Un poster di Assad, alla periferia di Damasco (foto LaPresse)

E' nato il nuovo “asse del male”

Redazione

E' quello tra Corea del nord e Siria, e per fermarlo, secondo il New York Times, serve una nuova fede nel “mondo libero”

E’ davvero un asse del male” ha tuonato Bret Stephens sul New York Times. “Questa settimana (la prima di marzo, ndt) il Times ha riportato che gli investigatori delle Nazioni Unite hanno compilato un dossier di oltre duecento pagine contenenti ingenti prove che la Corea del nord starebbe fornendo al regime siriano di Bashar al Assad potenziali armi chimiche e componenti di missili balistici. Già in passato Pyongyang aveva tentato di rifornire Assad con un reattore nucleare, finché gli israeliani non lo hanno distrutto con un raid aereo, nel 2007. Pyongyang non è l’unica aiutante di Damasco. Lo scorso novembre Mosca, che fornisce ad Assad contingenti aerei per bombardare il suo stesso popolo, brandì il suo decimo e undicesimo veto, in difesa del governo siriano, nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che avrebbe istituito un gruppo separato di esperti col compito di investigare l’uso di armi chimiche in Siria.

 

Pechino ha usato il suo veto per aiutare Assad ben sei volte. C’è poi l’Iran, che si è fatto carico della sopravvivenza di Assad sin dall’inizio delle rivolte contro di lui nel 2011. Attraverso Hezbollah, il suo tramite libanese, Teheran ha fornito ad Assad i più efficaci e spietati dei suoi contingenti militari. Ma perché un teocrate sciita, un cleptocrate russo, un ciccione coreano e un imperatore cinese dovrebbero allearsi così apertamente per salvare una dittatura baathista tanto fragile quanto criminale? Non ce lo si chiede abbastanza spesso. Nessuno di loro condivide un confine, una lingua, una religione né un’ideologia politica, con Assad. E ognuno ha pagato a caro prezzo il proprio interventismo”, sia in termini di vittime umane, sia in termini finanziari e di immagine politica.

 

“Ci sono, però, interessi che vanno al di là della vita e del denaro. Alcuni di questi sono relativamente minori. L’Iran vuole mantenere il cosiddetto crescendo sciita. La Russia spera di usare la propria posizione in Siria per ottenere concessioni sull’Ucraina. La Cina vuole ricostruire la Siria quando sarà tutto finito. La Corea del nord è semplicemente fuori di testa. E poi c’è anche il collettivo interesse che hanno in Dittatura s.p.a.”, la multinazionale che vuole abbattere l’occidente e i suoi valori, la cui bancarotta richiede “un’amministrazione capace di progettare, coordinare ed eseguire una strategia militare e diplomatica coerente. Noi non ne abbiamo una. Richiede un presidente che comprenda i benefici della Pax americana, che non consideri la politica estera una serie in fila di giochi, che sia capace federare i propri alleati in una causa comune. Sopratutto, serve un vero credo in quel che un tempo era noto come ‘mondo libero’: nei suoi comuni principi morali, nei suoi interessi generali, nelle sue ambizioni di lungo temine. Non abbiamo nemmeno questo. L’asse del male è tornato per davvero (non che fosse mai effettivamente scomparso del tutto). La causa della libertà attende di essere salvata”. (Tommaso Alberini)

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