, aggiungendo: “Quello che è accaduto in questi tre mesi è un processo alla politica: ai finanziamenti, trasparenti e legali, agli atti, anch’essi legali e legittimi, che abbiamo ritenuto necessari e utili a far crescere la nostra terra. Tutto questo sarà tema di confronto in tribunale. Soprattutto spero sia oggetto di vera e definitiva riflessione della politica. Della politica tutta o, almeno, di coloro che non ritengono di usare opportunisticamente la giustizia a scopo politico”. Ora lo attende un processo con rito immediato che inizierà in autunno. 

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