La svolta

Chiuse le indagini per truffa aggravata su Chiara Ferragni

Secondo l'accusa, le società dell'influencer avrebbero ottenuto un ingiusto profitto di circa 2,2 milioni di euro. Ora lei e altre tre persone rischiano il processo. Un riepilogo della vicenda

La procura di Milano ha chiuso le indagini per truffa aggravata nei confronti dell'influencer Chiara Ferragni e di altre tre persone, che ora rischiano il processo, per la vicenda dei pandori e delle uova di Pasqua. Secondo l'accusa, le società di Ferragni, con le due campagne pubblicitarie "Pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni" e "Uova di Pasqua Chiara Ferragni - sosteniamo i Bambini delle Fate", avrebbero ottenuto un ingiusto profitto di circa 2,2 milioni di euro.

   

Il procuratore aggiunto Eugenio Fusco ha depositato gli atti, oltre che per l'imprenditrice, anche per il suo ex braccio destro Fabio Damato, per la manager Alessandra Balocco e l'imprenditore Francesco Cannillo, accusati di truffa continuata e aggravata. Ora gli indagati hanno 20 giorni di tempo per depositare memorie o per farsi interrogare. I difensori di Ferragni ritengono "che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che i profili controversi siano già stati affrontati e risolti in sede di Agcm (l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, la cosiddetta Antitrust, ndr). Avvieremo al più presto un confronto con i pubblici ministeri e confidiamo in una conclusione positiva della vicenda". Se invece la procura non dovesse decidere di archiviare, ci si può aspettare il rinvio a giudizio delle persone coinvolte allo scadere dei 20 giorni.
    

Il "Pandorogate" e il caso delle uova di Pasqua. I fatti

L'accusa di truffa riguarda la presunta pubblicità ingannevole legata alla vendita dei due prodotti – pandoro e uova di cioccolato – a prezzi maggiorati, mascherata da operazioni di beneficenza

Il caso Balocco. Nel dicembre 2023, l’Antitrust – che ha competenza in tema di tutela del consumatore contro pratiche commerciali scorrette – ha sanzionato due aziende facenti capo a Ferragni (Fenice e The Blonde Salad TBS Crew) oltre all’azienda Balocco. L'anno precedente, Ferragni aveva partecipato alla campagna promozionale di una linea di pandori. Secondo l'Agcm, il cartiglio apposto sulla confezione dei pandori, oltre che i post e le stories pubblicati dall'influencer sui suoi canali social, riportavano informazioni che avrebbero fatto intendere ai consumatori che il pandoro griffato avrebbe contribuito a una donazione per cure pediatriche all’Ospedale Regina Margherita di Torino. Ma l’acquisto del dolce, a un prezzo 2,5 volte superiore al normale, in realtà non avrebbe contribuito affatto alla donazione, che era già stata effettuata in cifra fissa (50 mila euro). 

   


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Con la campagna commerciale sul pandoro, sottolineano oggi il procuratore Fusco e il sostituto Cristian Barilli, "venivano propalate informazioni fuorvianti" attraverso "locuzioni" come il “pandoro Chiara Ferragni le cui vendite serviranno a finanziare un percorso di ricerca promosso dall'ospedale Regina Margherita di Torino”, “Il pandoro di Chiara Ferragni per sostenere l'ospedale Regina Margherita di Torino”, “Il mio pandoro @chiaraferragnibrand @balocco sostiene l'ospedale Regina Margherita di Torino per un Natale più dolce per tutti”, "Questo progetto sostiene l'ospedale Regina Margherita di Torino". A Ferragni viene contestato di aver omesso "di riferire che, contrariamente al messaggio promozionale, Balocco S.p.a Industria Dolciaria aveva effettuato in data 2 maggio 2022 un versamento di  50.000 a favore dell'Ospedale Regina Margherita di Torino, e che nessuna correlazione sussisteva tra tale pagamento e i profitti derivanti dalla vendita del prodotto pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni" e anche di non avere fornito "spiegazioni a chi - attraverso i medesimi canali utilizzati per la promozione del prodotto - avanzava richieste volte a conoscere l'effettiva quota destinata all'iniziativa benefica".

  


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Anche nel caso delle uova realizzate in collaborazione con Dolci Preziosi negli anni 2021-2022, alla vendita del dolciume era associata un'iniziativa benefica a favore dell'impresa sociale "I Bambini delle Fate". Il presidente di Dolci Preziosi Franco Cannillo ha però precisato che non c’era "assolutamente nessuna correlazione tra le vendite delle uova e la donazione a I Bambini delle Fate. Ferragni è stata pagata per aver ceduto la sua immagine. Noi abbiamo fatto una donazione (da 36mila euro, ndr), per lei non era da contratto". Una prassi però nascosta al consumatore.

  

Sulla scia del "Pandorogate", il 25 gennaio 2024 il Consiglio dei ministri ha approvato il cosiddetto “ddl Beneficenza”, per disciplinare le ipotesi di iniziative benefiche connesse alla vendita di prodotti e che designa quale autorità competente l'Agcm, che potrà irrogare sanzioni amministrative da 5 mila a 50 mila euro.

    


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I legali dell'influencer oggi parlano di "profili controversi" già "affrontati e risolti in sede di Agcm", perché Ferragni ha chiuso tutte le cause pendenti con l’Antitrust. Ferragni ha rinunciato al ricorso al Tar sul caso del Pandoro Balocco, tenendosi dunque la sanzione di oltre un milione di euro (e ha versato un altro milione di euro all'ospedale Regina Margherita di Torino). L’influencer ha trovato così un accordo con l’Autorità anche per il caso delle Uova di Pasqua, per cui si è impegnata a fare una donazione "in favore dell’impresa sociale 'I Bambini delle Fate', pari, per tre anni, al 5 per cento dei rispettivi utili distribuibili, con un minimo complessivo di 1.300.000 euro per il triennio". L’imprenditrice ha quindi risolto tutti i contenziosi con l’Antitrust, impegnandosi per il futuro, a tenere separate le attività benefiche da quelle commerciali delle sue aziende. Resta ora da risolvere la causa penale.