Cosa succede se Merkel va a sinistra
Porterà altri voti alla destra anti sistema? Scrive lo Spiegel
"Angela Merkel è a capo dell’Unione cristiano-democratica (Cdu) da diciassette anni, sei mesi e quattro giorni, eppure è ancora in grado di sorprendere il proprio partito”. Esordisce così, su Der Spiegel, un’analisi di Melanie Amann sul futuro ideologico della Democrazia cristiana tedesca. “Lo scorso sabato (il 14 ottobre, ndr) ha fatto capolino al congresso organizzato dalla federazione giovanile della Cdu, la Junge Union. La nuova generazione del partito si inserisce nell’avanguardia conservatrice della Cdu, spesso sostenendo politici che non vedono di buon occhio la cancelliera”.
Jens Spahn ad esempio, il giovane e carismatico viceministro delle Finanze, allo stesso congresso ha indicato “l’elefante nella stanza che nessuno secondo lui ha il coraggio di affrontare: la politica migratoria del governo. ‘C’è qualcuno qui che è seriamente convinto che la ragione per cui abbiamo perso dodici punti nei confronti dell’Afd in Baden-Württemberg sono le nostre politiche sulla cura degli anziani?’. Se c’è una persona che ne è seriamente convinta, è Angela Merkel. Al congresso ha parlato dei bassi salari dei badanti degli anziani, delle famiglie che non si possono permettere una casa nelle città tedesche. Ha parlato delle persone che stanno invecchiando e che dopo 45 anni di lavoro si accorgono che le loro pensioni non bastano. Dopo che la Merkel ha lasciato il congresso è parso chiaro a tutti che la sua risposta all’ascesa della destra populista dell’Afd era uno spostamento del partito a sinistra. Sarebbe ovviamente futile contestare alla Merkel di aver imposto al paese una dieta di austerità e rigore economico, negli ultimi anni. Ha approvato il salario minimo, ha spinto per ridurre l’età pensionabile a 63 anni, ha firmato la legge della cosiddetta ‘pensione della madre’, un trasferimento statale a donne anziane che tiene conto degli anni passati a crescere i figli. Alcuni all’interno del partito ritengono sia impossibile spostarsi ulteriormente a sinistra. La Cdu/Csu ha fatto così male, in questa elezione (il suo peggior risultato degli ultimi sessant’anni, ndr), perché ha perso 1,6 milioni di voti andati al Partito democratico libero (Fdp) pro-business, che ha assorbito molti più ex voti cristiano-democratici di qualunque altro partito. Invertire questa tendenza spostandosi a sinistra pare poco ortodosso, per usare un eufemismo. La cancelliera crede che una ‘coalizione Jamaica’ (dai colori dei partiti coinvolti: il nero della Cdu, il giallo dell’Fdp e il verde dei Verdi, ndr) lasci poche alternative al suo partito se non quella di posizionarsi a favore dei pensionati e dei lavoratori a basso reddito. Fintanto che il tasso di disoccupazione rimane basso, nessuno metterà in discussione la politica economica della Merkel, per cui non ha molto senso competere con i liberali dell’Fdp. La domanda piuttosto è: il suo nuovo approccio riporterà i milioni di voti persi per quelli che hanno cambiato barca e votato per l’Afd?”.
Il Foglio internazionale