“L'Italia non è ma stata così isolata in Europa”
Alla Festa del Foglio il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, parla del presente e del futuro del nostro paese. E lancia la sfida ai gialloverdi in vista delle Europee
Un'Italia isolata in Europa, con un governo che, invece di “spingere gli italiani a stare meglio, a crescere, li spinge verso il basso. Li mortifica”. La fotografia che Antonio Tajani scatta dal palco della Festa del Foglio a Firenze sembra tutto fuorché un manifesto dell'ottimismo. “Mala tempora currunt” dice il presidente del Parlamento europeo parlando del presente del nostro paese.
E per lui, che osserva da Bruxelles, la cosa è doppiamente dolorosa. “In questo momento - dice - l'Italia è completamente isolata in Europa. Neanche quelli che ci sono sempre stati presentati come alleati dell'attuale governo ne condividono le scelte. Continuiamo a fare dichiarazioni di guerra contro l'Europa, ma se sei isolato sei condannato all'irrilevanza. Non ho mai visto il Paese in una tale posizione di debolezza”.
In ogni caso Tajani vede, davanti a sé, anche una possibilità di riscatto. L'appuntamento è, ovviamente, alle elezioni europee del prossimo anno. Quando, spiega l'esponente di Forza Italia, “l'area di consenso che noi chiamiamo 'l'altra Italia'” sarà a chiamata a difendere ciò in cui crede. “Esiste un'alternativa al sovranismo e al populismo - assicura -, il nostro obiettivo è unire, in vista delle Europee, tutti i movimenti di area liberale e cristiana impegnati a difendere l'Ue. Perché la sfida del prossimo maggio sarà nette: Europa sì, Europa no”.
“L'Europa - aggiunge Tajani - è la nostra garanzia. Cosa possiamo fare da soli? Questo, ovviamente, non vuol dire essere anti-italiani, anti-patriottici. Io sono europeo perché sono italiano. Certo, l'Ue così com'è non va. Occorre rimettere al centro la politica affinché guidi la burocrazia nella giusta direzione. Ma la cosa importante è che si può essere patrioti italiani e patrioti europei. Anzi, le due cose coincidono. Senza la nostra scienza, la nostra cultura, la nostra storia l'Europa non esisterebbe. E non sarebbe un modello di civiltà. Nessuno difende i diritti dell'uomo come fa l'Europa. Questo perché abbiamo messo sempre al centro la persona. E noi non possiamo rinunciare a questo”.
C'è però un tema che non può essere ignorato. Alle ultime Politiche la Lega si è presentata in coalizione con il centrodestra. Oggi governa con il M5s. E alle prossime Europee? Forza Italia si aggregherà al fronte sovranista o lo combatterà? “Anzitutto va detto che la prospettiva di Forza Italia è saldamente ancorata al Partito popolare europeo. Io fatico un po' a capire bene cosa voglia dire la parola 'sovranismo', ma credo che da parte nostra non dobbiamo fornire né spunti, né scuse perché la Lega continui il suo matrimonio con il M5s. Se poi Salvini decide di abbandonare la via del centrodestra è una decisione che prenderà lui. Noi siamo rimasti fedeli alle promesse fatte agli elettori che ci hanno votato il 4 marzo. Non mi sembra che, soprattutto per quanto riguarda la politica economica, i deputati della Lega stiano portando avanti il programma che gli ha permesso di arrivare in Parlamento”.
A questo punto Tajani elenca tutto ciò che non va nella Manovra gialloverde: “Le tasse resteranno invariate, non si faranno infrastrutture, non ci sarà la flat tax, non verrà portata avanti una politica per la crescita, ci sarà il reddito di cittadinanza che è eticamente inaccettabile. Nulla di questo era nel programma del centrodestra”. Ma se questa è la premessa la domanda è d'obbligo: perché accordarsi con i sovranisti gialloverdi per eleggere Marcello Foa presidente della Rai? “Per evitare lo stallo. Per il bene del paese. La Lega ci aveva promesso che nella Manovra avrebbe difeso principi e valori del centrodestra, quelli che avevano portato tanti imprenditori a guardare la Lega. Non mi pare stia avvenendo. E i discorsi degli imprenditori, oggi, non mi sembrano proprio di sostegno al governo”.
Il presidente del Parlamento europeo, ovviamente, ha anche delle proposte alternative a quelle presentate dall'esecutivo. A cominciare dal tema del lavoro. “Io, invece di dare 780 euro a chi rimane sul divano - spiega - avrei usato quelle risorse per abbattere il cuneo fiscale e spingere le imprese ad assumere giovani. Solo il lavoro dà dignità, non certo l'assistenzialismo di Stato. Io non voglio che la politica mortifichi i cittadini, ma che li metta in condizione di crescere attraverso il lavoro”.
C'è poi il nodo banche. “Il governo sta mandando in frantumi i risparmi degli italiani. Le banche non sono nemici da abbattere sono i luoghi dove si trovano i nostri soldi”. Senza dimenticare il tema dell'evasione. “Come si fa a non ricordare che è proprio lo Stato, con i crediti non pagati alle piccole e medie imprese, il più grande evasore del nostro paese”.
Insomma, per Tajani, “se tutto coloro che credono nell'importanza dell'Europa, nella difesa della sua identità, si metteranno in moto, alle Europee c'è possibilità di vincere. E vincere significa anzitutto impedire il suicidio dell'Italia. Perché il governo è vulnerabile. Oggi dice delle cose e domani? Qual è l'identità del paese che vogliono i gialloverdi? La Padania, quello dove i parlamentari vengono estratti a sorte, o quello di chi insulta il capo dello Stato? Uno può anche essere critico, ma non si possono insultare Sergio Mattarella e Mario Draghi, peraltro senza avere i fondamentali. La democrazia dei like non è democrazia. Altro che popolo sovrano. Siamo in mano a un clown che non ha alcun diritto per dire certe cose. Hanno solo voglia di comandare e fomentare l'odio sociale”.
Il Foglio sportivo - in corpore sano