E' sempre colpa del neoliberismo
La sinistra, scrive Kristian Niemietz su CapX, ha vinto il dibattito sull’economia: qualsiasi cosa accada, in cinque minuti si trova sempre una spiegazione. La stessa
La sinistra ha vinto il dibattito sull’economia” ha scritto su CapX Kristian Niemietz, direttore ricerche su sanità e welfare all’Institute of Economic Affairs di Londra. “Lo si evince dal fatto che qualsiasi cosa accada nel mondo, bastano cinque minuti perché qualcuno abbia già trovato una spiegazione per l’evento, che in qualche modo rappresenta ‘l’ennesima messa in stato d’accusa del neoliberismo’. Entro i successivi quindici minuti, quest’interpretazione diventa la narrativa dominante.
E’ successo dopo la tragedia della Grenfell Tower. E’ avvenuto di nuovo con il collasso di Carillion. Il fallimento di una singola azienda è diventato l’aneddoto simbolo del ‘racket dell’outsourcing’ in generale. L’outsourcing è visto come un pilastro centrale della visione del mondo neoliberista. A quanto pare, i neoliberisti credono che l’outsourcing sia sempre un bene, e che la fornitura di servizi in-house sia sempre un male. (…) In realtà la prospettiva liberale è questa: nessuno può sapere, a priori, quale sia la struttura ‘ottimale’ di un’industria. Nessuno può sapere quali attività possano essere organizzate all’interno di una stessa struttura in maniera efficiente, e quale sia la divisione più accurata tra due o più strutture indipendenti. Il modo migliore per scoprirlo è attraverso un processo di tentativi ed errori, in altre parole un processo di competizione di mercato.
Abbiamo bisogno di attori economici diversi che provino diversi modelli di business, in competizione tra loro. Alcuni magari faranno largo uso di outsourcing, altri vi ricorreranno ben poco, e magari tutti ricorreranno all’outsourcing per servizi diversi forniti in maniera diversa. Alcuni di questi modelli funzioneranno meglio di altri, e si espanderanno. Quelli che non funzioneranno si adatteranno alle esigenze dei consumatori oppure spariranno. Le agenzie governative sono ampiamente protette dalle pressioni competitive. Se fanno troppo outsourcing, o troppo poco, o dei servizi sbagliati, possono continuare a farlo per molto più tempo di quanto possa farlo un attore privato. Nel settore pubblico non c’è nessun meccanismo di autocorrezione sufficientemente forte. Comunque, un processo di scoperta che assomiglia a quello di un vero mercato è meglio di nulla, perciò dal mio punto di vista ‘neoliberale’ non vi è nessuna differenza tra l’outsourcing del settore privato e quello del settore pubblico. Quest’ultimo dovrebbe avere un budget specifico per funzioni specifiche. In che modo la Pa voglia fornire determinati servizi sta ad essa deciderlo. Dovrebbe essere libera di stabilire fino a che punto fornirli direttamente e fino a che punto affidarli a società esterne”. Se tali decisioni si rivelano errate, però, non è certo colpa del ‘neoliberismo’, ma semplicemente di chi ha preso quelle decisioni, che potevano essere prese meglio. Nel pubblico come nel privato.
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