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Il Salone del Mobile e l'ottimismo

Redazione

Piccolo gioco del Monopoli attorno al sogno di portare l’Ema in città

L’ultimo in ordine di tempo a sbilanciarsi è Luca Pani, ex direttore generale dell’Aifa e membro dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco: “L’Italia ha le stesse chance o forse qualcuna in più di tutti gli altri paesi europei, in particolare i suoi punti di forza sono quello di avere un tessuto accademico e clinico molto rispettato”. Si sa che Beppe Sala e Bobo Maroni lavorano ma non aprono bocca; si sa che l’industria farmaceutica tifa, ma ufficialmente silenziosa. Così tiene banco la questione, non secondaria, di avere pronta, o decisa, una sede da offrire. Nel caso. La volontà di Maroni sarebbe quella di collocare Ema a Sesto San Giovanni, nella ex area Falck a fianco della “sua” futura Città della Salute. Idea non condivisa da Sala per un paio di motivi. Il sindaco preferirebbe Milano città (più prestigiosa e appetibile la location). Qualcuno ha fatto trapelare addirittura una voce a proposito del Pirellone, oggi riempito – ma secondo molti sottoutilizzato – dal Consiglio regionale e dai gruppi politici. Ma l’idea del Pirelli si scontra con la storia di questo edificio, simbolo di Milano e della Lombardia. Vuoi vedere che tra la Città della Salute e il Pirelli ci sta il “Pirellino”, l’edificio del Comune che sta in via Melchiorre Gioia a un passo dal Pirellone? Pare proprio che l’idea possa essere questa. Il Pirellino ha un grave problema di bonifiche da attuare al modico costo di 60 milioni di euro. Il governo ha stanziato 56 milioni per attrarre Ema a Milano: ma usarli tutti per sistemare il “Pirellino” non è probabile. Si deve decidere in tempi brevi. La Commissione europea vuole dare un segnale forte a Londra smobilitando Ema in 12 mesi: decisione sul trasloco entro l’anno, trasloco completato l’anno prossimo. Ma resistono anche altre possibilità. Giuseppe Bonomi, ad di Arexpo, gradirebbe realizzare sull’area anche la sede di Ema. Sarebbe un segnale agli operatori, chiamati a rispondere al bando di oltre due miliardi per realizzare le funzioni private nell’area. Non sarebbe impossibile per Arexpo rispettare i tempi chiesti da Ema, perché in due anni si può costruire la sede, ma i servizi e il contesto richiederebbero molto più tempo. In questo caso, ad Arexpo, potrebbe correre in aiuto Euromilano, con l’area di Cascina Merlata, adiacente al sito: come già fece con Expo, quando realizzò i parcheggi e il villaggio per le delegazioni. Ci sono anche i grandi operatori delle trasformazioni urbane alla finestra: Citylife, che deve realizzare la terza torre, o la Coima di Manfredi Catella, che ha in corso di ristrutturazione il palazzo che ospitava la sede milanese di Inps.

 

Roberto Snaidero, presidente del Salone del Mobile, sente il vento in poppa in vista dell’apertura della 56esima edizione (4-9 aprile). “Stiamo lavorando molto bene anche col Fuorisalone”. Al punto che un gruppo come Material ConneXion Italia ha deciso di organizzare a Superstudio il Materials Village 2017, dedicato a materiali, nuove tecnologie e sostenibilità. “Stiamo lavorando assieme al comune di Milano e i risultati si vedono. Milano è la capitale del design e il Salone del Mobile è una delle eccellenze”. Bisogna insistere per far confessare a Snaidero che qualche problema c’è, ma non con l’amministrazione comunale: “Uno dei grossi problemi che abbiamo su Milano è quello degli alberghi, uno degli aspetti da cambiare. Ma il grosso è stato fatto”, si affretta a chiarire. D’altra parte Snaidero completa un percorso nel quale anche il governo di Roma ha fatto la sua parte, coi bonus che “ci hanno fatto recuperare fatturato”, spiega il presidente. “Il Salone del Mobile viaggia verso la meta di aprile con marcato ottimismo sia da parte delle aziende che di noi organizzatori”, spiega ancora Snaidero. Anche per le buone “performance del settore nei primi dieci mesi del 2016, che fanno sperare di poter confermare questa tendenza anche nei prossimi mesi. L’arredo italiano è in continua crescita su quasi tutti i mercati internazionali. La forte vocazione internazionale del Salone ha infatti richiamato alla scorsa edizione un 67% di operatori esteri di alto profilo e con forte potere di acquisto”. Bene l’export nei primi dieci mesi del 2016, tra gennaio e ottobre dello scorso ha hanno superato gli 11 miliardi di euro, con segnali di crescita importanti soprattutto in Francia (+5,3%), Stati Uniti (+8,1%) e Cina (+18,4%). E la primavera dovrebbe restituire a Milano la spinta di Expo. Sono previsti infatti, subito dopo le rassegne dedicate alla moda, oltre al Salone del Mobile e al Fuorisalone, Tutto food con la Food Week in città e Tempo di Libri, al debutto.

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