
Foto di Fabio Bozzani
L'evento
Il festival dell'economia del Foglio raccontato dagli universitari
Dall'importanza di cogliere le opportunità della competizione globale al valore della conoscenza come propulsore per le nuove generazioni. I temi centrali e gli interventi degli ospiti, visti con gli occhi degli studenti che hanno seguito l'evento
Pubblichiamo di seguito tre resoconti scritti da Elisa Scardino, Valentina Demelas e Alessia Lapietra, tre studentesse universitarie che hanno seguito il Festival dell'economia del Foglio (qui il video per rivedere l'evento).
In un mondo in continua trasformazione, l’Italia deve guardare alla competizione come a un’opportunità e non come a una minaccia. Questo il tema centrale della IV edizione del Festival Fogliante dell’Economia, organizzato da “Il Foglio” nella Sala delle Colonne presso Banco Bpm a Milano, intitolata “La competizione non fa paura, cercasi nuova agenda”. Gli interventi dei presenti, personalità di spicco e nomi noti del panorama economico del nostro paese, avvocati e giornalisti sono stati davvero tanti e tutti molto interessanti, eccone alcuni.
Apre i lavori Claudio Cerasa, direttore de “Il Foglio”: “Competere significa crescere e migliorarsi. L’Italia non può temere la sfida, deve affrontarla con ambizione.”
Interviene Matteo Cidda, Direttore Comunicazione Banco Bpm, che evidenzia il ruolo della comunicazione nella competizione economica: “Un’azienda competitiva è quella che sa raccontarsi, costruendo fiducia e reputazione. La comunicazione strategica è un fattore determinante per attrarre investimenti e talenti.”
Con il suo stile provocatorio, il giornalista Oscar Giannino incalza: “Troppo spesso preferiamo lamentarci invece di affrontare il cambiamento. La competizione si vince solo se smettiamo di parlarci addosso.”
Federico Freni, sottosegretario al ministero dell’Economia, richiama la necessità di riforme strutturali: “Serve un fisco equo e semplice, meno burocrazia e più incentivi a chi investe e crea lavoro.”
Antonio Misiani, senatore Pd, sottolinea l’importanza dell’inclusione: “La crescita deve essere equa e sostenibile, per evitare che la competizione diventi fonte di disuguaglianze.”
Sul tema della sostenibilità, Stefano Boeri, architetto e urbanista, afferma: “Le città devono essere motori di sviluppo, attrattive per i talenti e resilienti ai cambiamenti climatici.”
Maria Anghileri, esperta di educazione e innovazione didattica, offre una prospettiva incisiva: “La sfida della competizione passa dall’istruzione. Dobbiamo formare giovani capaci di innovare e collaborare. La scuola deve preparare al mondo del lavoro, sviluppando pensiero critico e competenze digitali.” Anghileri sottolinea l’urgenza di un sistema educativo più moderno e connesso alle esigenze del mercato: “Senza un’istruzione di qualità non si può parlare di crescita sostenibile.”
Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, rilancia il ruolo della manifattura: “L’Italia deve guidare la transizione ecologica mantenendo la propria eccellenza industriale.”
L’economista Veronica De Romanis incalza: “Paura del cambiamento e resistenze culturali frenano la nostra competitività. Riforme e innovazione sono imprescindibili.”
A chiudere il dibattito è Ernesto Ruffini, avvocato ed ex direttore dell’Agenzia delle Entrate, con un appello pragmatico: “La competitività richiede un sistema fiscale moderno, chiaro e incentivante. Dobbiamo agire ora.” Le sue parole concludono un evento denso di idee e sfide. Resta un interrogativo: l’Italia saprà cogliere l’opportunità della competizione per costruire un futuro più prospero e inclusivo?
Elisa Scardino
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Sabato 29 marzo 2025 la Sala delle Colonne, sede di Banco Bpm, a Milano, ha ospitato la quarta edizione del Festival Fogliante dell’Economia, organizzato dal quotidiano Il Foglio. Tema di quest’anno: “La competizione non fa paura, cercasi nuova agenda”. Al centro del dibattito, un interrogativo: come rendere più attrattiva l’economia italiana? Quattro ore molto intense in cui si sono susseguiti interventi di figure di spicco del panorama politico, accademico, culturale ed economico del nostro Paese. Ha aperto i lavori il direttore del Foglio Claudio Cerasa, che con ottimismo ha sottolineato il valore di un’agenda come strumento di innovazione. Pianificare il futuro significa trasformare i problemi in opportunità: un approccio indispensabile per non temere la competizione globale, ma, anzi, sfruttarla come motore di crescita.
Sulla scia di questa visione propositiva si sono susseguiti interventi di alto profilo. Alessandro Cattaneo (Responsabile dipartimenti Forza Italia) ha sostenuto che l’Italia deve abbracciare senza timori l’apertura ai mercati, accompagnandola con riforme fiscali e istituzionali. Ha invocato tagli alla burocrazia e incentivi agli investimenti; solo così il Paese potrà accrescere la competitività e attrarre capitali e talenti. L’economista Veronica De Romanis ha avvertito che ridurre il debito e avviare una spending review è cruciale per liberare risorse e restituire credibilità all’Italia sui mercati. Maria Anghileri, presidente dei Giovani di Confindustria, ha puntato il dito contro gli ostacoli che frenano i giovani: burocrazia, credito difficile e formazione inadeguata. La sua ricetta è investire di più nella scuola e nell’occupazione giovanile, per coltivare quel capitale umano, vero motore dell’innovazione.
Il “modello Brescia” illustrato da Laura Castelletti, sindaco della città, dimostra che inclusione e sostenibilità possono andare di pari passo con lo sviluppo economico, rendendo un territorio più attrattivo. Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura di Milano, ha evidenziato la leva culturale: una vita artistica vivace rende le città più attrattive anche sul piano economico. Ha lodato inoltre il mecenatismo, ovvero le donazioni private per la cultura, come esempio di sinergia tra pubblico e privato.
Ernesto Ruffini ha definito l’istruzione un percorso di crescita civica oltre che economica, perché una scuola moderna che formi cittadini consapevoli getta le basi di un’Italia più innovativa e competitiva.
Roberto Parodi ha dipinto con ironia Milano come emblema di innovazione, ma anche di contraddizioni: eccellenze hi-tech convivono con vecchie inefficienze, un promemoria che il Paese deve riconoscere e superare i propri paradossi. Piero Petrucco ha inquadrato la discussione nel contesto del PNRR e delle sfide future. I fondi europei - ha ricordato - sono un’occasione irripetibile per ammodernare il Paese, dalle infrastrutture alla transizione ecologica e digitale fino all’intelligenza artificiale, tuttavia servono visione e concretezza per trasformare i progetti in risultati; solo una strategia a lungo termine potrà fare della competizione globale un volano anziché una minaccia.
Il Festival ha offerto un mosaico di idee per una nuova agenda nazionale: la varietà dei relatori e la vivacità dei dibattiti hanno incarnato lo spirito di rinnovamento. Tanti i relatori intervenuti, alcuni intervistati dai giornalisti Mariarosaria Marchesano, Maurizio Crippa e Stefano Cingolani. Il Foglio si conferma un laboratorio di idee economiche e culturali. Il messaggio emerso è chiaro: la competizione non fa paura se affrontata con lungimiranza e investimenti in riforme, innovazione e capitale umano. Partendo da questa visione comune, l’Italia potrà sicuramente rendersi più attrattiva e affrontare le sfide globali da protagonista.
Valentina Demelas
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Che cos’è la competitività? E soprattutto come si diventa competitivi in un mondo così dinamico e tecnologico? Queste sono le due domande a cui, durante la giornata organizzata dal Foglio “La competizione non fa paura” gli ospiti hanno cercato di dare una risposta.
L’evento ha visto una platea gremita e una lista di ospiti di grande prestigio: giornalisti, professori, componenti delle istituzioni e del mondo politico, tutti impegnati a rispondere a questi interrogativi. Non sono mancate critiche sulla gestione dei fondi pubblici, sul Pnrr e sulla giustizia, ma l’obiettivo comune era dimostrare che cosa sia la competitività e come raggiungerla.
La giornata è stata dedicata alla comprensione del momento storico attuale, con l’obiettivo di creare una nuova agenda basata su tre punti da sviluppare: innovazione, attrattività e competitività. Questi tre temi sono stati declinati in modo diverso dai vari relatori. Il Responsabile della Comunicazione del Banco Bpm, in qualità di ospitante dell’evento, ha posto l’accento sulla concorrenza e sull’importanza della democrazia come fattore determinante del vivere occidentale, entrambi fanno parte dell’equazione che rende il sistema economico solido e attrattivo. Si è evidenziato come il fattore competitivo sia il sapersi adattare al cambiamento e come si possano supportare le imprese anche grazie alla cosiddetta biodiversità bancaria. Le imprese non più come il solo motore finanziario ma creatori di valore per il territorio tramite la cooperazione e l’equilibrio di più agenti sociali.
Tra i temi trattati durante la giornata non sono mancate le riflessioni su infrastrutture, rigenerazione urbana, protezione del territorio e, soprattutto, sugli aiuti per la casa. Numerosi ospiti hanno sottolineato che digitalizzazione, potenziamento e rigenerazione sono le tre chiavi per rendere il paese più competitivo sui mercati internazionali, rendendolo stimolante ed attrattivo. Il disagio abitativo di milioni di famiglie acuito dall’aumento dei prezzi e dei costi delle abitazioni è stato indicato come una priorità delle questioni pubbliche da risolvere, per garantire un sistema solido con più agenti che cooperano tra di loro e per una maggiore equità sociale. La casa come un modello di valori.
Un altro argomento di grande rilevanza è stato il debito pubblico e la difesa europea. L’economista Veronica De Romanis ha spiegato come in un contesto di elevato indebitamento, gli spazi di manovra in un paese si riducano drasticamente. Ha sottolineato di non limitare la spesa pubblica alla sola difesa, ma di destinarla anche a sanità, istruzione e infrastrutture. Il debito non è un alibi. Ridurre, ricomporre e selezione le spese sono stati indicati come obiettivi fondamentali per i governi.
Si è discusso anche di salari reali e inflazione, fenomeni che preoccupano la popolazione, e soprattutto la porzione socialmente ed economicamente svantaggiata. È emersa la necessita di politiche economiche che promuovano equità e stabilità.
Inoltre, è stato trattato il tema dell’istruzione e degli investimenti nelle scuole come elementi essenziali affinché si possa avere un sistema paese che funzioni, che sia equo ed equilibrato e che possa essere competitivo in qualsiasi mercato. Il valore della conoscenza come propulsore per le nuove generazioni di imprenditori ed imprenditrici; molteplici ospiti hanno precisato come uno degli ostacoli principali per la crescita di un paese sia la fuga dei talenti e cercare di trattenere il capitale umano che emigra verso altri paesi. L’investimento sui giovani e sul ricambio generazionale come un rimedio alla sedentarietà del mercato e alla lentezza delle imprese.
In conclusione, si è discusso dell’Europa come garante dell’unità e del mercato libero, in cui i dazi di Trump non fanno paura e non trascinano aziende verso la crisi. Il valore del Made in Italy che non è costituito solo da manifattura, moda ed export, ma è composto da persone che creano valore attraverso il loro lavoro; un lavoro che adesso è affiancato anche dall’intelligenza artificiale, una nuova frontiera di scoperta e un’opportunità per l’Italia di crescita.
Dagli interventi è emersa una risposta per ogni domanda posta all’inizio dell’evento. La competitività è la somma di fattori di crescita, attrattività e investimenti, raggiungibile tramite la cooperazione e l’integrazione di capitale e lavoro.
Alessia Lapietra