Festival dell'ottimismo
Di Maio: "In arrivo un dpcm più restrittivo. Coinvolgiamo l'opposizione"
Simone Canettieri intervista il ministro degli Esteri: "Serve un governo legittimato. Ci sarà un prossimo dpcm più restrittivo. La seconda ondata più letale della prima. Per le grandi città come Roma occorre una coalizione"
Lockdown, rapporti con l'opposizione, politica estera, ma anche il futuro del M5s, stoccate all'amico Alessandro Di Battista e a Davide Casaleggio, il futuro di Roma. Intervenendo al Festival dell'Ottimismo, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio non elude nessuna domanda. Innanzitutto sul lockdown: "Ciò che posso dire è che sono ore di riflessione europea. Sto sentendo i miei omologhi. Il Belgio è in lockdown, la Francia e altri paesi hanno dichiarato nuove zone rosse. Rispetto a questa curva, l'Italia non è nella parte alta. Ci sono nazioni che hanno tre volte i contagi italiani. Non siamo tranquilli. Bisogna anticipare le mosse, evitare che la curva peggiori. Va deciso nelle riunioni di governo che sono incessanti". Anticipa di fatto il prossimo dpcm che "sarà più restrittivo, non permissivo"
Ma Di Maio dice la sua anche sulla polemica che riguarda la scuola. Se la ministra Lucia Azzolina spinge per non chiudere, dall'altra ci sono le regioni che in autonomia procedono a chiusure ma in ordine sparso: "Oggi più che mai deve esserci un coordinamento fra regioni e governo. Non serve la polemica. La formazione dei nostri ragazzi è un tema importante. Questa generazione sconta un vuoto formativo. La didattica a distanza non è la stessa cosa". E Di Maio fa l'esempio della Francia dove sono rimaste aperte perché così si crea un perimetro fatto da industri e scuole".
Ma il ministro degli Esteri commenta anche l'accusa di sottovalutazione da parte dell'Italia. C'è stato del narcisismo? "Solo la Germania ha meno contagi di noi. Gli altri paesi sono sopra. Non ci siamo autoproclamati migliori. Sono gli altri che ci hanno definito un modello. Ricordo che nella prima ondata, l'Italia era l'appestata d'Occidente. Poi hanno detto: Fate come italiani". Ovvio che tutto si può fare meglio. Penso alla file ai drive in o sui trasporti. Facciamolo ma senza il tiro bersaglio ai ministri. Sarebbe semplice. Ma così gli italiani sentirebbero solo un rumore di sottofondo"
E Di Maio apre sull'ipotesi di coinvolgere le opposizioni perché "una cabina di regia è un passaggio naturale. Ance se non credo che riusciremo a fermare quella parte minoritaria che protesta in piazza coinvolgendo le opposizioni. Nelle proteste legittime anche l'opposizione viene contestata. Voglio però ricordare che i ristoranti sono chiusi in due terzi d'Europa. E' la misura che ferma un'ondata di contatti che poi diventano contagi. Ho visto immagini di Firenze e ho visto ragazzi con scarpe che valevano più degli introiti dei ristoratori. Quella gente non c'entra nulla con chi lavora. E solo gente che attacca lo stato"
E allora perché non un governo di unità nazionale? "Che senso avrebbe? Nel mezzo di un nuovo dpcm si apre una crisi, con un governo delegittimato da giochi politici. La seconda ondata, dobbiamo essere coscienti, sarà più letale della prima. Israele esce dal secondo lockdown. Per questo serve un governo pienamente legittimato e capace di cambiare decisione. Senza il dpcm qualsiasi altro strumento avrebbe bisogno di giorni per farle entrare a regime". E secondo il ministro, unita non deve essere solo la politica ma anche la comunità scientifica che non può dividersi in televisione"
Fermo invece il suo no al Mes perchè "il guadagno è solo di 300 milioni di euro. Solo di fronte a un'emergenza di bilancio, solo in quel caso potremmo farne ricorso ma il nostro bilancio non è in emergenza".
Parla di buon lavoro con il presidente Donald Trump che "nella guerra dei dazi ha tutelato Italia" e definisce Mike Pompeo un amico ". E significa che anche con Biden i rapporti saranno uguali: "Io sono convinto che italia sarà sempre tutelata dagli amici Usa"
Via della Seta? "Firmerò sempre accordi cha aiutano export. Non ci ha danneggiato". E nel corso dell'intervista parla di responsabilità: "Stare al governo ti porta a consapevolezze maggiori. Si prendono decisioni per i prossimi vent'anni. Incide sulla personalità e non solo la mia ma anche del M5s". Insomma, riconosce di essere cambiato e non solo lui ma tutto il M5s.
Stoccata a Di Battista che lo aveva definito il leader dell'Udeur: "Non mi sento leader dell' Udeur. Gli Stati Generali si devono fare presto. Io mi sono dimesso. Mi sembra che prima delle mie dimissioni avevano tutte le ricette per risolvere i problemi del movimento. Non mi sembra sia avvenuto. Al di là dei ruoli, io ci sarò sempre".
Ma parla anche del modificato ruolo di Davide Casaleggio: "E' chiaro che se cambia il movimento, tutte le sue parti si modificano. Nel caso di Davide, io lavoro per unità non per la divisione". E su Virginia Raggi? "Io non voto a Roma, Virginia ha il mio sostegno. Ma abbiamo il dovere di costruire una coalizione di governo nei cinque capoluoghi più importanti. Prima i temi poi i candidati. Insieme riusciremo a governare le città, divisi è più difficile. Altrimenti finisce come le regionali e non andiamo da nessuna parte"