Le élite vogliono una grande coalizione
Secondo il Wall Street Journal sarebbe l’unico mezzo per dare vigore all’Italia
Il problema politico del popolo italiano risale al 1861 quando, secondo il Wall Street Journal, come disse Massimo d’Azeglio, fatta l’Italia bisognava ancora fare gli italiani. Per il giornalista Simon Nixon gli italiani ancora non sono stati fatti e questa nuova campagna elettorale ce ne sta dando una prova. “L’Italia – scrive Nixon – è sopravvissuta come stato, ma ancora esiste un baratro tra le élite liberali ed europeiste e una massa diffidente che resiste alla modernizzazione”. Dal periodo post bellico fino a oggi, il sistema politico, messo a punto dalla classe dirigente dell’epoca, era riuscito ad arginare l’insorgere di movimenti o gruppi che potessero destabilizzare il tentativo di modernizzare l’Italia e di garantirle un futuro in Europa. Ora le elezioni del 4 marzo, per la prima volta dopo il secondo conflitto mondiale, rischiano seriamente di interrompere il cammino della nazione lungo il sentiero europeo.
Il Movimento 5 stelle ha un supporto che si aggira attorno al 30 per cento e, secondo il giornale americano, anche la coalizione di centro destra che ha al suo interno partiti populisti come la Lega e Fratelli d’Italia potrebbe arrivare ad avere il 35 per cento dei consensi. Mentre il Partito democratico, stando ai sondaggi citati dal Wall Street Journal, sarebbe al 23 per cento. Le élite potrebbero però avere un piano di fondamentale importanza per il futuro del paese: una grande coalizione centrista che tenga insieme Pd e FI sotto la guida dell’attuale primo ministro Paolo Gentiloni. “Qualcuno potrebbe dire che siamo davanti alla reincarnazione della Democrazia cristiana”, commenta Nixon.
La sorte dell’Italia dopo il 4 marzo sta suscitando crescente ansia nella classe dirigente e le domande cruciali sono: il Partito democratico e Forza Italia avranno insieme abbastanza voti per formare una coalizione? Se invece dovessero essere i Cinque stelle a unirsi con la Lega? ll problema nell’Italia del 2018 è lo stesso del Regno d’Italia del 1861, gli italiani non sono pronti e la gente stenta a riconoscere il valore di un progetto che la classe dirigente ha studiato per fornire una soluzione ai problemi dell’Italia. Contrariamente ad altre nazioni europee, che Nixon non cita esplicitamente, la sfiducia degli italiani nei confronti della classe dirigente probabilmente risale alla colpa primigenia dell’unità d’Italia. Nata dal progetto di un’élite anziché dall’impeto dell’entusiasmo nazionale.
Secondo il Wall Street Journal la salvezza politica del paese dipende da quello che riuscirà a fare Matteo Renzi. Potrà risollevare le sorti del suo partito e convincere gli indecisi? Il segretario del Pd ha una chiara linea europeista ed è determinato dalla volontà di modernizzare il paese, ma al suo partito sta facendo più male che bene, soprattutto perché “è oggetto di antipatia da parte dell’elettorato”. Una grande coalizione – conclude Nixon – è la ricetta per salvare il paese e per proseguire la strada della modernizzazione.