Tagliare le tasse sulla casa e rilanciare l'edilizia, ok. Ma da dove partire? La proposta di Sorgente Group
Cala la spesa dello stato per le opere pubbliche, calano gli investimenti nelle costruzioni, siano esse residenziali o commerciali, e con loro calano anche il valore degli immobili e occupazione: oltre 800mila posti di lavoro dal 2008 a oggi. Il settore edile, per anni traino dell'economia italiana, è in crisi e proprio per questo necessita al più presto di una svolta per realizzare un cambiamento radicale che possa rilanciare il comparto delle costruzioni e dell'immobiliare. Lo chiedono i rappresentanti della filiera al presidente del Consiglio Matteo Renzi, per poter individuare un piano comune che possa rilanciare l'edilizia in Italia.
Servirebbe al più presto una legge quadro, "una conferenza d'emergenza che coinvolga le associazioni del settore", ha indicato il promotore dell'operazione Valter Mainetti, azionista di riferimento e amministratore delegato di Sorgente Group (che sta per quotare in Borsa la controllata Sorgente Res). Indispensabile per il rilancio del comparto sarebbe il raggiungimento di almeno due obiettivi: "Lo snellimento delle procedure, oggi troppo lunghe e snervanti, e l'alleggerimento della fiscalità immobiliare, ancora eccessiva", ha suggerito Claudio De Albertis, presidente dell'Ance, l'associazione nazionale dei costruttori edili. Urgenza, almeno in materia di tassazione, sottolineata pure da Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, la confederazione della proprietà immobiliare.
"Bisogna avere il coraggio di inserire in un'unica aliquota tutte le tassazioni - spiega Paolo Righi, presidente di Fiaip, la ederazione degli agenti immobiliari - c'é bisogno di un fisco più chiaro e di tagliare le tasse. Si uscirà dalla crisi solo se si recuperano quegli 800mila posti di lavoro persi dal settore dell'immobiliare dal 2008 ad oggi. Dunque, sì ad un tavolo con il governo al più presto".
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