In Emilia Romagna

Un altro detenuto si toglie la vita: i suicidi nelle carceri salgono a 67

Redazione

Un 37enne si è impiccato nel carcere di Parma nel giorno di Ferragosto. A Torino, sempre ieri, è esplosa una rivolta in due padiglioni del carcere

I suicidi nelle carceri nel 2024 salgono a 67. Ieri, nel giorno di Ferragosto, un detenuto tunisino di 37 anni si è tolto la vita nel carcere di Parma. Era arrivato dal carcere di Ascoli Piceno da soli tre giorni. Nell’istituto penitenziario era in corso la visita dei Radicali e del Garante nazionale. Si tratta del terzo suicidio in quel carcere dall’inizio dell’anno.
 

Secondo le prime ricostruzioni dei quotidiani locali, il detenuto si è impiccato nella sua cella, dove si trovava in isolamento, verso le ore 20.40. L’uomo stava scontando una pena definitiva di 3 anni e 8 mesi ed era stato arrestato nell’agosto del 2021 per rapina, ricettazione violazione della normativa sugli stupefacenti. Nel corso degli ultimi tre anni era stato trasferito in diversi istituti tra Marche ed Emilia Romagna per ragioni di ordine e sicurezza. Una volta scarcerato il detenuto sarebbe poi stato espulso dall’Italia per tornare in Tunisia.
 

Sempre nella giornata di ieri, è scoppiata una rivolta nel carcere di Torino. Una rissa tra una decina di detenuti nel padiglione B è degenerata in disordini all’interno dell’istituto. Al richiamo degli agenti i prigionieri si sono rifiutati di entrare dentro alle loro celle e hanno incendiato materassi e danneggiato le lampade a neon.
 

Secondo quanto è stato ricostruito, i detenuti hanno incendiato diversi materassi e gli agenti hanno dovuto cospargere dell’olio da cucina per terra per ostacolare le violenze. Ci sarebbe stato anche un tentativo di fuga: un detenuto marocchino, approfittando la confusione, si sarebbe arrampicato sul muro che delimita il carcere cercando di fuggire
 

In totale, sarebbero dieci i poliziotti penitenziari feriti in modo non grave e almeno due intossicati dai fumi degli incendi. Per sedare la rivolta è stato richiamato il personale che non era di turno e sono stati fatti confluire gli agenti da altri istituti penitenziari.

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