(Ansa)

Editoriali

Franco Gabrielli, il superpoliziotto percepito


Redazione

Addio a Milano da parte di uno dei profili più competenti in questioni di sicurezza, chiamato solo quindici mesi fa dal sindaco Beppe Sala. La debolezza dei “risolutori”

L’ex prefetto, capo della Polizia e molto altro Franco Gabrielli, indubbiamente uno dei profili più competenti in questioni di sicurezza, era stato chiamato solo quindici mesi fa dal sindaco Beppe Sala come “delegato per la sicurezza e la coesione sociale” di Milano. Nel pieno delle polemiche sulla Gotham City, sulla microcriminalità urbana e sulla percezione negativa dei cittadini: che, fosse anche solo percezione, ma non sempre lo è, va tenuta in conto. Ora Gabrielli ha annunciato, in modo concordato, si legge, che il suo mandato è esaurito. Anzi, “missione compiuta”.

Da un punto di vista tecnico, dacché l’impegno ufficiale di Gabrielli era di “affrontare il nodo sicurezza e mettere mano alla riorganizzazione del corpo della Polizia locale”, si può dare ragione all’ex prefetto. Il primo punto era dare attuazione all’aumento dei “ghisa”, e soprattutto rimetterli sulle strade: “Dobbiamo stare dove il cittadino vuole che noi stiamo, all’ora e nei giorni che vuole e non rispetto alle nostre esigenze”, aveva detto. I dati sono in leggero miglioramento, sia per le pattuglie che per l’ingresso di nuove forze, obiettivo che era già previsto dal Comune. Più che missione compiuta sono piccoli passi.

Che Gabrielli abbia contribuito, nessun dubbio. Ma forse inciderà di più il Tribunale del Lavoro che ha stabilito – dopo anni di stallo sindacale – che il Comune può modificare l’organizzazione dei turni della polizia locale e i limiti di età di chi è impegnato in esterno. Ma al di là della specifica tecnica, non si può certo dire che la situazione della sicurezza in città sia migliorata. Non è solo percezione, bastano la cronache. Il ricorso ai risolutori, ai super tecnici in grado di saltare pastoie politiche e burocratiche, è un tipico vezzo italiano, che ora ha contagiato anche l’America, col suo Doge. Non è colpa dei Gabrielli, o dell’ex pm Francesco Greco consulente per la sicurezza a Roma (“renderemo Termini sicura”, vaste programme). Le missioni non si aprono e chiudono con uno schioccare di dita. I problemi restano, anche se i Gabrielli partono.

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