Hacker contro Uber: rubati i dati di 57 milioni di utenti

La società californiana sapeva ma ha taciuto e, secondo quanto scrive Bloomberg, avrebbe pagato un riscatto di 100 mila dollari per evitare che l'attacco venisse reso pubblico

Redazione

Un attacco hacker ha colpito la compagnia di taxi privati Uber: all'azienda di Travis Kalanick sono stati sottratti i dati di 57 milioni di utenti in tutto il mondo e di 600mila autisti. Ad ammetterlo è stata la stessa Dara Khosrowshahi, amministratore delegato della società. Ma la cosa ancora più grave è il fatto che la società californiana sapesse ma abbia taciuto e, secondo quanto scrive Bloomberg, avrebbe pagato un riscatto di 100 mila dollari per evitare che la cosa venisse resa pubblica. 


Khosrowshahi ha aggiunto che gli hacker non sono riusciti a rubare i dati di carte di credito, conti bancari o codici fiscali e ha rassicurato gli utenti sulla chiusura del caso. "Tutte le misure per mettere al sicuro i dati sono state prese - ha detto - sono stati identificati i responsabili e la compagnia si è assicurata che i dati rubati saranno distrutti". Uber ha deciso comunque di licenziare il capo della sicurezza, Joe Sullivan, e altri membri del suo team, promettendo di aver aumentato il livello di controllo sui dati personali. Non è la prima volta che accade un episodio simile negli Stati Uniti. In molti di questi casi l'intelligence americana sostiene che ci possano essere dei governi alle spalle dei pirati: tra i principali indiziati ci sono la Russia, l'Iran e la Corea del Nord.

       

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