festa dell'ottimismo

Tajani: "Unifil? Aspettiamo l'inchiesta di Israele. Nessun aumento delle tasse con FI al governo"

"Contrari alla tassa sugli extraprofitti, parola che fa molto Unione sovietica. L'energia costa troppo, sì al nucleare. Pechino vuole stabilità, perché il suo espansionismo non è legato alla guerra ma al commercio", dice il ministro degli Esteri

Redazione

"Quel che è accaduto ai militari italiani di Unifil è inaccettabile, vogliamo sapere se si è trattato di una scelta politica o dell'azione indipendente di militari israeliani sul territorio". Il Libano, la crisi in medio oriente, cosa succede sul piano diplomatico? Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha risposto alle domande di Giulia Pompili alla Festa dell'ottimismo 2024. "Gli italiani non sono terroristi, sono in Libano per costruire la pace. Come paese amico di Israele aspettiamo i risultati dell’inchiesta, è positivo che il governo israeliano ci si stia impegnando. Io mi sono lamentato con il presidente israeliano Herzog, sono settimane che chiediamo garanzie per i nostri militari, e ci sono sempre state date. Vedremo cosa è successo, chi è responsabile, i messaggi che arrivano sono rassicuranti. I militari italiani non si toccano".

Sull'altro conflitto in parallelo, quello in Ucraina, Tajani ha ribadito che non c'è nessuna apertura alla proposta di pace dei Brics, "siamo amici dell’Ucraina, la sosteniamo politicamente, economicamente, finanziariamente e militarmente. Ma non vogliamo la guerra a oltranza, vogliamo una pace giusta, e l'integrità territoriale dell’Ucraina. Il Parlamento sta per approvare un ulteriore finanziamento per la ricostruzione della rete idrogeologica ucraina. La Russia non può piegare Kyiv col generale inverno. Ma parlare di pace e lasciare aperti spazi per la diplomazia non significa cambiare posizione. Anche in medio oriente vogliamo il cessate il fuoco, in Libano e a Gaza, per la nascita di uno stato palestinese che riconosca Israele e sia riconosciuto da Israele. Come governo non abbiamo mai cambiato posizione, siamo coerenti".

Per quanto riguarda la Cina, "Pechino vuole stabilità, perché il suo espansionismo non è legato alla guerra ma al commercio. Siamo usciti dalla Via della seta, ma ci sono anche legami commerciali di import export, accolgo spesso il ministro del Commercio cinese".

Sapendo che la Cina usa la coercizione economica, la diplomazia del commercio, noi abbiamo modo di limitarla?, chiede Giulia Pompili. "Sui dazi alle auto cinesi ci siamo comportati con grande coerenza, non tutti in Europa l’anno fatto. Ma tutti parlano con la Cina, lo facciamo anche noi. Condividerne le politiche è un’altra cosa. Level playing field, le regole che ci sono in Cina per le nostre imprese devono essere le stesse per i cinesi in Europa. L'export è il 40 per cento del nostro prodotto interno lordo, la Cina è grande mercato. Abbiamo relazioni commerciali basate su accordo del 2004 firmato da Berlusconi e buone relazioni diplomatiche, sapendo quali sono i nostri interessi".

"Non mi pare che sui diritti umani non ci siamo fatti sentire", prosegue Tajani, "abbiamo convocato l’ambasciatore iraniano, ci siamo sempre battuti per diritti delle donne e dei giovani, anche con la Federazione russa per quanto riguarda la morte di importanti rappresentanti dell’opposizione russa. Non prendiamo lezioni da nessuno. Ma le relazioni commerciali con la Cina non sono condivisione delle sue politiche interne. Io non condivido ciò che fa Israele con Unifil ma non per questo smetto di parlare con Israele e essergli amico".

"Al g7 dei ministri degli Esteri ho firmato accordo con l’America sulla lotta alla disinformazione", dice Tajani su questo tema delicato, "siamo in prima linea con tutti i controlli e le verifiche dell’intelligence e della polizia postale, tante istituzioni agiscono sulla cybersecurity. La disinformazione è legata al blocco dei siti e attacchi hacker, abbiamo rinforzato le nostre strutture, un’unità del ministero si occupa di IA applicata alla disinformazione".

Giorgetti ha detto che i sacrifici in manovra vanno fatti, prosegue Giulia Pompili, chiedendo al ministro di esplicitare meglio il significato di questi sacrifici. "Le parole di Giorgetti sono state male interpretate, non c'è nessuna ipotesi di nuove tasse, con FI non si aumenta la pressione fiscale. Su Superbonus e catasto si tratta di rispettare la leggi, cioè far accatastare gli immobili fantasma. È lotta all’evasione fiscale, tutto giusto e previsto dalla legge. Uniformare il catasto è doveroso, si è parlato solo di far avere più soldi allo stato con la lotta all’evasione, da condurre con grande fermezza". "Eravamo contrari e lo siamo ancora alla tassa sugli extraprofitti, parola che fa molto Unione sovietica. I profitti sono profitti, le banche devono continuare a erogare prestiti a cittadini e imprese, ma il nostro sistema bancario è sano". "Ho imparato da Silvio Berlusconi che l’obiettivo è sempre la crescita, e quindi meno tasse, meno tasse, meno tasse".

L'ultima domanda di Giulia Pompili al ministro riguarda chi è il maggiore avversario dell’Italia in questo momento, la stessa che di recente hanno fatto a Kamala Harris per quanto riguarda l'America. "Il costo dell’energia che da noi costa molto più che in tutto il resto d’Europa", risponde Tajani, "che è piombo sulle ali delle nostre esportazioni, nonostante l’immensa qualità dei nostri prodotti esportati. Crediamo nella battaglia a favore del nucleare che è ricetta per rendere competitivo il nostro sistema produttivo".