editoriali
Ormai Davigo querela chiunque
Archiviata l’esposto dell’ex pm contro un gup per una sentenza. Surreale
Gli ultimi anni non sono stati semplici per Piercamillo Davigo che, dopo decenni da protagonista della magistratura italiana fino a scalarne i vertici prima all’Anm e poi al Csm, pensava di uscirne in maniera più decorosa. Ma lo scandalo della diffusione dei verbali sulla fantomatica Loggia Ungheria gli ha probabilmente fatto perdere lucidità. Ormai querela chiunque e più del solito: non solo i giornalisti, ma anche i giudici. Il Dubbio ha dato notizia dell’archiviazione di una querela dell’ex pm di Mani pulite nei confronti del gup Nicolò Marino, colpevole – secondo Davigo – di averlo diffamato. Non in un’intervista, ma in una sentenza.
Si tratta delle motivazioni del proscioglimento di Marcella Contrafatto, ex segretaria di Davigo, accusata di aver calunniato l’allora procuratore di Milano Francesco Greco, sempre nell’ambito della diffusione dei verbali sulla Loggia. Nelle motivazioni, in effetti, il gup Marino scriveva che Davigo si era spinto “ben oltre i confini dei poteri conferitigli come membro togato del Csm” ed esprimeva altre censure. Non a caso, all’epoca, il Foglio pubblicò un articolo dal titolo “L’assoluzione di Contrafatto sembra la condanna di Davigo”.
Quelle motivazioni arrivavano in un momento molto delicato per l’ex pm: a gennaio 2023, pochi mesi prima della sentenza di primo grado, in cui è stato poi condannato (condanna confermata in appello). Perciò Davigo querelò il gup sostenendo che lo avesse diffamato nelle motivazioni, pur non avendo bisogno di parlare di lui per decidere sulla posizione della sua segretaria. Per il gip, che ha accolto la richiesta del pm di Perugia, il gup Marino aveva fatto il suo lavoro, dato che il caso di Contrafatto era strettamente connesso a quello di Davigo. E la ricostruzione di Marino era anche fatta bene, considerando che è stata poi confermata dalle sentenze di condanna di Davigo. Il Dottor Sottile, evidentemente, tiene vivo il suo spirito di accusatore. Ma in questa brutta vicenda, più che querelare gli altri, forse farebbe meglio a concentrare le energie per difendersi in Cassazione.