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Sabato e domenica nel Foglio. Che cosa c'è nell'inserto culturale del fine settimana

Redazione

Come tutti i weekend nel giornale ci sono dodici pagine di inserto culturale

Come tutti i weekend nel giornale ci sono dodici pagine di inserto culturale. Ecco che cosa trovate in edicola (e potete scaricare qui dalle 11 di venerdì)

 


 

- Siamo tutti figli della tv – L’illusione grillina della partecipazione attiva come nel televoto. Il governo Lega-Movimento 5 stelle non nasce per caso. Ha radici televisive lontane. Cominciò Tortora con “L’altra campana” – di Andrea Minuz

 

- I primi en marche – Macron da un anno all’Eliseo. Un “volo di notte” (c’entra Antoine de Saint-Exupery) cominciato in segreto con pochi fedelissimi – di Mauro Zanon

 

Il paese dei porcellini – Ricordate i “Piigs”, che comprendevano Grecia, Spagna, Portogallo? Rischia di restarci solo l’Italia – di Stefano Cingolani

 

- E venne il giorno – Quando il nostro mondo ha smesso di essere cristiano? Nel 1965 Guillaume Cuchet racconta il tracollo da cui non ci siamo mai ripresi - di Giulio Meotti 

 

- La Lega che non c’è più - La Padania e il federalismo, la bottega e il “ghe pensi mi”, le sparate di Bossi. Sono rimasti solo i negher – di Michele Brambilla

 

- Accanto a un coach leggendarioIl football che insegna a vivere e a essere americani – In questo rettangolo di 120 yarde per 54 e 1/3 le regole sono chiare. E altre cose sono spesso quelle dei film di Hollywood di una volta: belle e possibili. Lo sport, la squadra, la volontà e il dovere negli anni del liceo – di Marco Del Freo

 

Architetture d’ansia – Pieni e vuoti, spazi liberi e terrazze metafisiche. Apre a Venezia la Biennale dell’età dell’incertezza – di Michele Masneri

 

Cantami, o diva – Le opere di Verdi, il Nobel a Dylan. “Da Omero al rock”: un libro spiega perché non si è mai interrotto il rapporto tra musica e letteratura – di Maurizio Stefanini e Marco Zoppas

  

- Nuovo cinema Mancuso, una pagina con le recensioni delle ultime uscite nelle sale, con un occhio speciale al Festival di Cannes, di Mariarosa Mancuso

 

L’arte fuori dall’ombra – Il nuovo è stato la spina dorsale della modernità. Poi è venuto il postmoderno. E oggi, l’epoca in cui le opere non sanno come collocarsi nella storia. Unico paradigma per assegnare il valore, il prezzo – di Ugo Nespolo

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