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Editoriali

Sequestri agli Elkann. I prossimi test di garantismo per Rep

Redazione

La procura di Torino indaga su alcuni fatti penalmente rilevanti, nati dalle rivelazioni e dalle contestazioni della madre dei fratelli Elkann, Margherita Agnelli. Non trasformare le tesi di pm in condanne si può, vero?

Il sequestro di 74,8 milioni ai fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann è di tipo cautelare, serve a tutelare il fisco italiano e le sue fondate pretese su quel gruzzolo. La procura di Torino indaga su alcuni fatti penalmente rilevanti, nati dalle rivelazioni e dalle contestazioni della madre dei fratelli Elkann, Margherita Agnelli, da tempo in contrasto con il resto della famiglia. Tutto deriva, come è noto, da ciò che Margherita Agnelli ha riferito sugli ultimi anni della vita di sua madre, Marella Caracciolo, moglie di Gianni Agnelli, e specificatamente sulle operazioni, che ora la procura ritiene fittizie, messe in atto perché fosse credibile la residenza svizzera di Marella.

La procura ha svolto indagini, i finanzieri hanno setacciato uffici e abitazioni e ascoltato molti collaboratori delle famiglie Elkann e Agnelli, e ora, nelle fasi delle indagini preliminari, i magistrati ritengono di avere indicazioni sufficienti per disporre il sequestro preventivo a carico degli eredi Elkann, sia per l’Irpef che potrebbe essere stata evasa dalla loro nonna sia per il mancato pagamento dell’intera imposta di successione e di quelle sulle donazioni effettuate in vita. Indagini e modo di operare della procura sono rimasti nella traccia di una adeguata riservatezza unita a una corretta valutazione del rilievo pubblico di una decisione come questa. Si può dire che la procura, che pure ritiene di avere elementi molto forti, abbia mantenuto una condotta ispirata a un sufficiente grado di garantismo. E così potrebbe dare la linea anche ai giornali, compresa Repubblica, di proprietà di John Elkann. Adesso si tratta solo di vedere se il giornale già campione dell’uso giornalistico/accusatorio delle indagini e sempre orientato a trasformare le tesi delle procure in stigma per chi ne è colpito deciderà questa volta, invece, di essere perfino più garantista di una procura che già ha cercato di mantenere tutta la freddezza possibile. Potrebbe essere un buon esercizio anche per future occasioni.

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