Foto LaPresse

Editoriali

La sciocca propaganda sulla Consulta

Redazione

La follia di considerare eversiva l’elezione dei giudici quando tocca alla destra. A giugno il presidente Augusto Barbera ha assicurato: “L’indipendenza della Corte non rischia di essere minata da contingenti vicende politiche"

Fino a pochi mesi fa, l’accusa a Giorgia Meloni era di indebolire la democrazia perché ritardava l’elezione del quindicesimo giudice della Corte costituzionale. Ora l’accusa è la stessa – “democratura” e “autoritarismo” – ma per la ragione opposta: Meloni vuole eleggere il quindicesimo giudice della Consulta. La partigianeria però, quando si scomodano così alti principi e valori come la democrazia e la Costituzione, non dovrebbe prescindere integralmente dalla realtà. Se i giudici che mancano sono di nomina parlamentare è fisiologico che ad avere un ruolo preponderante sia la maggioranza parlamentare. Nel caso specifico, si tratterebbe di riequilibrare una storica sottorappresentazione del centrodestra che esprime un solo giudice di area su cinque. Ma la Costituzione prevede diversi meccanismi a tutela dell’indipendenza della Consulta. Il primo è il voto a maggioranza qualificata. L’elezione dei giudici di nomina parlamentare deve avvenire con almeno i tre quinti dei voti. In seconda battuta, anche una maggioranza ampia potrebbe arrivare a scegliere massimo un terzo dei membri della Corte, dato che cinque sono nominati dal Presidente della Repubblica e cinque dalle magistrature. Per concludere, il mandato di un giudice dura 9 anni (non rinnovabile), scollegato quindi dal ciclo politico-elettorale, per limitare i meccanismi di spoils system. Insomma, per quanto si possano approvare o criticare le singole nomine, di personalità che comunque possiedono i criteri di competenza previsti dalla Costituzione, non c’è alcun pericolo democratico.  “L’indipendenza della Corte ha detto a giugno Augusto Barbera, presidente della Corte – non rischia di essere minata da contingenti vicende politiche. Lo dico con decisione: non corriamo il pericolo di alcune corti dell’Est, dove i giudici vengono eletti con la semplice maggioranza relativa del Parlamento”. Barbera, tra l’altro, è la dimostrazione di come una personalità con una storia politica a sinistra possa svolgere il ruolo di giudice costituzionale in piena autonomia.

Di più su questi argomenti: