Draghi, il Parma e la "razzia asiatica" del Made di Italy
Draghi approva la spinta al consolidamento del settore bancario italiano
New York, 27 mar - (Agenzia Nova) - Il presidente della Banca centrale europea (Bce), Mario Draghi, si è espresso a favore del processo di consolidamento del settore bancario italiano, affetto da un eccesso di frammentazione. “L'argomento per un consolidamento del sistema bancario è forte”, ha dichiarato il presidente della Bce nel corso di una audizione alle commissioni Bilancio, Finanze e Politiche Ue della Camera dei deputati. Ad oggi, ha ricordato Draghi, in Italia esistono oltre 650 istituti bancari, e i costi connessi all'eccessivo proliferare di dirigenze e consigli di amministrazione gravano sui clienti. La Bce ha espresso un “parere favorevole” in merito alla riforma delle principali banche popolari approvata dal Parlamento italiano, anche avrebbe preferito essere consultata prima dell'approvazione del disegno di legge. Drghi si è espresso anche a favore dell'ipotesi di creare una bad bank italiana che acceleri la dismissione del monte di sofferenze bancarie accumulate dagli istituti di credito italiani, e che minacciano la tenuta del sistema bancario e del credito.
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Succede in Europa: razzia asiatica dei campioni del "made in Italy"
Parigi, 27 mar - (Agenzia Nova) - Dopo l'annuncio dell’Opa del gigante cinese ChemChina su Pirelli, è il turno del costruttore automobilistico indiano Mahindra & Mahindra di gettare il suo peso su Pininfarina. Il corrispondente da Roma del quotidiano francese "Les Echos", Pierre De Gasquet, nella rubrica di prima pagina "Succede in Europa" scrive che le due operazioni hanno dimensioni assolutamente non comparabili; e tuttavia in Italia la coincidenza ha colpito l'immaginazione dell'opinione pubblica. Più che il giro d'affari della società (84 milioni di euro nel 2014), è la prestigiosa firma ed il "savoir-faire" del disegnatore storico di Alfa Romeo, Lancia e della mitica Ferrari Testarossa a far gola agli indiani. Con Giugiaro e Bertone, infatti, Pininfarina è uno dei pionieri del design automobilistico italiano, anche se l'azienda è stata duramente colpita dalla scomparsa in un incidente del nipote del fondatore Battista Pinin-Farina, Andrea, nel 2008. L'interesse di Mahindra&Mahindra è stato confermato da Pininfarina, che tuttavia ha precisato che nessun accordo è stato ancora concluso; il comunicato in merito emesso dal costruttore indiano, che è già cliente del designer italiano, è ancora più sfumato. La notizia della trattativa ha fatto schizzare in alto le azioni Pininfarina, che mercoledì hanno guadagnato il 26 per cento alla Borsa di Milano prima di ripiegare sensibilmente ieri: l'azienda, fortemente indebitata, attualmente vale circa 140 milioni di euro. Quanto a Pirelli, il suo amministratore delegato Marco Tronchetti Provera ieri ha detto che ormai i giochi sono fatti con il futuro proprietario ChemChina e che il costruttore italiano di pneumatici non solleciterà eventuali contro-offerte da altri pretendenti. Gli analisti, scrive "Les Echos", notano che gli investitori cinesi, dopo aver acquisito partecipazioni minoritarie ora si interessano sempre più ai marchi italiani del lusso (Ferretti Yacht, Krizia, Salvatore Ferragamo eccetera; e non dubitano che il calo dell'euro rispetto allo yuan e le cordiali relazioni instaurata da Matteo Renzi con il governo cinese stimoleranno ancora di più gli appetiti asiatici.
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Crisi Parma: la Figc introduce nuove regole
Berlino, 27 mar - (Agenzia Nova) - Dopo il fallimento della società di calcio Fc Parma, la Figc intende introdurre regole più severe per garantire la stabilità finanziaria delle squadre. Il presidente della Federazione Carlo Tavecchio ha elaborato un pacchetto di misure grazie alle quali saranno introdotti controlli più severi sulle aziende che entrano nelle società di calcio. In futuro solo le aziende trasparenti e finanziariamente solide potranno entrare nelle società di calcio professioniste con una quota superiore al 10 per cento. Queste dovranno inoltre dimostrare di avere a disposizione una liquidità sufficiente per il pagamento degli stipendi dei giocatori.
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L'Italia sventa una frode internazionale sul gasolio
New York, 27 mar - (Agenzia Nova) - Le forze dell'ordine italiane e l'Europol hanno effettuato otto arresti in sei diversi paesi europei, ponendo fine a una frode che a partire dal 2013 ha contrabbandato gasolio nella Penisola eludendo accise per circa 15 milioni di euro. Il carburante, adulterato per evitare il trasporto su cisterne, veniva acquistato in Germania e stoccato illegalmente presso grossisti a Roma e Salerno. I proventi dell'attività illecita erano gestiti da società prestanome a Londra e Praga.
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Italia, scagionate UniCredit e Barclays
New York, 27 mar - (Agenzia Nova) - Un giudice di Roma ha assolto l'ex ad di UniCredit Spa, Alessandro Profumo, alcuni manager dello stesso istituto e banchieri di Barclays Plc dalle accuse formulate nell'ambito di un processo per frode fiscale in relazione al piano d'investimento noto come “Brontos”. Il Giudice Maria Grazia Giammarinaro ha archiviato il caso dichiarando che le figure coinvolte non si sono macchiate di alcuna irregolarità.
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Panorama internazionale
In Yemen sale la tensione: interviene la coalizione guidata dall'Arabia Saudita (foto LaPresse)
Grecia: un fallimento politico
Berlino, 27 mar - (Agenzia Nova) - Due settimane, fino all'8 aprile: i soldi di Atene basteranno fino a questa data. Già il giorno dopo, il 9 aprile, la Grecia potrebbe fallire. Inoltre, il governo di Alexis Tsipras dovrà ripagare una rata degli interessi sui crediti da 466 milioni di euro al Fondo Monetario Internazionale. Come farà? Ancora non è chiaro: al centro del dibattito ci sono gli aiuti di emergenza che la Bce ha approvato a favore delle banche elleniche e che verranno distribuiti dalla Banca centrale greca. "La Grecia è di fatto insolvente: la Banca centrale greca è l'unico creditore per le banche, e le banche sono l'unico creditore per lo Stato greco. Questo è un illegale finanziamento statale", ha accusato l'ex direttore della Bce, Juergen Stark.
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Regno Unito: Miliband guadagna credito nel primo confronto televisivo, ma vince Cameron
Londra, 27 mar - (Agenzia Nova) - In evidenza sulla stampa britannica la prima "tribuna elettorale" televisiva in vista delle elezioni del prossimo 7 maggio, in onda su Sky News e Channel 4. I leader politici non si sono confrontati direttamente, ma sono stati intervistati separatamente dal giornalista Jeremy Paxman alla presenza di un pubblico. Da un sondaggio realizzato da Icm per il quotidiano "The Guardian" subito dopo l'evento è emerso che gli elettori hanno preferito, con il 54 per cento dei consensi, il primo ministro e leader conservatore, David Cameron, mentre il 46 per cento si è espresso a favore del suo avversario, Ed Miliband, leader del Labour. Il premier è in vantaggio anche in un rilevamento di YouGov per "The Times", ma con un margine inferiore: 51 contro 49 per cento.
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Usa: l'Indiana dichiara lo stato di emergenza per la diffusione dell'Hiv
New York, 27 mar - (Agenzia Nova) - Il governatore dell'Indiana ha proclamato ieri lo stato di emergenza sanitaria nazionale, a causa dell'allarmante diffusione del virus Hiv nel sud dello Stato. Almeno 71 dei nuovi casi di Hiv registrati dalla fine dello scorso dicembre, scrive il “New York Times”, sono stati ricondotti all'impiego di un antidolorifico intravenale somministrato su prescrizione a pazienti nella contea di Scott, a nord di Louisville. Nove casi sono ancora oggetto di accertamenti, e le autorità mediche dello Stato sono certe che ne emergeranno altri nelle prossime settimane.
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Medio Oriente: analisi, l'Iran vuole ottenere l’egemonia nella regione attraverso un accordo nucleare
Gerusalemme, 27 mar - (Agenzia Nova) - Dopo la caduta delle principali città dello Yemen nelle mani dei ribelli Houti (sciiti), gli Stati Uniti e i loro alleati europei avrebbero dovuto sospendere i colloqui sul nucleare con l'Iran, o almeno prendere una posizione più intransigente. Questo è quanto sostiene un’analisi del quotidiano israeliano “Jerusalem Post”. Le milizie sciite sono dirette, sostenute ed equipaggiate dall'Iran, quindi non è una situazione estranea ai colloqui sul nucleare. L’Iran vuole ottenere l'egemonia in Medio Oriente, prosegue l’analisi, mentre già controlla o influenza il Libano, la Siria, l'Iraq e ora ha fatto breccia in Yemen, sul Mar Rosso. Per la “Jerusalem Post” non c'è da stupirsi che l'Arabia Saudita, l'Egitto e gli Emirati Arabi Uniti per la prima volta, ieri, abbiano deciso di lanciare attacchi aerei contro gli Houti. Secondo parte della stampa israeliana, se questo nuovo round di colloqui sul nucleare in Svizzera porterà a un accordo quadro tra le grandi potenze e l'Iran, il patto consoliderà ulteriormente l'egemonia di Teheran in Medio Oriente. Il mondo arabo, guidato dall'Arabia Saudita, ora condivide con Israele gli stessi interessi e lo stesso timore dei possibili sviluppi.
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L'Egitto parteciperà all'offensiva di terra saudita nello Yemen
New York, 27 mar 09:29 - (Agenzia Nova) - L'Egitto ha annunciato ieri che invierà un contingente di terra nello Yemen, per partecipare alla campagna militare a guida saudita contro le milizie sciite Houti appoggiate dall'Iran. Il presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi, ha spiegato ieri che anche l'Aeronautica militare e la Marina egiziane si uniranno all'offensiva sferrata ieri da Riad e da una coalizione di altri nove Stati della regione, in risposta all'avanzata degli Houti dalla capitale yemenita Sana'a a Sud, verso la città costiera di Aden. Le dichiarazioni di Al Sisi – commenta oggi la stampa Usa – confermano che lo Yemen, citato sino a un anno fa dalla Casa Bianca quale modello di lotta efficace al terrorismo di matrice islamista – è scivolato nel quadro di guerra civile e regionale che ha già inghiottito Iraq, Siria e Libia. Per il momento l'Arabia Saudita – che ha dolorose memorie di un precedente e sfortunato intervento militare nei deserti dello Yemen – sembra non aver ancora schierato sul campo la sua fanteria. In compenso, scrive il “New York Times”, i pesanti raid aerei condotti nella giornata di ieri sembrano aver già rafforzato il consenso dell'opinione pubblica yemenita agli Houti: gli sciiti, che controllano l'emittente televisiva nazionale, hanno infatti diffuso immagini di civili morti e feriti a seguito dei bombardamenti sauditi, definendoli “una aggressione appoggiata dagli Stati Uniti”. Il “Wall Street Journal”, che cita il caos nello Yemen quale ennesimo esempio della fallimentare politica di “ritirata” dal Medio Oriente inaugurata dal presidente Usa Barack Obama, sottolinea come gli obiettivi della campagna Saudita siano poco chiari. Riad sembra intenzionata a puntellare il governo del fuggiasco presidente Abed Rabbo Mansour Hadi quantomeno nel sud dello Yemen, nella regione circostante Aden. Ciò non porrebbe fine alla guerra civile, ma “impedirebbe la nascita di uno Stato dominato per procura dall'Iran o dai Qaedisti a sud dei confini del Regno”. Riad è intervenuta in maniera simile in Bahrein nel 2011, per stroncare l'insurrezione della maggioranza sciita contro il governo sunnita; in Yemen, però, i fattori di rischio sono assai maggiori.
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