La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di Regnum, Handelsblatt, Echos, Figaro, Bloomberg
L'Italia avrebbe pagato l'Ucraina per ottenere la restituzione dei quadri rubati a Verona
Mosca, 29 dic 08:32 - (Agenzia Nova) - Il governo italiano avrebbe pagato un "riscatto" di un milione di euro all’Ucraina, mascherato da contributi umanitari, al fine di ottenere la restituzione dei dipinti rubati dal Museo di Castelvecchio di Verona. È quanto riferito dal quotidiano locale “Il Corriere del Veneto”, citato dall’agenzia di stampa russa “Regnum”. Per mesi, il presidente ucraino Petro Poroshenko ha confermato la volontà di trasferire all'Italia più di 17 opere rubate da un museo di Castelvecchio il 19 Novembre 2015, e recuperati dalle autorità ucraine il 6 maggio. La restituzione, però, è avvenuta soltanto lo scorso 21 dicembre. Il giorno prima della restituzione, il 20 dicembre, il ministero degli Esteri italiano ha emesso un breve comunicato stampa, nel quale si comunicava che l'Italia ha deciso di stanziare aiuti all'Ucraina per un milione di euro per "mitigare le conseguenze umanitarie del conflitto in corso nelle regioni orientali dell'Ucraina". Il denaro non andrà direttamente al governo ucraino, ma verrà destinato al Programma alimentare mondiale (700 mila euro) e all'Unicef (300 mila euro).
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Da Grecia, Italia e Spagna i segnali di una possibile nuova crisi dell'euro
Berlino, 29 dic 08:32 - (Agenzia Nova) -
Il ministro delle Finanze greco, Euklid Tsakalotos, ha personalmente scritto al presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, rassicurando che Atene terrà fede a tutti gli impegni economici concordati. Aveva destato preoccupazione, infatti, lo stanziamento non concordato di 617 milioni di euro stabilito dal Premier greco Alexis Tsipras ai pensionati greci. Berlino e l’Fmi non sono tranquilli. Ma a preoccupare la Germania ci sono anche la Spagna e, soprattutto, l’Italia. La passività della Banca Centrale Italiana da 129 miliardi di euro è aumentata in 12 mesi a 358,6 miliardi, mentre la Germania è il più grande creditore dell’area euro con 754 miliardi di euro attestati nel mese di novembre di quest’anno. Quello che temono gli economisti di Berlino è una fuga di capitali dall’Italia. La settimana scorsa il Governo ha deciso di istituire un fondo salvabanche di 20 miliardi di euro che secondo S&P aumenterà il debito pubblico di 1,2 punti percentuali, al 131,6 per cento del Pil. Gli aiuti di Stato, destinati in primo luogo a Monte dei Paschi di Siena, dovrebbero essere erogati, secondo le regole della Ue, solo in casi eccezionali e solo se gli azionisti ed i creditori sono già stati chiamati a ripianare le passività della banca. Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schauble (Cdu), avverte: “La Bce e la Commissione europea devono vigilare costantemente e assicurare il rispetto delle normative europee da parte delle autorità italiane”. I governi europei, scrive "Handelsblatt", fanno appello alla flessibilità economica e finanziaria per garantire la propria sopravvivenza politica. Il rispetto delle norme comunitarie, però, verrà garantito dal rigore dei Paesi del Nord Europa, e in primo luogo dalla Germania, ha ribadito da Schauble. Il Ministro tedesco ha raccomandato un avanzo primario di bilancio per la Grecia del 3,5 per cento del Pil, mentre l’Fmi ha ritenuto più consono l’1,5. Il gruppo parlamentare dell’Unione di centrodestra tedesca preme affinché l'Fmi assuma un ruolo di vigilanza ancor più rigoroso, per evitare che la Grecia - e non solo - possa uscire dall'euro, innescando una crisi della moneta unica. Secondo il Consiglio federale delle Cdu “c’è più bisogno di disciplina finanziaria e più riforme strutturali nella maggior parte dei Paesi dell’eurozona. Inoltre il partito chiede l'attribuzione di un potere sanzionatorio discrezionaleal Consiglio dei ministri della Ue. I politici della Cdu vogliono “una posizione altrettanto forte di quella del Commissario alla concorrenza”. Sempre secondo la politica tedesca, è necessario anche un intervento del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), cui secondo Schauble e Jens Weidmann, presidente della Banca federale tedesca, andrebbero assegnati “più forti competenze sul monitoraggio delle finanze e delle politiche economiche degli Stati”. Questo a tutto sfavore della Commissione che, secondo i politici tedeschi, non fa rispettare sufficientemente le regole in materia di riforme e risanamento dei conti pubblici.
L'Italia contesta le richieste della Bce per Monte dei Paschi
Parigi, 29 dic 08:32 - (Agenzia Nova) -
L'Italia ha reagito con indignazione all'ingiunzione fatta dalla Banca centrale europea (Bce) al Monte dei Paschi di Siena (Mps) di raccogliere ulteriori 3,8 miliardi di euro per la sua ricapitalizzazione che era stata stimata a 5 miliardi: il ministero delle Finanze e la Banca d'Italia hanno affermato all'unisono che il piano di salvataggio pubblico della terza banca della Penisola è sufficientemente solido e che il fondo da 20 miliardi creato ad hoc basterà a risolvere tutte le situazioni di crisi del settore bancario italiano.
I sindacati di Stx France contro l'arrivo di Fincantieri
Parigi, 29 dic 08:32 - (Agenzia Nova) -
Non è ancora neppure ufficiale l'offerta di Fincantieri di rilevare Stx France che i sindacati dei cantieri navali di Saint Nazaire alzano già le barricate: lo scrive il quotidiano economico francese "Les Echos". L'articolo a firma di Christophe Palierse ricorda che il tribunale civile di Seul, che sta curando la liquidazione giudiziaria del gigante cantieristico sud-coreeano Stx Offshore & Shipbuilding finito in bancarotta, l'altroieri aveva comunicato che era rimasto in lizza un solo candidato a rilevarne la controllata Stx France; ma che tuttavia la magistratura sud-coreana non ha reso noto di quale società si tratti, anche se corre voce che il pretendente sia appunto Fincantieri. Questo si saprà ufficialmente solo il 3 gennaio prossimo, ma intanto i sindacati francesi hanno già alzato le barricate contro l'arrivo a Saint Nazaire del gruppo cantieristico italiano: Force Ouvrière (Fo) addirittura chiede allo Stato, che già possiede il 33,34 per cento del capitale di Stx France, di procedere alla nazionalizzazione "dell'ultimo grande cantiere navale francese": la segretaria della locale sezione di Fo, Nathalie Durand-Prinborgne, si dice inoltre preoccupata per il futuro dell'ufficio studi di Saint Nazaire. Il sindacato Cfdt da parte sua punta il dito contro l'accordo di partenariato concluso nel luglio scorso da Fincantieri con il più grande conglomerato cinese di cantieri navali, China State Shipbuilding Corporation (Cssc), con l'obbiettivo di sviluppare l'industria crocieristica in Cina. "Sono nostri concorrenti diretti" denuncia a "Les Echos" Christophe Morel, delegato sindacale Cfdt e rappresentante dei lavoratori nel consiglio di amministrazione di Stx France, che si dice anche scettico sul "progetto industriale di Fincantieri": "Quando si parla di sinergie, si pensa subito ai doppioni da eliminare" dichiara preoccupato.
Macklow-Smith (JpMorgan): in Italia troppe banche
New York, 29 dic 08:32 - (Agenzia Nova) -
Intervistato da "Bloomberg", Stephen Macklow-Smith, direttore della strategia per l'azionariato europeo di JpMorgan, discute le prospettive del settore bancario italiano e i possibili sviluppi delle politiche della Banca centrale europea. Il problema dell'Europa, sostiene l'economista, è stato un generale ritardo nella ricapitalizzazione delle banche, che ora, però, nella maggior parte dei casi è completa. Fa eccezione l'Italia, che ora, sottolinea Macklow-Smith, è dovuta giungere alle estreme conseguenze con un intervento di Stato. E' importante che si sia finalmente giunti a questo punto, perché la crisi del credito ha pesato sulle già scarse prospettive di crescita economica dell'Italia. Il Italia operano troppe banche: il consolidamento, afferma il manager di JpMorgan, aumenterebbe significativamente l'efficienza del settore; purtroppo, tale consolidamento non può avvenire senza un precedente intervento sulla qualità del capitale delle banche.
PANORAMA INTERNAZIONALE
Regno Unito: richiedenti asilo di Calais intentano un'azione legale contro il governo
Londra, 29 dic 09:54 - (Agenzia Nova) - Tema dell'immigrazione in evidenza sulla stampa britannica. Trentasei richiedenti asilo minorenni già ospiti del campo profughi di Calais, in Francia, hanno intentato un'azione legale contro il ministero dell'Interno del Regno Unito per il modo in cui sono state gestite le loro richieste, 28 delle quali sono state respinte mentre le rimanenti sono in corso di valutazione. Londra, in particolare, è accusata di essere venuta meno all'impegno di accogliere i minori vulnerabili in base all'Immigration Act (sezione 67, emendamento Dubs). Un rapporto dell'osservatorio Migration Watch prevede che, se non saranno introdotte restrizioni dopo l'uscita dall'Unione Europea, nei prossimi 25 anni arriveranno in Gran Bretagna dodici milioni di migranti.
Germania, arrestato il presunto contatto di Amri a Berlino
Berlino, 29 dic 09:54 - (Agenzia Nova) -
Il Dipartimento di polizia criminale federale tedesco, a seguito di perquisizioni di abitazioni e locali commerciali, ha arrestato un cittadino tunisino di 40 anni il cui numero di cellulare era stato trovato nel telefono di Anis Amri, il presunto attentatore di Berlino. Ancora non si hanno notizie certe circa un eventuale coinvolgimento dell'arrestato nell'attentato al mercatino di Natale. Nel frattempo le autorità stanno ricostruendo la fuga dell'attentatore sino in Italia, dove è rimasto ucciso in uno scontro a fuoco con la Polizia. A quanto si è appreso pare sia stato anche nei Paesi Bassi, nella cittadina olandese di Nijmegen, dalla quale si sarebbe recato in autobus a Lione. Da lì, con il treno, si sarebbe poi diretto verso la cittadina alpina di Chambéry e poi in Italia. Gli investigatori hanno trovato una sim olandese nel suo zaino, stando a quanto riportato dal quotidiano “La Repubblica”. Questa potrebbe essere un’ulteriore prova della sua presenza nei Paesi Bassi, ha dichiarato il portavoce dell’ufficio del pretore olandese Wim de Bruin. Tuttavia la cosa non è confermata dagli investigatori italiani. Come Amri sia entrato in Francia, però, non è ancora chiaro. Secondo la “Westdeutscher Rundfunk” (Wdr), il tunisino aveva visitato una dozzina di moschee nella zona del Reno-Vestfalia del Nord e nella zona della Ruhr. Molto probabilmente aveva contatti a Dortmund, dove deve aver soggiornato anche in una moschea. Ancora non è chiaro se facesse parte di una rete terroristica. Non si hanno prove certe del suo domicilio prima dell'attentato a Berlino, ma probabilmente era stato a Karlsruhe, dalla cui procura non vengono notizie certe al riguardo. Era stato fermato a luglio e ad agosto era stato rilasciato dalla prigione di Ravensburg, senza passaporto. La detenzione viene considerata giustificata solo se la persona interessata può essere espulsa entro tre mesi. Le procedure di espulsione con la Tunisia, però, durano sei mesi o più, come riferito da un portavoce del ministero dell’Interno del Nord Reno-Vestfalia la settimana scorsa.
Regno Unito: Corbyn a May, "Non sei Enrico VIII"
Londra, 29 dic 09:54 - (Agenzia Nova) -
Intervistato dal quotidiano "The Guardian", il leader del Labour britannico, Jeremy Corbyn, accusa la premier del Regno Unito, Theresa May, di comportarsi come un monarca assoluto rifiutando di impegnarsi a sottoporre al voto del parlamento l'accordo finale sull'uscita dall'Unione Europea. La prerogativa reale, sostiene il politico, non può essere usata per impedire alla Camera dei Comuni di pronunciarsi sulla futura relazione con l'Ue. Sullo stesso giornale un'intervista a Dave Penman, segretario generale del sindacato Fda, che rappresenta i funzionari pubblici: il sindacalista critica la leader di Downing Street per l'incapacità di parlare apertamente della complessità della Brexit, che potrebbe portare a un punto di rottura l'amministrazione, sovraccarica di lavoro e a corto di personale. Secondo un editoriale non firmato di "The Independent", attribuibile alla direzione, per la democrazia nazionale sarebbe salutare indire elezioni anticipate che dessero al primo ministro una maggiore legittimazione politica. Tuttavia, il voto non è probabile. "The Telegraph" si aspetta che May si presenterà alla campagna elettorale del 2020 con un programma comprendente anche l'uscita dalla Convenzione europea e dalla Corte europea dei diritti dell'uomo.
Paul Nuttall: un anno brillante per la politica
Londra, 29 dic 09:54 - (Agenzia Nova) -
In un articolo pubblicato sul "Financial Times", Paul Nuttall, neoleader dell'Ukip, il Partito per l'indipendenza del Regno Unito, saluta il 2016, "un grande anno per la politica occidentale", con "un livello senza precedenti di impegno e dibattito": il mondo è stato scosso dalle fondamenta proprio da quella gente comune, la cui insoddisfazione e frustrazione sono state ignorate per decenni, che più aveva bisogno di questa scossa. Su "Daily Telegraph" un'intervista a Nigel Farage, fondatore ed ex leader dell'Ukip, che parla del suo successo referendario e dell'ipotesi di un ruolo nella politica statunitense sotto la presidenza di Donald Trump.
Medio Oriente, duro attacco di Kerry a Israele: insediamenti minaccia alla pace
New York, 29 dic 09:54 - (Agenzia Nova) -
Il segretario di Stato Usa, John Kerry, ha accusato ieri il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, di minare le prospettive di pace in Medio Oriente, rivolgendo a Israele un attacco esplicito senza precedenti da parte della diplomazia Usa. A soli 23 giorni dalla conclusione del suo mandato quadriennale, Kerry aveva già preannunciato nei giorni scorsi di voler illustrare una "proposta" dell'amministrazione presidenziale Obama per la soluzione del conflitto israelo-palestinese. Le relazioni tra Usa e Israele, progressivamente peggiorate durante gli otto anni di presidenza Obama, sono definitivamente precipitate la scorsa settimana, dopo che gli Usa hanno avvallato una risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu che condanna gli insediamenti ebraici nei territori occupati di Cisgiordania e Gerusalemme Est. Tel Aviv ha accusato Washington di aver orchestrato in prima persona l'iniziativa ostile all'Onu, un'accusa che pare trovare un riscontro nelle indiscrezioni di diverse fonti diplomatiche arabe. Secondo Kerry, "lo status quo sta portando a una situazione di occupazione perpetua" dei territori palestinesi. Il segretario di Stato uscente ha ricordato i principi fondamentali che dettano la politica Usa in Medio Oriente, a partire dall'obiettivo di una convivenza tra due Stati, uno israeliano e uno arabo-palestinese, che condividano Gerusalemme come capitale. "Il presidente Obama e io sappiamo che la prossima amministrazione ha segnalato di voler intraprendere una strada differente", ha detto Kerry, riferendosi all'intenzione del presidente eletto Donald Trump di spostare l'ambasciata Usa a Israele da Tel Aviv a Gerusalemme. "Ma la nostra coscienza ci ha vietato di rimanere inerti mentre vedevamo sfuggire ogni speranza di pace". E ancora: "Alcuni paiono credere che l'amicizia degli Stati Uniti imponga loro di accettare qualunque politica, a prescindere dai nostri stessi interessi, dalle nostre posizioni, dalle nostre parole e dai nostri principi, anche dopo aver avvertito più e più volte che certe politiche devono cambiare. Gli amici però hanno l'obbligo di dirsi l'un l'altro le verità più scomode, e vincolano al rispetto reciproco". Il discorso del segretario di Stato Usa ha suscitato una reazione immediata da parte del governo israeliano, ma anche di entrambi gli schieramenti del Congresso federale Usa. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha diffuso un comunicato video in cui replica a Kerry con disprezzo: "L'intero Medio Oriente è in fiamme, interi Stati vengono rovesciati, il terrorismo dilaga e per un'ora intera il segretario di Stato (Kerry, ndr) non trova di meglio da fare che attaccare l'unica democrazia del Medio Oriente", ha accusato Netanyahu, che ha aggiunto: "Forse Kerry non ha notato che Israele è l'unico luogo del Medio Oriente dove è possibile celebrare il Natale in pace e sicurezza. Nulla di tutto questo interessa il segretario di Stato". Negli Usa, contro Kerry si è scagliato il senatore repubblicano John McCain, che ha parlato di una "inutile ramanzina"; persino il capogruppo della minoranza democratica al Senato, Chuck Shumer, ha duramente contestato il discorso del capo della diplomazia Usa, che a suo dire "ha provocato gli estremisti di entrambi gli schieramenti".