Due ori, due argenti e un bronzo. E' la storica giornata olimpica dell'Italia
La ciliegina sulla torta di una giornata perfetta si chiama rivincita. E' quella del ciclismo che dopo le lacrime versate per Vincenzo Nibali sorride per il bronzo di Elisa Longo Borghini. "Una giornata record, un'emozione indescrivibile. Grazie ragazzi per le gioie che mi avete dato", è la felicita del presidente del Coni, Giovanni Malagò, condivisa da tutti gli sportivi italiani.
Praticamente in contemporanea nel palazzetto adiacente ad esultare era invece Daniele Garozzo, fiorettista di Acireale. Un oro che conferma la superiorità della scherma nostrana, vero bancomat del medagliere italico. Talento cristiallino il siciliano, due argenti europei individuali, trova nella giornata piu importante della sua vita la consacrazione più grande al termine di un tabellone dominato dal primo assalto all'atto conclusivo contro lo staunitense Massialis. Erano 20 anni che l'oro del fioretto maschile non tornava in Italia. "Un'emozione incredibile, ancora non ci credo", spiega a caldo.
Se l'inno di Mameli suona per Basile e Garozzo nel cuore degli italiani fa altrettanto per Tania Cagnotto e Francesca Dallapé. L'argento vinto dalle tuffatrici azzurre nella piattaforma sincro vale infatti come una vittoria visto che le cinesi Wu Mixia e Shi Tingmao fanno uno sport a parte. Cancellata la delusione di Londra, quarto posto beffardo, e prima medaglia a cinque cerchi per le due colleghe ma soprattutto amiche che a fine gara si sono stretta in un abbraccio commovente. "In questi 4 anni ci siamo fatte il mazzo ma ne e' valsa la pena", dicono in coro.
Se l'inno di Mameli suona per Basile e Garozzo nel cuore degli italiani fa altrettanto per Tania Cagnotto e Francesca Dallapé. L'argento vinto dalle tuffatrici azzurre nella piattaforma sincro vale infatti come una vittoria visto che le cinesi Wu Mixia e Shi Tingmao fanno uno sport a parte. Cancellata la delusione di Londra, quarto posto beffardo, e prima medaglia a cinque cerchi per le due colleghe ma soprattutto amiche che a fine gara si sono stretta in un abbraccio commovente. "In questi 4 anni ci siamo fatte il mazzo ma ne e' valsa la pena", dicono in coro.
Sul tatami la romana Odette Giuffrida, classe 1994 e 55 kg di energia pura, si issa fino alla finale dove si arrende alla più forte del lotto. La kosovara Majlinda Kelmendi che, dopo aver combattuto sotto la bandiera del Cio e quella dell'Albania, può finalmente trionfare con il vessillo del suo paese ora riconosciuto dal Comitato Olimpico.
Fabio Basile da Rivoli, provincia di Torino, judoka di 21 anni categoria 66kg, è la 200esima medaglia d'oro nella storia dello sport tricolore. Una cavalcata trionfale conclusa battendo in finale con uno Ippon spettacolare il coreano Baul An dopo appena 1 minuto e 24 secondi di gara. Lo aspettavano per Tokyo 2020, ha bruciato le tappe. "Sono sensazioni indescrivibli, ancora non realizzo. Mi sa che è vero però", le sue prime parole condivise da tutto l'ambiente che, dallo stupore alla gioia, lo ha accompagnato lungo il suo cammino a cinque cerchi.
Sul tatami la romana Odette Giuffrida, classe 1994 e 55 kg di energia pura, si issa fino alla finale dove si arrende alla più forte del lotto. La kosovara Majlinda Kelmendi che, dopo aver combattuto sotto la bandiera del Cio e quella dell'Albania, può finalmente trionfare con il vessillo del suo paese ora riconosciuto dal Comitato Olimpico.
La ciliegina sulla torta di una giornata perfetta si chiama rivincita. E' quella del ciclismo che dopo le lacrime versate per Vincenzo Nibali sorride per il bronzo di Elisa Longo Borghini. "Una giornata record, un'emozione indescrivibile. Grazie ragazzi per le gioie che mi avete dato", è la felicita del presidente del Coni, Giovanni Malagò, condivisa da tutti gli sportivi italiani.
Se l'inno di Mameli suona per Basile e Garozzo nel cuore degli italiani fa altrettanto per Tania Cagnotto e Francesca Dallapé. L'argento vinto dalle tuffatrici azzurre nella piattaforma sincro vale infatti come una vittoria visto che le cinesi Wu Mixia e Shi Tingmao fanno uno sport a parte. Cancellata la delusione di Londra, quarto posto beffardo, e prima medaglia a cinque cerchi per le due colleghe ma soprattutto amiche che a fine gara si sono stretta in un abbraccio commovente. "In questi 4 anni ci siamo fatte il mazzo ma ne e' valsa la pena", dicono in coro.
Praticamente in contemporanea nel palazzetto adiacente ad esultare era invece Daniele Garozzo, fiorettista di Acireale. Un oro che conferma la superiorità della scherma nostrana, vero bancomat del medagliere italico. Talento cristiallino il siciliano, due argenti europei individuali, trova nella giornata piu importante della sua vita la consacrazione più grande al termine di un tabellone dominato dal primo assalto all'atto conclusivo contro lo staunitense Massialis. Erano 20 anni che l'oro del fioretto maschile non tornava in Italia. "Un'emozione incredibile, ancora non ci credo", spiega a caldo.
Fabio Basile da Rivoli, provincia di Torino, judoka di 21 anni categoria 66kg, è la 200esima medaglia d'oro nella storia dello sport tricolore. Una cavalcata trionfale conclusa battendo in finale con uno Ippon spettacolare il coreano Baul An dopo appena 1 minuto e 24 secondi di gara. Lo aspettavano per Tokyo 2020, ha bruciato le tappe. "Sono sensazioni indescrivibli, ancora non realizzo. Mi sa che è vero però", le sue prime parole condivise da tutto l'ambiente che, dallo stupore alla gioia, lo ha accompagnato lungo il suo cammino a cinque cerchi.
Fabio Basile da Rivoli, provincia di Torino, judoka di 21 anni categoria 66kg, è la 200esima medaglia d'oro nella storia dello sport tricolore. Una cavalcata trionfale conclusa battendo in finale con uno Ippon spettacolare il coreano Baul An dopo appena 1 minuto e 24 secondi di gara. Lo aspettavano per Tokyo 2020, ha bruciato le tappe. "Sono sensazioni indescrivibli, ancora non realizzo. Mi sa che è vero però", le sue prime parole condivise da tutto l'ambiente che, dallo stupore alla gioia, lo ha accompagnato lungo il suo cammino a cinque cerchi.
Sul tatami la romana Odette Giuffrida, classe 1994 e 55 kg di energia pura, si issa fino alla finale dove si arrende alla più forte del lotto. La kosovara Majlinda Kelmendi che, dopo aver combattuto sotto la bandiera del Cio e quella dell'Albania, può finalmente trionfare con il vessillo del suo paese ora riconosciuto dal Comitato Olimpico.
Praticamente in contemporanea nel palazzetto adiacente ad esultare era invece Daniele Garozzo, fiorettista di Acireale. Un oro che conferma la superiorità della scherma nostrana, vero bancomat del medagliere italico. Talento cristiallino il siciliano, due argenti europei individuali, trova nella giornata piu importante della sua vita la consacrazione più grande al termine di un tabellone dominato dal primo assalto all'atto conclusivo contro lo staunitense Massialis. Erano 20 anni che l'oro del fioretto maschile non tornava in Italia. "Un'emozione incredibile, ancora non ci credo", spiega a caldo.