Perché il pragmatico Fontana potrebbe aiutare Salvini a mandare a casa Toninelli
Il presidente della Regione Lombardia è un leghista non ideologico, di quelli che badano al sodo
Il vero nemico dei Cinque stelle in Lombardia, se ci si mettesse di buzzo buono e con un po’ della cattiveria politica che forse invece gli manca, ha un nome e un cognome: Attilio Fontana. E non soltanto perché l’altro competitor, Beppe Sala, è giocoforza impegnato a ritagliarsi un posizionamento anti Salvini interno alla sinistra. Ma perché Fontana è un leghista non ideologico, di quelli che badano al sodo. E sa benissimo come la pensano i suoi amministratori, e persino molti nel suo partito, e di cosa ha bisogno la sua regione. E’ lui, infatti, che ha sparato alzo zero contro i nemici della Tav (il M5s) con una lunga e puntuta intervista al Corriere. E’ lui che ha spiegato a chiare lettere (a Toninelli) che sulla Pedemontana lombarda non accetta compromessi al ribasso: va fatta, punto. E non c’è da dubitare che la prossima puntata della disfida con Toninelli e soci si chiamerà Trenord.
La Lombardia attende dalle Ferrovie dello Stato una risposta chiara sul sostegno al trasporto locale, ma mentre le FS della stagione Mazzoncini erano disposte a mettere sulle rotaie lombarde 130 nuovi treni, ora Toninelli è pronto a buttare le risorse di FS nel salvataggio-naufragio di Alitalia. E allora, mentre dal Veneto alla Lombardia monta la protesta degli imprenditori e il mal di pancia dei leghisti per la dissennata politica dei Cinque stelle sulle infrastrutture – e metteteci anche il Terzo valico – Attilio Fontana, con i suoi canali diplomatici nel partito, potrebbe essere il Grillo Parlante capace di mettere nella testa del suo Capitano un paio di ideuzze. Tipo: ma lo vogliamo rimpatriare su un barcone, Toninelli, e mettere finalmente un ministro alle Infrastrutture?