Il futuro dell'agricoltura in Europa. Parla il commissario Ue Wojciechowski
I tabù da superare, lo sviluppo delle biotecnologie, l'innovazione, i mercati, la globalizzazione e la necessità di fare coesistere logiche locali e globali. Il contributo del commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale
Capire quale sarà il futuro dell'agricoltura in Europa ci può aiutare a capire quale sarà il destino dell'intera Unione europea e come verranno risolti i conflitti alle sue frontiere. I tabù da superare, lo sviluppo delle biotecnologie, l'innovazione, i mercati, la globalizzazione e la necessità di fare coesistere logiche locali e logiche globali. Ne parliamo con il commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, il polacco Janusz Wojciechowski, all'evento organizzato dal Foglio con Banco BPM "Tutto quello che c'è di sostenibile tra terra e cielo".
Di seguito il testo del contributo del commissario, tradotto in italiano. Qui il video originale in inglese
1. Seguire il destino dell'agricoltura in Europa può aiutarci a capire come verranno risolti i conflitti alle nostre frontiere?
Janusz Wojciechowski: Se guardiamo al nostro passato e al nostro presente, possiamo constatare che la stabilità internazionale si basa sulla sicurezza alimentare. Se guardiamo al futuro, tuttavia, possiamo notare una serie di sfide. Sul lungo termine dobbiamo trovare un modo per fornire cibo nutriente a una popolazione mondiale in crescita, che le Nazioni Unite prevedono si avvicinerà ai 10 miliardi entro il 2050. Dobbiamo anche affrontare sfide a breve termine. L'anno scorso, la FAO ha stimato che la fame colpisce il 9,2% della popolazione mondiale. Vale a dire circa 780 milioni di persone. Troppi Paesi devono affrontare condizioni di carestia. Troppe persone sono alla fame. Questa sfida è profondamente legata ai conflitti, come l'aggressione illegale della Russia in Ucraina, e alla crescente frequenza del verificarsi di eventi climatici estremi.
Per affrontare queste sfide, abbiamo bisogno di soluzioni e azioni in diversi ambiti. Innanzitutto, dobbiamo agire noi stessi. La nostra politica agricola comune è un sostegno, sostenuto da oltre 300 miliardi di euro di finanziamenti pubblici totali, che consentirà ai nostri agricoltori di rafforzare la sostenibilità, mantenendo la produttività e la redditività economica. Siamo il più grande esportatore agroalimentare del mondo e sosteniamo il lavoro dei nostri agricoltori. Ciò è fondamentale per la sicurezza alimentare. L'anno scorso, ad esempio, il 60% del grano dell'Unione Europea è stato destinato ai Paesi vulnerabili del Medio Oriente e del Nord Africa e il 26% all'Africa sub-sahariana.
In secondo luogo, dobbiamo agire insieme in un contesto globale. La Commissione europea sostiene oltre 70 Paesi partner in tutto il mondo per incrementare la produzione alimentare locale sostenibile. Per esempio, abbiamo l'Unione Africana. Abbiamo sviluppato un'agenda per la trasformazione rurale. Abbiamo iniziative concrete per rafforzare l'agricoltura, le comunità rurali e le catene di approvvigionamento alimentare.
Infine, per rafforzare i nostri sistemi alimentari, dobbiamo intraprendere azioni per il futuro. In questo senso, ci faremo guidare dalla scienza e dall'innovazione. Tra il 2021 e il 2027, nell'ambito del programma Horizon Europe, investiremo circa 9 miliardi di euro in ricerca e innovazione su cibo, bioeconomia, risorse naturali, agricoltura e ambiente. In molti dei nostri progetti, la collaborazione internazionale è accettata e incoraggiata.
In breve, per sostenere la pace e la stabilità globale, dobbiamo salvaguardare la sicurezza alimentare mondiale. Anche se le sfide che dobbiamo affrontare sono complesse, credo che le soluzioni siano nelle nostre mani.
2. Qual è il tabù principale che l'Europa deve superare riguardo all'aggricoltura?
Janusz Wojciechowski: Negli anni passati, molti hanno sostenuto che esiste un conflitto tra sicurezza alimentare e sostenibilità e che dobbiamo scegliere l'una o l'altra. Tuttavia, i devastanti eventi meteorologici dell'estate scorsa, e soprattutto il loro impatto sugli agricoltori, hanno reso evidente che la sostenibilità non può escludere la sicurezza alimentare. È essenziale trovare il giusto equilibrio.
L'anno scorso, dopo l'invasione illegale dell'Ucraina da parte della Russia, la Commissione europea ha adottato una comunicazione sulla salvaguardia della sicurezza alimentare e sul rafforzamento della resilienza dei sistemi alimentari. Credo che questa comunicazione abbia raggiunto il tono giusto: lavorare sodo per garantire la sicurezza alimentare a breve termine, sia nell'Unione europea che a livello globale, ma senza rinunciare ai nostri obiettivi di sostenibilità a lungo termine.
Con la Politica Agricola Comune, disponiamo di uno strumento chiave per rendere il modello agricolo europeo più resiliente e sostenibile, mantenendo al contempo una capacità produttiva strategica e la sicurezza alimentare. La Politica Agricola Comune è uno strumento molto utile per sostenere gli agricoltori in diverse aree. Per esempio per migliorare la gestione dei nutrienti, rafforzare la biodiversità, l'uso dell'acqua e la salute del suolo e incoraggiare pratiche come l'agricoltura di precisione, l'agricoltura biologica e l'agroecologia. Si tratta di passi essenziali per migliorare la sostenibilità, ma rappresentano anche un'opportunità per gli agricoltori. Ad esempio, un uso più efficiente dei fattori di produzione, come i fertilizzanti, non solo va a vantaggio della sostenibilità, ma riduce anche i costi per gli agricoltori e favorisce la loro resilienza.
Dobbiamo quindi superare l'idea che avere un impatto ambientale più positivo in agricoltura significhi automaticamente conseguenze economiche negative per gli agricoltori. È vero che dobbiamo affrontare delle sfide per bilanciare le questioni a breve termine con le esigenze a lungo termine. Ma vi assicuro che l'Unione europea è al fianco degli agricoltori, sostenendoli nei loro redditi, nelle loro azioni e nel loro futuro.
3. Qual è il tabù che l'Italia deve superare per fare dell'agricoltura un motore di crescita economica
Janusz Wojciechowski: Sappiamo tutti che l'agricoltura svolge un ruolo fondamentale nell'economia italiana e il settore agroalimentare è già un importante motore della crescita economica del vostro Paese. Rappresenta quasi il 4% del PIL nazionale, dà lavoro a più di un milione e mezzo di persone e ha registrato esportazioni per oltre 60 miliardi di euro nel 2022.
Sappiamo anche che l'agricoltura italiana è caratterizzata dalla massima qualità (molti prodotti alimentari italiani sono famosi in tutto il mondo) e dall'alta produttività delle colture e degli allevamenti.
Il successo italiano risiede in un buon sistema di piccole aziende e cooperative. C'è una buona sinergia tra agricoltori, industria di trasformazione e mercato.
Tuttavia, per mantenere la sua posizione di rilievo, il sistema italiano deve adattarsi a nuove condizioni. Le regioni dell'Europa meridionale sono particolarmente esposte agli impatti del cambiamento climatico. Ciò avrà ripercussioni negative sulla stabilità dei raccolti, sulla sicurezza alimentare e sulla redditività delle imprese agricole. Gli agricoltori sanno già che la sostenibilità economica e quella ambientale non possono esistere l'una senza l'altra.
Ci sono diverse aree su cui dobbiamo puntare per combinare meglio resilienza, sostenibilità e capacità di profitto. Per esempio, l'adozione di pratiche sostenibili di gestione del suolo su larga scala migliorerà la salute e il potenziale produttivo delle nostre risorse naturali. Puntare a un uso più efficiente dei fattori di produzione agricoli, come energia e fertilizzanti, e investire in conoscenza e innovazione per identificare meglio i sistemi e le tecniche che meglio si adattano agli ambienti agricoli locali.
L'Unione europea fornisce un significativo sostegno finanziario per queste e altre azioni nell'ambito della Politica agricola comune. Grazie a questo sostegno, so che molti agricoltori italiani stanno già adottando una serie di pratiche efficaci.
Abbiamo un'importante opportunità per rendere l'agricoltura più moderna, più redditizia e più sostenibile. In definitiva, spetterà agli agricoltori e alle imprese agroalimentari cogliere questa opportunità e sfruttarla a proprio vantaggio.
4. Data la grande diversità di territori agricoli europei, come potenziare l'aspetto locale mantenendo quello globale?
Janusz Wojciechowski: Gli ultimi dati relativi alla prima metà del 2023 mostrano che, in un contesto di prezzi alimentari in calo ma ancora storicamente elevati, il settore agroalimentare ha registrato un'eccedenza commerciale di 32,9 miliardi di euro e che continua a contribuire in modo determinante alla bilancia commerciale dell'Ue.
Il totale delle esportazioni agroalimentari dell'Unione Europea ha raggiunto i 115,3 miliardi di euro nella prima metà del 2023. Si tratta di un aumento del 7% rispetto allo stesso periodo del 2022, dovuto principalmente ai prezzi elevati della maggior parte dei nostri prodotti di esportazione.
Inoltre, al di là dei risultati economici, gli sforzi dell'Unione europea per sviluppare accordi di libero scambio contribuiscono alla diversificazione del commercio dell'UE e quindi alla resilienza del nostro sistema agroalimentare.
Hanno anche stabilizzato le relazioni con i Paesi, che condividono la stessa mentalità e prestano sempre più attenzione agli standard ambientali e sociali. Alla luce del Green Deal, della strategia Farm to Fork e del più ampio obiettivo di migliorare il contributo degli accordi commerciali allo sviluppo sostenibile nelle tre dimensioni: economica, ambientale e sociale. Gli attuali accordi commerciali europei includono capitoli sul commercio e lo sviluppo sostenibile. Questo approccio aiuta l'Europa a guidare la transizione globale verso un sistema alimentare sostenibile
5. Perché l'agricoltura è una grande possibilità per l'Ue pe dimostrare la necessità di innovare, di aprirsi ai mercati e di considerare la globalizzazione come un'opportunità?
Janusz Wojciechowski: Le aree rurali, che sono uniche, diverse e indispensabili. Producono una fornitura stabile di cibo. Proteggono le nostre risorse naturali. Forniscono diversità economica e resilienza. Il commercio è uno strumento per lo sviluppo sostenibile e aiuta a raggiungere diversi obiettivi economici, ambientali e sociali. Per quanto riguarda quest'ultimo aspetto, permette di procurarsi cibo laddove non viene prodotto localmente o quando una crisi o uno shock colpiscono temporaneamente la capacità produttiva locale. Pertanto, rappresenta un cuscinetto contro le interruzioni dell'approvvigionamento e offre fonti di approvvigionamento diversificate e complementari.
Da un punto di vista economico, il commercio svolge un ruolo importante per la resilienza dei sistemi alimentari a livello globale, regionale e locale. Disperdendo i rischi, fornisce anche input alle catene del valore locali, creando valore aggiunto nella regione.
I prodotti agroalimentari di qualità, prodotti nelle aree rurali, possono essere esportati in tutto il mondo, a beneficio dei produttori e dei trasformatori locali.
Infine, ma non meno importante, il commercio è uno strumento per migliorare la sostenibilità ambientale del sistema alimentare globale. Consente una buona allocazione delle risorse e l'innalzamento degli standard di produzione agroalimentare a livello globale.
Il sistema di indicazione geografica che abbiamo messo in piedi è un esempio del legame tra loro. Le indicazioni geografiche rappresentano la ricchezza e la diversità del patrimonio culinario europeo e possono contribuire a promuovere la produzione di prodotti tradizionali di qualità. Ciò va a beneficio delle economie rurali di tutta l'Unione e contribuisce a preservare le tradizioni locali e le risorse naturali. Inoltre, protegge la reputazione globale dei prodotti agroalimentari dell'Unione europea.
6. A che punto siamo con le biotecnologie? Riusciamo a farle apprezzare al grande pubblico?
Janusz Wojciechowski: Le biotecnologie svolgono un ruolo fondamentale per l'ulteriore sviluppo di una bioeconomia sostenibile, perché offrono soluzioni innovative in settori quali la produzione sostenibile di biomassa, le applicazioni basate su tecnologie che sostituiscano sempre più le controparti basate sui combustibili fossili e anche per un'agricoltura circolare e sostenibile. L'agricoltura e la silvicoltura sono le pietre miliari della bioeconomia. Forniscono la base per alimenti, mangimi e fibre, ma anche per un'ampia gamma di nuovi prodotti e materiali. Questo, a sua volta, contribuisce a creare nuove opportunità di lavoro e di impresa, in particolare nelle aree rurali. Le soluzioni biotecnologiche possono svolgere un ruolo chiave nell'agricoltura sostenibile.
Per questo motivo, la Commissione europea ha presentato una proposta sulle nuove tecniche genomiche per le piante (le New Genomic Techniques, in Italia conosciute come TEA).
Questa proposta ha tre obiettivi principali: mantenere un elevato livello di protezione della salute e dell'ambiente. Orientare lo sviluppo verso gli obiettivi di sostenibilità in un'ampia gamma di specie vegetali, in particolare per il sistema agroalimentare. E creare un ambiente favorevole alla ricerca e all'innovazione, soprattutto per le piccole e medie imprese.
Le piante prodotte con alcune TEA sono equivalenti alle piante convenzionali e hanno lo stesso profilo di sicurezza quando contengono modifiche che possono verificarsi anche in natura o attraverso la riproduzione convenzionale. In altri casi, possono contenere modifiche difficili da ottenere con i metodi di riproduzione convenzionali. La proposta tiene conto della diversità delle piante ottenute dalle TEA con requisiti e procedure diverse, per metterle sul mercato in base alle loro diverse caratteristiche e profili di sicurezza.
La proposta è stata concepita per mantenere elevati standard di sicurezza a sostegno di selezionatori e agricoltori, per contribuire agli obiettivi di sostenibilità e per offrire vantaggi ai consumatori.
Nell'ambito della più ampia agenda del Green Deal, si prevede che fornisca nuovi strumenti agli agricoltori che subiscono direttamente gli impatti del cambiamento climatico e la necessità di passare in modo sostanziale a nuovi modi più resilienti e sostenibili di produrre i nostri alimenti, rimanendo al contempo competitivi.
Non possiamo permetterci di non agire su questo tema. La proposta della Commissione mira a trovare il giusto equilibrio nel rispondere a diversi interessi e preoccupazioni, per esempio sul sostegno alla produzione biologica e all'uso delle TEA.