(foto Ansa)

la decisione

Nordio chiede la revoca dell'arresto di Abedini

Redazione

Il ministro della Giustizia ha formalizzato la richiesta di rilascio dell'ingegnere iraniano perché le condizioni per dar luogo all'estradizione "allo stato degli atti non sussistono". La decisione arriva quattro giorni dopo la liberazione di Cecilia Sala dal carcere di Evin, a Teheran

"Il ministro Nordio ha depositato alla corte di Appello di Milano la richiesta di revoca degli arresti per il cittadino iraniano Abedininajafabadi Mohammad". Lo dice il ministero della Giustizia in una nota diffusa in tarda mattinata. Da Via Arenula si sottolinea che, "in forza dell'articolo 2 del trattato di estradizione tra il Governo degli Stati Uniti d'America e il Governo della Repubblica italiana, possono dar luogo all'estradizione solo reati punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti, condizione che, allo stato degli atti, non può ritenersi sussistente".

In particolare, prosegue la nota, "la prima condotta ascritta al cittadino iraniano di 'associazione a delinquere per violare l'Ieepa' non trova corrispondenza nelle fattispecie previste e punite dall'ordinamento penale italiano; quanto alla seconda e terza condotta, rispettivamente di 'associazione a delinquere per fornire supporto materiale ad una organizzazione terroristica con conseguente morte' e di 'fornitura e tentativo di fornitura di sostegno materiale ad una organizzazione terroristica straniera con conseguente morte', nessun elemento risulta ad oggi addotto a fondamento delle accuse rivolte emergendo con certezza unicamente lo svolgimento, attraverso società a lui riconducibili, di attività di produzione e commercio con il proprio Paese di strumenti tecnologici avente potenziali, ma non esclusive, applicazioni militari". 

La mossa di Nordio arriva quindi prima del pronunciamento della corte d'Appello, che il 15 gennaio avrebbe dovuto decidere sulla richiesta di domiciliari presentata dal legale di Abedini. Per favorire la concessione della detenzione domiciliare era stato chiesto anche il braccialetto elettronico. Ma il ministro della Giustizia ha deciso di agire preventivamente. Si sblocca quindi la posizione dell'ingegnere iraniano arrestato in Italia, a circa quattro giorni dalla liberazione della nostra giornalista Cecilia Sala. 

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