La legge elettorale, non il referendum, può portare i populisti al potere
La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano il nostro paese. Oggi articolo di Financial Times, Times, Monde e Washington Post...
La legge elettorale, non il referendum, può portare i populisti al potere
Londra, 1 dic 08:32 - (Agenzia Nova) - Lo spirito anticasta che ha spinto il Regno Unito fuori dall'Unione Europea e Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti si respirava anche, secondo il quotidiano britannico "The Times", sul treno con cui il Movimento 5 stelle ha girato l'Italia nella campagna referendaria, sperando di far deragliare il governo di Matteo Renzi. Alessandro Di Battista, uno degli esponenti di punta dell'M5s, rifiuta, tuttavia, l'accostamento con la Brexit e con Trump e l'etichetta di populismo. Nega, inoltre, che la Casaleggio Associati sia dietro diversi siti che diffondono disinformazione e teorie cospirazioniste sul presidente del Consiglio. Sull'ascesa della forza politica lanciata da Beppe Grillo il "Financial Times" pubblica un commento di Bill Emmott, ex direttore del settimanale "The Economist". La più grande fonte di preoccupazione riguardo l'Italia non sta nel referendum, ma nella riforma elettorale, che prevede un generoso premio di maggioranza. Per il Movimento 5 stelle la legge rappresenta la più grande possibilità di andare al governo e chiedere un referendum sull'appartenenza all'area dell'euro. Nel momento stesso in cui venisse indetto il voto, i mercati obbligazionari impazzirebbero provocando una nuova crisi bancaria e minacciando l'unione monetaria. Renzi ha promesso che la legge sarà modificata, anche se pochi gli credono. Se vuole rovesciare il suo deficit di consensi, farebbe bene a prendere un impegno chiaro e credibile al riguardo.
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Italia, il referendum potrebbe creare scompiglio anche se il risultato non sorprenderà nessuno
Londra, 1 dic 08:32 - (Agenzia Nova) - La sconfitta del presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, nel referendum di domenica sulla riforma costituzionale, potrebbe essere la scintilla in grado di innescare una nuova crisi dell'area dell'euro, scrive Simon Nixon in un commento sul quotidiano britannico "The Times". Tuttavia, diversamente da quanto accaduto nel Regno Unito col voto per l'uscita dall'Unione Europea e negli Usa con quello per l'elezione di Donald Trump, non si può dire che i mercati sarebbero colti di sorpresa. Il voto referendario è dall'inizio dell'anno sui radar degli investitori e i problemi bancari dell'Italia sono ben noti. Se la Banca centrale europea non stesse comprando obbligazioni nell'ambito del suo programma di alleggerimento quantitativo, l'Italia sarebbe già in piena crisi. Sul tema interviene anche Ambrose Evans-Pritchard, editorialista di "The Telegraph", per il quale il pericolo maggiore per l'Italia è proprio l'imminente perdita dello scudo offerto dalla Bce. Su "The Independent", infine, Ben Chu si interroga sulle conseguenze dell'eventuale vittoria del "no" per la Gran Bretagna, concludendo che un nuovo crollo dell'eurozona deprimerebbe le esportazioni britanniche e gli investimenti danneggiando la crescita.
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Referendum: Casini, uno scontro tra riformismo e irresponsabilità
Madrid, 1 dic 08:32 - (Agenzia Nova) - Con il referendum sulla riforma costituzionale "non è vero come dice qualcuno che l'Italia non ha nulla da perdere". "Come in Spagna, Francia o Germania", dice Pierferdinando Casini al quotidiano "Abc", "l'alternativa è tra il riformismo e la serietà da una parte e l'irresponsabilità e la demagogia dall'altra". L'ex presidente della Camera sottolinea l'importanza di "non perdere l'occasione" per un cambio "atteso da tanti anni". "Se vince il 'sì' significa che l'Italia decide di andare avanti, senza guardarsi indietro, con una coalizione guidata da Renzi. Se vince il 'no' vince solamente Grillo e temo che questo l'Italia lo pagherà a caro prezzo".
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il "momento Brexit" dell'Italia
Washington, 1 dic 08:32 - (Agenzia Nova) - L'imminente referendum sulla riforma della Costituzione in Italia è oggetto di editoriali e analisi sulle principali testate giornalistiche statunitensi. Sulla "Washington Post", Robert J. Samuelson spiega per quale ragione la consultazione referendaria italiana abbia assunto un tale rilievo internazionale: Il Belpaese rischia di divenire l'ennesima cartina di tornasole per l'avanzata dei nazionalismi in Europa e più in generale nel mondo sviluppato. Il superamento del bicameralismo perfetto consentirebbe al presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi, di condurre più agevolmente lo sforzo riformatore necessario a rilanciare l'economia, ma i pronostici non arridono al premier in carica e al suo governo. "In un mondo ideale", sottolinea Samuelson, una crescita economica più sostenuta basterebbe a rimettere i conti dell'Italia su di una traiettoria di sostenibilità e di dare impulso all'occupazione; il sistema politico e decisionale italiano, però, è paralizzato sin dal Dopoguerra, e allentare le catene dell'economia diventa così una sfida quasi impossibile. Il rischio, in caso di vittoria del "no", è una lunga fase di incertezza politica ed economica, che evocherebbe persino la prospettiva di una possibile uscita dell'Italia dall'euro. Uno scenario terrorizzante, spiega a "Bloomberg" Ian Shepherdson, capo economista di Pantheon Macroeconomics, per il colpo durissimo, in termini concreti e simbolici, che ciò assesterebbe al progetto unitario europeo. non sorprende, dunque, che la leadership europea stia tentando di correre preventivamente ai ripari per gestire il "giorno dopo" in caso di bocciatura della riforma costituzionale da parte degli italiani.
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il M5s di Beppe Grillo accusato di essere al servizio di Mosca
Parigi, 1 dic 08:32 - (Agenzia Nova) - Il quotidiano economico francese "Les Echos" riprende la polemica sorta intorno alle accuse mosse dal sito statunitense BuzzFeed al Movimento 5 stelle (M5s) di Beppe Grillo di essere al servizio della Russia di Vladimir Putin, dedicando alla vicenda lo spazio della rubrica di prima pagina "Succede in Europa" con un articolo del suo corrispondente da Roma Olivier Tosseri.
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PANORAMA INTERNAZIONALE
Boe: sistema finanziario più vulnerabile dopo la vittoria di Trump
Londra, 1 dic 08:32 - (Agenzia Nova) - La Banca d'Inghilterra, riferisce il "Financial Times", nel suo rapporto semestrale sulla stabilità finanziaria, ha avvertito che il quadro resta problematico, a causa dei rischi globali, provenienti dagli Stati Uniti, dalla Cina e dai mercati emergenti e dall'area dell'euro, anche se il sistema britannico è complessivamente abbastanza forte. Secondo il documento, il risultato delle elezioni presidenziali statunitensi, vinte da Donald Trump, ha "rafforzato le vulnerabilità esistenti", perché potrebbe provocare un ulteriore rallentamento del commercio mondiale. Altri pericoli sono legati al settore bancario europeo, in particolare a quello italiano. L'esposizione delle banche del Regno Unito rispetto alle controparti italiane corrisponde a circa l'uno per cento del coefficiente patrimoniale Common Equity Tier 1 (Cet1); l'esposizione generale verso l'Italia, debito sovrano incluso, al venti per cento, ed è quindi, secondo la Boe, "molto gestibile". Il governatore, Mark Carney, nel presentare il rapporto, ha parlato anche dell'uscita dall'Unione Europea, esortando il governo a fornire informazioni sulla sua posizione negoziale e sottolineando che l'Ue continuerà ad avere bisogno della City di Londra anche dopo la Brexit.
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Draghi: l'eurozona subirà un declino senza una crescita vitale della produttività
Londra, 1 dic 08:32 - (Agenzia Nova) - Il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, in un discorso tenuto a Madrid, ha lanciato un allarme sul rischio di danni economici a lungo termine a causa della bassa crescita della produttività, esortando i governi dell'area dell'euro ad agire. La produttività dell'eurozona, riferisce il "Financial Times", è scesa significativamente rispetto a quella statunitense in seguito alla crisi finanziaria: la sua crescita è passata negli ultimi anni dal due allo 0,5 per cento. Il leader della Bce ha attribuito il fenomeno soprattutto alla scarsa capacità delle aziende non manifatturiere di assorbire i cambiamenti tecnologici per migliorare la loro efficienza.
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Senegal, inaugurazioni in serie di centrali solari
Parigi, 1 dic 08:32 - (Agenzia Nova) - Il Senegal continua a battere record su record nella sua corsa alle energie rinnovabili: pochi giorni dopo aver inaugurato Senergy 2, la più grande centrale solare dell'Africa Occidentale, che con i suoi 75 mila pannelli fotovoltaici produce 20 megawatt (MW), ecco che la centrale di Malicounda si è arricchita di 11 mila nuovi pannelli. Impiantata su 100 ettari, i suoi 86 mila pannelli si estendono a perdita d'occhio e, grazie alla tecnologia adottata dal gruppo italiano Solaria che permette la conversione diretta dei raggi solari in elettricità, la centrale fornirà ogni anno 22 MW alla rete nazionale senegalese, equivalenti al consumo di circa 9 mila abitazioni.
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