“Non posso fare a meno di sentirmi un po' dispiaciuta per i maschi bianchi”

Redazione

La scrittrice Lione Shriver confessa di odiare “la conformità e la velocità con cui le persone adottano le mode dall’oggi al domani”

Culto del fitness, appropriazione culturale, discriminazione positiva… La grande scrittrice americana sbertuccia le nevrosi contemporanee. In inglese, Lionel Shriver è colei che viene definita “contrarian”. Ossia una persona che non può fare a meno di opporsi all’opinione generale. Autrice di “Dobbiamo parlare di Kevin” e opinionista corrosiva dello Spectator, la grande romanziera ama “cercare i problemi”, come ha riassunto bene il New Yorker. Oltre al culto del fitness, Lionel Shriver, americana installata a Londra, prende di mira un’altra religione contemporanea: il wokismo. La scrittrice confessa di odiare “il conformismo e la velocità con cui le persone, in maniera incosciente, adottano le mode dall’oggi al domani”. La Shriver passa al setaccio tutte le nevrosi contemporanee, dagli orologi connessi Fitbit all’appropriazione culturale. 

 

L’Express – Perché ha scritto un romanzo, “Quatre heures, vingt-deux minutes et dix-huit secondes (Belfond), che si prende gioco del culto dell’esercizio fisico e del running? Lei è molto sportiva…

 

Lionel Shriver – Sono stata fisicamente attiva nella mia vita. Ma il fitness e l’ossessione per la performance sono ormai un fenomeno culturale. Durante la mia esistenza, ho visto dunque quella che era un’occupazione molto privata diventare un’ossessione sociale, fatto che non mi piace. 

 

Una nuova religione…

 

Mi piace correre tutti i giorni. Ma non è ciò che mi rende interessante – nel caso lo fossi. Correre è semplicemente qualcosa di meccanico. Ora, tuttavia, tendiamo ad attribuire agli esercizi fisici delle qualità spirituali. E la costante competizione mi mette altrettanto a disagio. Le vostre performance sportive sono ormai una questione di status sociale. Ma mettere online il tempo che avete impiegato per percorrere una certa distanza o il numero di chili che avete perso, è semplicemente noioso. Ci si sbaglia quando si presenta l’attività sportiva come qualcosa di nobile e eroico. 

 

In un romanzo sullo sport, lei non può fare a meno di prendersela con l’ideologia woke. Il suo personaggio, Remington, che lavorava nei servizi di trasporto della città di New York, è stato licenziato per razzismo e misoginia per via di un conflitto con una superiore afro-americana incompetente. Non è una caricatura? 

 

Non ho potuto resistere, tanto più che il fenomeno continua a svilupparsi. Ciò che accade al mio personaggio è certamente una caricatura, ma soltanto di pochi millimetri. Gli Stati Uniti applicano la discriminazione positiva da cinquant’anni a questa parte, soprattutto nel mondo scolastico, ma anche nel mondo professionale. Con l’attuale ossessione per la razza, c’è la moda di favorire il reclutamento dei membri di certi gruppi etnici. Ma il fatto di non assumere il candidato più competente per un lavoro, crea delle frustrazioni. L’economista nero Glenn Loury ha mostrato gli effetti perversi della discriminazione positiva. Scrivendo questa parte della storia, sapevo che non ero obbligata a farlo. Ma mi piace essere solidale con le persone con cui non dovrei avere empatia. Attualmente, non posso fare a meno di sentirmi un po’ dispiaciuta per i maschi bianchi americani.

 

“Optate per la dolcezza e siete un pavido. Continuate a fare la vostra parte di lavoro da uomo e siete non solo una persona grezza, ma anche una vestigia del passato”, si legge nel suo libro…

 

Penso sinceramente che sia difficile essere un uomo in questo momento. Gli uomini sono persi e paralizzati rispetto a ciò che ci si attende da loro. E’ una situazione che produce solo dei perdenti, perché la verità è che le donne sono sempre attratte da certi standard della mascolinità. Ma allo stesso tempo, se li esprimi in quanto uomo, ciò può essere pericoloso da un punto di vista sociale per voi. Non sapete mai dove sono i limiti, come bisogna comportarsi in un quadro di seduzione. Penso del resto che la recessione sessuale tra i giovani americani, che è stata documentata statisticamente dalla psicologa Jean M. Twenge, sia certamente accelerata dalle nuove tecnologie, ma anche dal fatto che è diventato molto complicato avere delle relazioni sessuali. Posso capire che alcuni vogliano rifugiarsi soli nella loro camera (risate). 

  

La sua eroina, Serenata, che è una voce off per i videogiochi, si chiede se ha ancora il diritto di mimare gli accenti delle minoranze…

 

Certo che ne ha il diritto! E’ l’essenza del suo mestiere quella di adottare diversi tipi di intonazione. Ma persino i comici oggi si chiedono ciò che possono ancora fare in termini di accento, nonostante sia uno dei cardini della loro professione (…). E’ divenuto un problema anche per gli scrittori (…). Gli scrittori bianchi non avrebbero più il diritto di ritrascrivere alcune espressioni dell’inglese vernacolare afro-americano (…). Alla fine, si scriveranno soltanto delle autobiografie per non irritare nessuno. E allo stesso tempo, verrete criticati perché nelle vostre opere manca la diversità. 

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