Cameron cerca il sostegno di Renzi per un'Europa a due velocità

Redazione
La rassegna della stampa internazionale a cura di Agenzia Nova sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di Parisien, Daily Telegraph, Sueddeutsche Zeitung e Monde

    L'Italia potrebbe appoggiare il Regno Unito sull'Europa a due velocità

    Londra, 20 ott - (Agenzia Nova) - Secondo il quotidiano britannico "The Telegraph", le speranze del primo ministro del Regno Unito, David Cameron, di concludere una proficua rinegoziazione dei termini dell'appartenenza all'Unione Europea potrebbero ricevere una spinta dall'Italia dopo il colloquio tra i ministri degli Esteri dei due paesi. Benché Londra non espliciterà le sue richieste di riforme fino al mese prossimo, sta collaborando con Roma per esplorare possibili soluzioni, in particolare per ridefinire il concetto di "un'unione sempre più stretta": sul tavolo c'è un piano volto a formalizzare lo status dei nove paesi che non fanno parte dell'area dell'euro.

    Continua a leggere l'articolo del Daily Telegraph


    Italia: il Movimento 5 stelle non vuole più soltanto contestare

    Parigi, 20 ott - (Agenzia Nova) - I militanti del Movimento 5 stelle (M5s) lanciato da Beppe Grillo, il "piantagrane" della politica italiana, non vogliono più soltanto contestare e denunciare: oggi vogliono governare i paese, cominciare dalla sua capitale, Roma. Dopo due giorni di dibattiti, concerti e riunioni a Imola, i "grillini" si sentono ormai abbastanza forti per andare assumersi responsabilità di governo. Il quotidiano francese "Le Parisien" dedica un reportage alla svolta del M5s.

    Continua a leggere l'articolo del Parisien


    Italia: la Chiesa è un freno alle unioni civili

    Berlino, 20 ott - (Agenzia Nova) - Quando i legislatori optano per formulazioni astruse, non si può che adottare una posizione sospettosa o guardinga. E' quanto sta accadendo in Italia sul fronte delle unioni civili: la politica sta discutendo le cosiddette "formazioni sociali specifiche": una circonlocuzione di rara bruttezza con cui vengono intese le unioni civili tra coppie gay. Persino i deputati che hanno portato la questione in Parlamento non chiamano le unione civili con il loro nome - scrive il tedesco "Sueddeutsche Zeitung" - perché temono le resistenze di un paese dove ancora è fortissima l'influenza della Chiesa cattolica. Forse con questa tattica il premier Matteo Renzi e il suo governo di Sinistra avrà più fortuna dei suoi predecessori: negli ultimi 30 anni, infatti, tutti i governi che si sono susseguiti, di Sinistra e di Destra, hanno sempre fallito nel tentativo di introdurre le unioni civili nell'ordinamento civile nazionale.

    Continua a leggere l'articolo del Sueddeutsche Zeitung


    Italia: vincere e subito

    Berlino, 20 ott - (Agenzia Nova) - Gli italiani amano il gioco d'azzardo in tutte le forme, e finiscono spesso per perdere molto denaro: secondo uno studio, nel 2014 i cittadini del Belpaese hanno perso 17,2 miliardi di euro nel gioco. Nessun altro paese del Sud Europa cerca con tanto accanimento fortuna nel gioco, nel rischio dell'imponderabile. Durante la crisi economica il numero dei giocatori è cresciuto sopratutto tra le vittime della crisi. La prospettiva di superare tutti i problemi con una grande vincita è molto allettante, benché inesistente sul piano probabilistico. Lo Stato e la mafia fanno grandi affari con il gioco d'azzardo, ma ora la politica intende cambiare almeno in parte le cose con una stretta alla pubblicizzazione del gioco e iniziative di natura informativa.

    Continua a leggere l'articolo del Sueddeutsche Zeitung


    Italia: assolto lo scrittore Erri De Luca

    Parigi, 20 ott - (Agenzia Nova) - Lo scrittore italiano Erri De Luca lunedì 19 ottobre è stato assolto dal tribunale di Torino che lo ha processato per "incitamento al sabotaggio" del cantiere della TAV Lione-Torino. Il giudice Immacolata Iadeluca ha dichiarato che "il reato non sussiste". Le motivazioni della sentenza non saranno pubblicate prima di due settimane. La sentenza è stata accolta dagli applausi di un centinaio di persone giunte nell'aula di giustizia per portare la loro solidarietà a De Luca. La possibilità che lo scrittore fosse condannato a 8 mesi di carcere, come richiesto dalla Procura, aveva suscitato un vasto movimento internazionale di solidarietà nei suoi confronti.

    Continua a leggere l'articolo del Monde


    Panorama internazionale

     


     

    L'Europa sta morendo perché ha scelto di cancellare le sue radici

    New York, 20 ott - (Agenzia Nova) - La morte dell'Europa è in vista, scrive l'opinionista Breth Stephens sul “Wall Street Journal”. Si tratta di una prospettiva “fumosa e forse non inevitabile”, ma non dimeno “visibile e in rapido avvicinamento, alla stregua di un pianeta inquadrato dall'obiettivo di un satellite che vi si avvicina”. L'Europa e il suo progetto unitario “stanno giungendo alla fine non tanto per la sua economia sclerotica, per la stagnazione demografica, o per le disfunzioni del suo superstato”. Né la causa è costituita “dal massiccio influsso di immigrati africani o mediorientali”, che semmai hanno esposto le dimensioni del problema: “i disperati diretti in Europa non rappresentano che una flebile brezza contro il guscio secco di una civiltà ormai disseccata”. A rappresentare appieno la crisi dell'Europa, di natura soprattutto culturale e identitaria, è piuttosto, secondo Stephens, la recente visita della cancelliera tedesca Angela Merkel in Turchia, dove per conto dell'Ue si è piegata a qualunque compromesso di principio pur di elemosinare un arresto dei flussi migratori. “L'Europa sta morendo perché è divenuta moralmente inetta. Non è nemmeno che l'Europa non si erga per nulla”. Piuttosto, “si è appiattita alla superficiale difesa di concetti superficiali: crede nei diritti umani, nella tolleranza, nell'apertura, nella pace e nel progresso, oltre che nell'ambiente e nel piacere”. Tutte belle cose, ma secondarie”. Ciò in cui invece l'Europa non crede più, accusa Stephens, “è ciò da cui le sue convinzioni hanno avuto origine: il Cristianesimo e il Giudaismo; il liberalismo e l'Illuminismo; l'orgoglio marziale e l'ingegno; il capitalismo e la ricchezza. Ancor meno, soprattutto, crede nello sforzo e nel sacrificio, specie se consacrati a principi, né all'idea di pagare o difendere questi ultimi”. Avendo “ignorato e attivamente minato le proprie fondamenta, la casa dell'Europa sta prevedibilmente cadendo a pezzi”. Il Vecchio Continente, scrive l'opinionista, ha scelto di rinunciare a darsi una identità e dunque una forma positiva: “Non è la Grecia e non è la Persia,. Non è Cristianità né califfato. E queste sono differenze fondamentali: sostenere che l'Europa è una civiltà a sé stante non significa affermare che sia migliore o peggiore di altre, né che debba essere chiusa”. Purtroppo, l'Europa ha scelto, secondo Stephens, di trasformare la propria identità in una “nientità”. Ed è questo, secondo l'opinionista, che rende “così stramba e disarmante la politica estera di Angela Merkel. La Cancelliera è leader di un partito che si è dato il nome di 'Unione cristiano-democratica'”, eppure “domenica era a Istanbul ad offrire un accordo che (…) accelererebbe l'ingresso in Europa della Turchia”. Si tratta “di una 'machtpolitik' al contrario”, che vede la Merkel e per suo tramite l'intera Ue “elemosinare favori di poco conto da potenze di second'ordine su questioni contingenti in cambio di vaste concessioni dalle implicazioni vaste e ramificate”. I turchi, ricorda Stephens, “sono 75 milioni, e il loro pil pro-capite è inferiore a quello di Panama”. Il loro leader “è un presidente eletto dal piglio autoritario, prone a uscite antisemite che sostiene apertamente Hamas, nega il genocidio degli Armeni, incarcera i giornalisti e orchestra processi in stile sovietico contro i suoi oppositori politici”. La Turchia, inoltre, “confina con Siria, Iraq e Iran. Questi diventerebbero i confini dell'Europa, se la Turchia ne divenisse un paese membro”. “Le tradizioni politiche liberali, il retaggio religioso e culturale dell'Europa, potrebbero sopravvivere a lungo al massiccio afflusso di migranti dal mondo islamico, nell'ordine di decine di milioni di individui?” per Stephens, la risposta è ovvia: “No, e non certo date le premesse della infelice convivenza dell'Europa con la sua popolazione musulmana, e certo non sulle premesse di una politica migratoria basata sul solo criterio dell'auto-compiacimento morale e umanitaristico”. Stephens conclude il suo durissimo attacco all'Europa dicendosi consapevole che il suo editoriale verrà additato come moralmente riprovevole e politicamente scorretto: “E' questa la natura dei nostri tempi: diventa difficile persino affermare che l'Europa non può essere tale senza il suo retaggio fondamentale, senza quel matrimonio di ragione e rivelazione che ha prodotto una civiltà all'apice del progresso tecnologico e al contempo della dignità umana”.

    Continua a leggere l'articolo del Wall Street Journal


    La grande crisi del cancellierato di Merkel

    Berlino, 20 ott - (Agenzia Nova) - La visita della cancelliera tedesca in Turchia è stata forse la più importante del suo cancellierato? Questa iperbole descrive la drammaticità del momento e le necessità imposte dalla realpolitik, scrive l'opinionista Klaus-Dieter Frankenberger sul quotidiano "Frankfurter Allgemeine Zeitung". L'Europa sta vivendo la più grande migrazione di popoli dal Secondo dopoguerra, ed al centro della crisi c'è la Germania. Il malcontento non cova solo nell'opinione pubblica, ma anche e soprattutto nelle amministrazioni locali e nei lander in prima linea nella gestione dei flussi migratori, e di riflesso tra i ranghi del partito della Cancelliera, la Cdu. Il malcontento - scrive Frankenberger - si è gradualmente trasformato in aperta ostilità e focalizzato contro un unico bersaglio: la stessa Merkel, che ha visto così trasformarsi la crisi migratoria - inizialmente esorcizzata definendola un'opportunità - in una crisi del suo cancellierato. La Turchia, invece, che fino a questo momento ha accolto più di 2 milioni di profughi siriani, affronta sconvolgimenti politici interni senza precedenti da anni. L'autoritario presidente Erdogan ha rimilitarizzato il conflitto con i curdi giocando in Siria, subito al di là del suo confine, un ruolo spesso ambiguo.

    Continua a leggere l'articolo del Faz


    Xi a Londra per suggellare "l'epoca d'oro" nelle relazioni col Regno Unito

    Londra, 20 ott - (Agenzia Nova) - Il presidente della Cina, Xi Jinping, è giunto a Londra per una visita storica che dovrebbe segnare l'avvio di "un'età dell'oro" nelle relazioni col Regno Unito, ma il suo arrivo, in evidenza sulla stampa britannica, ha scatenato polemiche sull'impatto del dumping cinese sull'industria siderurgica nazionale e sulla tutela dei diritti umani. Il primo ministro, David Cameron, che punta a fare della Gran Bretagna il primo partner globale del paese asiatico, coinvolgendo Pechino anche nella costruzione delle nuove centrali nucleari, ha dovuto ribadire in parlamento che Londra ha sostenuto le tariffe anti-dumping dell'Unione Europea. Ad aggravare la preoccupazione per la siderurgia la crisi di Caparo Industries, finita in amministrazione controllata con 1.700 posti di lavoro a rischio; Tata Steel, intanto, si prepara ad annunciare la perdita di 1.200 posti.

    Continua a leggere l'articolo del Financial Times


    Presidenziali Usa, Donald Trump e Ben Carson consolidano il vantaggio sugli altri candidati repubblicani

    New York, 20 ott - (Agenzia Nova) - Donald Trump e Ben Carson continuano a incrementare i loro consensi in seno all'elettorato repubblicano, mentre gli altri contendenti del partito alla presidenza degli Stati Uniti – primo tra tutti Jeb Bush, generalmente considerato il candidato espressione dell'establishment repubblicana – continuano a perdere terreno. Stando all'ultimo condotto dal “Wall Street Journal” e da Nbc News, Trump è appoggiato ora dal 25 per cento dell'elettorato conservatore, e Carson lo segue a ruota col 22 per cento dei consenti. Segue Marco Rubio, col 13 per cento delle preferenze, che potrebbe raccogliere il testimone da Bush come contendente espressione della dirigenza del partito.

    Continua a leggere l'articolo del Wall Street Journal


    Usa: il direttore della Cia bersaglio di un attacco informatico

    Washington, 20 ott - (Agenzia Nova) - Il Federal Bureau of Investigaion (Fbi) ha aperto una indagine in merito a un attacco informatico che avrebbe avuto come bersaglio l'account e-mail personale del direttore della Central Intelligence Agency (Cia), John Brennan. L'indagine è scattata dopo che un utente di Twitter ha rivendicato l'hackeraggio del profilo di posta elettronica, e a riprova della sua impresa ha diffuso una lista di 2.611 contatti, alcuni dei quali relativi a funzionari di primo piano dell'intelligence e della sicurezza nazionale statunitensi. Stando alle indagini condotte dal “Wall Street Journal”, che ha anche tentato di contattare alcuni dei diretti interessati, almeno una parte delle informazioni diffuse dal presunto hacker sono attendibili: se l'attacco informatico fosse confermato, si tratterebbe “di un grave imbarazzo per l'apparato di sicurezza informatica statunitense e uno degli episodi di maggior rilievo nella serie di di violazioni informatiche che hanno colpito gli Usa negli ultimi anni”.

    Continua a leggere l'articolo del Washington Post