L'accoglienza ai migranti e la chiesa sconfitta sul divorzio
Emergenza immigrazione: gli italiani sono dalla parte di Merkel
Berlino, 27 apr - (Agenzia Nova) - Nessuno aveva previsto che il vertice europeo sull'emergenza immigrazione avrebbe avuto esiti sorprendenti: in effetti, almeno a un primo sguardo, le decisioni assunte dai leader europei paiono tutt'altro che risolutive. I mezzi e le risorse per la missione "Triton" che dovrà assumere anche le missioni di aiuto e soccorso, saranno triplicati e portati a nove milioni di euro al mese. Tuttavia, scrive il quotidiano tedesco "Die Welt", ad uno sguardo più attento questo vertice potrebbe entrare nella storia come un cambio di rotta, ed è tutto merito delle dichiarazioni del cancelliere tedesco Angela Merkel. Secondo Merkel, infatti, sul lungo termine il sistema europeo di asilo politico dovrà essere modificato affinché non sia il paese di primo sbarco dei migranti a sobbarcarsi l'intero onere dell'asilo. Roma ha accolto con grande favore le parole di Merkel: da anni infatti il Belpaese sta cercando di superare il sistema del trattato di Dublino III in favore di una soluzione "a quote".
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Italia, le amministrazioni locali rifiutano di accogliere altri migranti
New York, 27 apr - (Agenzia Nova) - Il governo italiano, già alle prese col flusso senza precedenti di migranti in arrivo nel paese, deve far fronte a un'emergenza nell'emergenza: sempre più sindaci e amministratori locali, specie al nord, rifiutano di ospitare e farsi carico di altri profughi. Soltanto nelle ultime settimane, in Italia sono sbarcati 15 mila migranti; lo scorso anno il paese ne ha accolti 170 mila, e quest'anno Mario Marcone, responsabile delle migrazioni per il ministero dell'Interno, ne prevede almeno 200 mila. Le regioni del nord Italia, che stanno resistendo o ignorando le richieste del governo di Roma, hanno accolto meno migranti di quelle del sud: il Veneto solo il 4 per cento, la Lombardia il 9. Queste regioni, però, ospitano comunità di stranieri assai numerose: la popolazione del Veneto, ad esempio, è straniera per oltre l'11 per cento, stando al governatore Luca Zaia, e quasi per la metà è priva di un impiego. La percentuale di stranieri sul totale della popolazione italiana è triplicata all'8,1 per cento a partire dal 2003.
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Roma studia una tassa sulle multinazionali del net
Parigi, 27 apr - (Agenzia Nova) - Un anno dopo aver abbandonato l'idea di un'imposta sui motori di ricerca, la cosiddetta "Google tax" proposta dal precedente governo italiano presieduto da Enrico Letta e bocciata dalla Commissione europea, l'esecutivo di Roma ora guidato da Matteo Renzi sta pensando ad un nuovo dispositivo per combattere la tattica di "elusione fiscale" dei giganti di internet. Il principale promotore del progetto, il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti, ha confermato le grandi linee del provvedimento: i siti aggregatori di dati si vedranno imporre una tassa alla fonte del 25 per cento sulle loro entrate reali percepite in Italia; a meno che non decidano invece di optare per la creazione di una "organizzazione stabile" le cui proprie entrate sarebbero tassate nel paese.
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Più rapido, il nuovo divorzio all'italiana costituisce una sconfitta per la Chiesa
Parigi, 27 apr - (Agenzia Nova) - In Italia le procedure di divorzio sono state sensibilmente accorciate grazie ad una nuova legge, approvata dal Parlamento dopo una battaglia durata dodici anni: se l'evoluzione amministrativa di questo aspetto del codice della famiglia è un avanzamento per la società, infatti, essa costituisce una disfatta per la Chiesa, che vi si era opposta in nome dell'indissolubilità del matrimonio.
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Mario Monti: gli audaci "eurocrati" di Bruxelles che meritano il rispetto del mondo
Londra, 27 apr - (Agenzia Nova) - È una cosa rara: una politica prodotta a Bruxelles che chiaramente funziona", scrive Mario Monti, ex commissario europeo alla Concorrenza ed ex presidente del Consiglio italiano, riferendosi alla recente apertura delle inchieste antitrust su Google e Gazprom. La Commissione europea, a suo parere, è diventata uno dei più importanti difensori al mondo del libero mercato: "quando l'Europa parla di politica della competizione, gli altri ascoltano".
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Panorama internazionale
Il recupero dei resti del volo Mh17 precipitato in Ucraina lo scorso novembre. Secondo il Sueddeutsche Zeitung la Germania era a conoscenza del pericolo abbattimento (foto LaPresse)
Grecia, si avvicina il giorno del giudizio
New York, 27 apr - (Agenzia Nova) - il governo greco tenterà di recuperare i fondi necessari a pagare stipendi pubblici e pensioni questa settimana, dopo che i ministri dell'eurozona venerdì hanno escluso ulteriori aiuti finanziari ad Atene sino al soddisfacimento delle condizioni sottostanti il piano di salvataggio. Il governo più indebitato d'Europa ha già informato che ricorrerà ai depositi dei governi locali per far fronte ad obblighi di pagamento mensili per 1,5 miliardi di euro. Così facendo, scrive “Bloomberg”, Atene rischia di compromettere le già limitatissime riserve di liquidità del settore bancario, dal momento che le famiglie e le aziende preoccupate dalla prospettiva di una bancarotta e dell'uscita dall'euro hanno ritirato risparmi per 1,3 miliardi di euro soltanto la scorsa settimana, secondo fonti anonime non autorizzate ad affrontare pubblicamente la questione. Venerdì i titoli di debito pubblico greci hanno proseguito il loro collasso: i titoli a tre anni hanno visto aumentare i loro rendimenti di 144 punti base al 26,3 per cento. E nonostante la scorsa settimana il premier Alexis Tsipras si sia detto più fiducioso di un accordo coi partner europei, secondo il “Wall Street Journal” proprio in Europa cresce il consenso per un “piano B”: i ministri delle Finanze di Slovenia, Slovacchia e Lituania hanno proposto di approntare un piano nell'eventualità del fallimento dei negoziati e di una conseguente bancarotta della Grecia, che spalancherebbe le porte alla sua uscita dall'eurozona. Nonostante il presidente del Consiglio europeo riunitosi a Riga, l'olandese Jeroen Dijsselbloem, abbia prontamente respinto la proposta, l'iniziativa del gruppo di ministri “infrange uno degli ultimi tabù rimasti dopo cinque anni di crisi del debito”.
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Francia, la "Manif pour tous" diventa un partito politico
Parigi, 27 apr - (Agenzia Nova) - La "Manif pour tous" ("Manifestazione per tutti", ndr,) il movimento di opposizione nato contro la "legge Taubira" che da due anni ha introdotto in Francia il matrimonio per le coppie omosessuale ed ha dato loro diritto all'adozione, è diventata ufficialmente un partito politico. Il vice presidente del movimento, Albéric Dumont, tuttavia ha dichiarato che la decisione è stata presa per "motivi tecnici" e che "non presenterà candidati" alle elezioni. I motivi vanno ricercati nelle regole imposte dalle leggi francesi al finanziamento di attività che hanno carattere politico: "Noi abbiamo cominciato a dire la nostra su un arco sempre più vasto di tematiche e quindi abbiamo dovuto modificare il nostro statuto per essere coerenti e trasparenti nei confronti sia dei nostri aderenti che dell'amministrazione pubblica" ha spiegato la presidente del movimenti, Ludovine de la Rochère. In effetti sin dall'anno scorso la "Manif pour tous" ha spostato l'attenzione sui nuovi programmi scolastici con i quali, secondo l'accusa dei suoi animatori e sostenitori, il governo vorrebbe imporre l'insegnamento della cosiddetta "ideologia del genere", a partire dalle scuole materne: su questo tema ha dato vita a manifestazioni ancora più massicce di quelle di due anni fa contro il matrimonio omosessuale, tanto da costringere i partiti dell'opposizione di centrodestra a rincorrerla su questo terreno" per ottenerne i favori alle elezioni comunali del 2014 e di quelle dipartimentali dello scorso mese di marzo. "Grazie a questa modifica dello statuto", fa notare la signora de la Rochère, i sostenitori del movimento potranno dedurre dalle tasse le loro donazioni.
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Francia, aggressione a Parigi all'uscita dalla sinagoga
Parigi, 27 apr - (Agenzia Nova) - Un commerciante di 53 anni è stato aggredito e percosso selvaggiamente da tre uomini all'uscita da una sinagoga nel sobborgo parigino di Saint-Ouen: l'uomo, intervistato dal quotidiano "Le Parisien", ha detto di essere sicuro che si sia trattato di un'aggressione a sfondo antisemita, perché i suoi aggressori hanno accompagnato le percosse con insulti contro gli ebrei. La polizia indaga sull'episodio. Da parte l'Ufficio nazionale di vigilanza antisemita (Bnvca) ha avvertito la comunità ebraica che, "benché i luoghi di culto, di studio e di raduno siano sorvegliati dalle forze dell'ordine, i singoli individui restano obbiettivi vulnerabili nelle strade o nei loro negozi".
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Ucraina, disastro Mh17: il governo di Berlino sapeva del pericolo "abbattimento"
Berlino, 27 apr - (Agenzia Nova) - Secondo quanto riporta il quotidiano "Sueddeutsche Zeitung", a pochi giorni dall'abbattimento del volo Mh17 sui cieli dell'Est ucraino, il governo di Berlino era a conoscenza del rischio per gli aerei tedeschi, ma non avrebbe avvertito le compagnie aeree del paese. Finora non si sapeva quanto il governo di Berlino fosse informato sulla situazione della sicurezza nel paese poco prima dell'abbattimento dell'Mh17 il 17 luglio 2014. Nei rapporti del 15 luglio 2014, e cioè di due giorni prima dell'incidente, però, l'Ufficio degli Affari Esteri scriveva che "la situazione nell'Est dell'Ucraina è molto preoccupante", soprattutto a seguito dell'abbattimento di un aereo militare "Antonov" a più di 6 mila metri di altezza: per gli esperti militari, questo era un chiaro segnale del fatto che anche obiettivi molto più lontani potevano essere colpiti.
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Il premier giapponese visita gli Usa, ma è tormentato dai fantasmi della storia
New York, 27 apr - (Agenzia Nova) - Il premier giapponese Abe Shinzo si appresta a visitare Washington con un obiettivo ben preciso: presentare alla Casa Bianca e al mondo la sua immagine di rinascita economica, sociale e politica giapponese. La visione di Abe per il Giappone è quella di un partner più vibrante, attivo e muscolare degli Stati Uniti nella gestione delle sfide regionali; ma il profilo conservatore del premier e la questione aperta coi vicini di Tokyo sui trascorsi bellici e la visione della storia imperialistica giapponese pesano come un macigno sul premier e sull'immagine del suo governo all'estero. Gli Stati Uniti sono i primi a sostenere la fine dell'isolamento politico di una potenza che per decenni, dalla fine della Seconda guerra mondiale, ha caparbiamente evitato di assumere un ruolo politico commisurato alla sua sua influenza economico-finanziaria. Dopo anni di stagnazione e deflazione, Abe può vantare alcuni importanti successi: l'indice Nikkei veleggia ai massimi da 15 anni, le grandi aziende hanno registrato utili record grazie alle iniezioni di liquidità, all'indebolimento dello yen e alle politiche di riforma economica, e sul fronte della Difesa il paese ha aperto alle esportazioni di sistemi militari e all'aumento pur modesto del bilancio delle forze armate. C'è però una questione che rischia di monopolizzare la visita del premier nipponico, suo malgrado: si tratta dell'ambivalente posizione di Abe in merito alla guerra di aggressione lanciata dal Giappone in Asia prima e durante la Seconda guerra mondiale. Consapevoli del suo profilo conservatore, i vicini di Tokyo – Cina e Corea del Sud in testa – hanno sagacemente risollevato la questione, come fanno da anni nel tentativo di impedire che Tokyo divenga un attore regionale di primo piano. Abe sa già che a Washington sarà accolto dalle manifestazioni ostili degli influenti gruppi dei coreani d'America, che premono per ulteriori riconoscimenti storici ed economici sul fronte delle “comfort women” le donne sudcoreane che l'Esercito imperiale nipponico avrebbe costretto alla schiavitù sessuale durante la guerra. E così, il viaggio di Abe potrebbe trasformarsi da un tentativo di imprimere una spinta alla sua politica di rilancio del paese a un ring di polemiche e recriminazioni sull'eredità storica del Giappone a settant'anni dalla fine dell'ideologia imperialistica. In una intervista al “Wall Street Journal”, Abe è parso poco incline a ulteriori compromessi: “Non ho intenzione di cambiare l'opinione che la gente del mondo si è fatta in merito alla guerra”, sono state le criptiche parole del premier. Mercoledì scorso, durante il summit dei leader asiatici e africani in Indonesia, Abe ha offerto “profondo rincrescimento” ai suoi vicini per i trascorsi bellici, senza però pronunciare scuse aperte. Le parole di Abe, però, gli sono valse un incontro amichevole col presidente cinese Xi Jinping. Alla vigilia della visita di Abe negli Usa, però. Il “Wall Street Journal” chiede all'amministrazione Obama di non dare spazio alle polemiche storiche, e di chiarire piuttosto un'ambiguità ben più pressante alla luce delle dinamiche geopolitiche asiatiche: il presidente Usa “dovrebbe chiarire quale ruolo Tokyo rivesta nelle sue politiche strategiche per l'Asia”, e affrontare “il futuro, anziché il passato”.
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