La finestra della ripresa può socchiudersi
L’Ocse è più ottimista del governo per il 2017, ma non è il caso di esultare
L’economia mondiale è in pista per il suo migliore anno dal 2010 visto che sia gli Stati Uniti sia l’Eurozona crescono più rapidamente di quanto previsto. Lo dice l’Economic outlook semestrale dell’Ocse che ritocca al rialzo le stime di crescita per diversi paesi nel 2017, ma aggiunge che la situazione potrebbe peggiorare in seguito. Il centro studi dell’Ocse migliora le stime sull’Italia (e sulla Francia) e per quest’anno prevede una crescita del pil dell’1,6 per cento, quando nelle proiezioni d’autunno stimava l’1,4 e a inizio anno l’1 per cento. Da un lato, ha avuto un ruolo il progressivo miglioramento dell’economia. Dall’altro, è evidente il comportamento degli uffici di statistica delle organizzazioni nazionali e internazionali che quando la crisi morde tendono a essere più ottimisti sul futuro, mentre sono più conservativi e prudenti quando una schiarita è dietro l’angolo. Le previsioni di crescita per l’Italia sono anche migliori di quelle governative (dello 0,1 per cento) al punto che il ministro Pier Carlo Padoan, già vicesegretario generale Ocse, ha definito i dati “lusinghieri”. Se le cifre fanno contento il legislatore è difficile dire se sono percepite allo stesso modo dalla popolazione. L’Ocse invita a proseguire con le riforme (incoraggiare il recupero dei crediti deteriorati) e a non smontare quelle fatte (mantenere il legame tra pensioni e l’aspettativa di vita) anche dopo le elezioni, perché nel prossimo biennio la crescita europea fletterà in basso, anche in Italia (più 1,5 nel 2018, più 1,3 nel 2019). Poi la sollecitazione rivolta alla Bce dall’Ocse di non alzare i tassi prima del 2020 – potrebbe farlo a fine 2019, dopo l’inizio del ritiro del Quantitative easing – indica che la ripresa dipende da stimoli monetari in assenza (o in attesa) di politiche efficaci dei governi.
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