I “resti mortali" dei Pink Floyd arrivano a Roma
Dal 19 gennaio al Macro prima tappa europea per “The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains” la mostra che celebra i 50 anni della band
I Pink Floyd, da sinistra Nick Mason, David Gilmour, Richard Wright. In piedi, dietro, Roger Waters
La copertina di Ummagamma
La copertina di Animals
Il batterista Nick Mason
La copertina di Wish You Were Here
Parlare dei Pink Floyd significa, inevitabilmente, fare i conti con l'immortalità del rock. Con la capacità, propria degli “dei” della musica, di superare il tempo e lo spazio. Normale, quindi, volendo riassumere in una mostra i 50 anni di una delle band più innovative della storia, esporre i loro “resti mortali”. The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains è questo, una retrospettiva, un ricordo (per molti nostalgico e forse anche triste) di ciò che è stato, ma allo stesso tempo una celebrazione.
La mostra, che qualche mese fa ha debuttato a Londra al Victoria ad Albert Museum, dal 19 gennaio arriverà a Roma, al museo Macro (i biglietti sono già in vendita sul sito www.vivaticket.it). Immagini, “oggetti di scena”, filmati d'epoca e musica in un vero e proprio viaggio dal 1968, anno di fondazione dei Pink Floyd, ad oggi. Anche se forse sarebbe più giusto dire al 2005. Il percorso espositivo, infatti, si conclude in una performance zone dove i visitatori si ritroveranno proiettati a Londra quando, nel corso del Live 8, Roger Waters, Nick Mason (che ha lavorato all'allestimento come consulente per conto della band e che ha presentato l'evento romano insieme all'assessore Luca Bergamo), David Gilmour e Richard Wright, suonarono per l'ultima volta insieme. Nel 2008, infatti, è morto Wright. Due anni prima, nel 2006, se n'era andato Syd Barrett, fondatore schiacciato dai fantasmi della sua mente creativa. Non ci sono più ma poco importa. Sono e restano immortali.