Il Palazzo di Giustizia di Torino (foto Ansa)

l'iniziativa

Il senatore Scalfarotto interroga Nordio sulla procura di Torino dopo l'articolo del Foglio

Redazione

Il senatore di Italia viva ha depositato un'interrogazione al ministro della Giustizia dopo la pubblicazione della nostra inchiesta sulla polizia giudiziaria in servizio alla procura torinese. Dagli atti emerge l'esistenza di una "sottosezione" che sembra non rispondere a nessuno. Con corvi che divulgano materiale secretato e pm poco propensi a fare chiarezza

Il senatore di Italia viva, Ivan Scalfarotto, ha depositato un'interrogazione a risposta scritta rivolta al ministro della Giustizia Carlo Nordio dopo la pubblicazione sul Foglio dell'inchiesta di Ermes Antonucci sulla polizia giudiziaria in servizio alla procura di Torino. Dagli atti giudiziari riportati dal nostro giornale emerge l'esistenza di una "sottosezione" di polizia giudiziaria che sembra non rispondere a nessuno. Con corvi che divulgano materiale secretato e pm poco propensi a fare chiarezza. In particolare, Scalfarotto chiede al Guardasigilli se intende disporre un’ispezione all’interno della procura di Torino al fine di accertare eventuali responsabilità disciplinari o penali connesse all’azione della "sottosezione" che pare agire all’interno della polizia giudiziaria torinese nonché per individuare i pubblici ufficiali che dal 2021 stanno divulgando documenti secretati.

Si riporta di seguito il testo dell'interrogazione del senatore Scalfarotto:

 

SCALFAROTTO - Al Ministro della giustizia - premesso che:

organi di stampa riportano come la procura di Torino sia nuovamente al centro delle cronache, dopo il noto caso del pubblico ministero Colace, culminato con le intercettazioni illecite nei confronti dell’allora senatore Stefano Esposito, senza autorizzazione del Parlamento, sulle cui si è pronunciata per l’illegittimità la stessa Corte costituzionale;

uno dei filoni delle nuove inchieste giornalistiche circa l'operato della procura torinese riguarda l’esistenza all’interno della polizia giudiziaria di una sorta di “sottosezione”, la quale pare non rispondere a nessun soggetto, e che da anni risulta agire con criteri alquanto discutibili, non basandosi, inoltre, su alcun fondamento legislativo e giuridico;

a rivelare l’esistenza della “sottosezione” è stato il maresciallo dei Carabinieri, Giuseppe Carboni, fino al 2018 di stanza proprie presso la polizia giudiziaria di Torino, il quale, nel corso di un processo, ha rivelato come si siano svolte indagine che andavano contro le indicazioni fornite dal pubblico ministero titolare dell’indagine, dirottandole, invece, all’interno di un altro filone di indagine portato avanti da un altro pubblico ministero, in totale contrasto con l’articolo 327 del codice di procedura penale che stabilisce in modo chiaro che il pubblico ministero dirige le indagini e dispone direttamente della polizia giudiziaria;

la stessa indagine giornalistica riporta inoltre un altro caso a dir poco inquietante che interessa la procura di Torino, ossia l’esistenza di un cosiddetto “corvo”  che dal 2021 - in otto occasioni -  pare abbia spedito a procure, magistrati, giornalisti e politici una serie di esposti anonimi, contenenti notizie coperte da segreto d’ufficio, con pesanti accuse nei confronti del pubblico ministero Colace, dell’ex procuratore generale Francesco Saluzzo, del colonnello Isacchini, accusati di aver compiuto reati nella conduzione dell'indagine e altre condotte illecite;

sebbene la procura di Milano abbia identificato il responsabile degli invii illeciti in Giovanni Carella, investigatore privato torinese, secondo quanto si legge nell’inchiesta giornalistica il vero “corvo” non sarebbe ancora stato individuato, trattandosi di un concorso tra uno o più pubblici ufficiali ignoti, ossia gli unici in posse dei documenti secretati;

le criticità raccontate dall’inchiesta giornalistica risultano inauditamente gravi nonché lesive dei principi giuridici che dovrebbero guidare le azioni delle procure nell'esercizio dei loro poteri: appare quindi doveroso che il Ministro interrogato si attivi al fine di disporre un’ispezione all’interno della procura di Torino, già soggetta a numerose situazioni di estrema criticità, che possa accertare eventuali responsabilità disciplinari o penali connesse ai ai fatti suddetti;

si chiede di sapere:

se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e se intende disporre un’ispezione all’interno della procura di Torino al fine di accertare eventuali responsabilità disciplinari o penali connesse all’azione della "sottosezione" che pare agire all’interno della polizia giudiziaria torinese nonché per individuare i pubblici ufficiali che dal 2021 stanno divulgando documenti secretati;

quali misure intenda adottare al fine di accertarsi che all’interno delle procure della Repubblica non vi siano “sottosezioni” della polizia giudiziaria che agiscono in modo autonomo e in violazione di legge.