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Editoriali

Il caso Tesei dimostra che l'abolizione dell'abuso d'ufficio è un passo avanti di civiltà

Redazione

A poche settimane dalle elezioni in Umbria, la procura di Perugia ha archiviato l'inchiesta sui fondi europei per lo sviluppo rurale. Una buona notizia per la democrazia della regione

Tra poco più di due settimane si vota in Umbria, e oggi s’è venuto a sapere che la presidente uscente Donatella Tesei rischiava di affrontare il voto in condizione di indagata. L’indagine, promossa da una denuncia anonima, riguardava i fondi europei per lo sviluppo rurale, perché un’azienda di proprietà di un membro della giunta regionale nella quale lavora un figlio della presidente, avrebbe ricevuto quei sussidi come molte altre con eguali requisiti. In realtà la procura non aveva nemmeno formalizzato un vero e proprio capo d’accusa specifico. Peraltro la regione si era limitata a integrare nel Piano di sviluppo rurale della regione le nuove risorse provenienti dall’Europa, compiendo cioè un atto obbligato. Anche per questo l’ipotesi di abuso d’ufficio non avrebbe avuto alcun fondamento, ma si sa come vanno talora queste cose: basta lasciare aperta la questione per consentire una campagna di (dis)informazione alla vigilia di un voto rilevante, salvo lasciare perdere dopo le elezioni. La procura di Perugia, invece, ha agito con tempestività, ha chiesto e immediatamente ottenuto l’archiviazione della vicenda, della cui sostanziale inconsistenza si era convinta. Adesso alcuni sosterranno che la presidente è stata “salvata” dall’abolizione del reato di abuso d’ufficio, il che, nel caso specifico non è avvenuto. Al contrario anche questa vicenda dimostra quanto sia stato giusto abolire un reato talmente generico da consentire interpretazioni che contraddicono il principio fondamentale di un sistema giuridico: la precisa definizione di ciò che è lecito e di di ciò che non lo è. Ora le due contendenti e i due schieramenti che si sfidano per la presidenza dell’Umbria potranno essere giudicati dai cittadini per i programmi che propongono, per il modo in cui hanno esercitato le funzioni di governo e di opposizione, senza l’inquinamento moralistico del giustizialismo. Bene così, e se l’abolizione dell’abuso d’ufficio ha facilitato questa soluzione, ancora meglio.