Beppe Grillo (foto LaPresse)

La scommessa persa da Grillo

Redazione

La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di Financial Times, Echos, Times, Pais, Sueddeutsche Zeitung

Bloccato il tentativo del Movimento 5 stelle di entrare nel gruppo liberale europeo

 

Londra, 10 gen - (Agenzia Nova) - La mossa a sorpresa di Beppe Grillo, leader del Movimento 5 stelle, per abbandonare la partnership con l'Ukip, il Partito per l'indipendenza del Regno Unito, al Parlamento europeo ed entrare nel gruppo parlamentare dell'Alleanza dei democratici e dei liberali per l'Europa (Alde), guidato da Guy Verhofstad, uno dei più convinti difensori dell'Unione, è finita nel caos, riferisce la stampa britannica. Gli iscritti dell'M5s hanno approvato online il passaggio, col 78,5 per cento dei voti favorevoli, ma l'Alde ha poi respinto la richiesta, a causa di "un terreno comune insufficiente". In Italia, la svolta è apparsa come un tentativo di concludere un "matrimonio di convenienza" per mostrarsi meno radicali in vista delle elezioni politiche.

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M5s, la scommessa perduta di Grillo

 

Madrid, 10 gen - (Agenzia Nova) - Il Movimento 5 Stelle risponde alla chiamata a sorpresa di Beppe Grillo per decidere del suo futuro all'Europarlamento. Il referendum online celebrato in grande fretta segna la fine dell'alleanza con l'Ukip di Nigel Farrage e l'intesa con l'Alde. Il passaggio è saltato però a causa del ripensamento del leader dei liberali, il belga Guy Verhofstadt: troppe le differenze per scrivere una agenda comune.

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Sorprendenti coalizioni nel Parlamento europeo

 

Berlino, 10 gen - (Agenzia Nova) - La partita a due fra socialdemocratici e cristiano democratici per la presidenza Parlamento europeo vede ora un terzo incomodo: Guy Verhofstadt del gruppo liberale Alde. Una settimana fa il leader del gruppo parlamentare socialdemocratico, Gianni Pittella, aveva annunciato la sua candidatura per la presidenza, come determinato nell’accordo del 2014. Il suo rivale è Antonio Tajani (Ppe). Ora in soccorso di Verhofstadt potrebbe venire anche il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, il cui elettorato ha votato con il 78,5 per cento l’adesione al gruppo dell’Alde, lasciando così quello dell’Efd di Nigel Farage. Una collaborazione con Grillo sarebbe stata impossibile fino a due anni fa, ha detto Verhofstadt. Critiche alla possibile alleanza sono venute da Martin Weber che ha avvertito: “Questa sorta di offerte segrete dietro le quinte allontana i cittadini del progetto europeo”. Tuttavia Grillo ha sottolineato che permangono grandi differenze fra i due partiti. Per sconfiggere il candidato del Ppe Tajani, ex commissario italiano all’industria presso la Ue, Verhofstadt opta per una maggioranza di sinistra. Sarà interessante vedere cosa accadrà nella votazione segreta nel quarto turno, quando è sufficiente la maggioranza semplice.

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Gli investitori dovrebbero partecipare agli aumenti di capitali di Unicredit e Deutsche? 

 

Londra, 10 gen - (Agenzia Nova) - Nei prossimi sei mesi due delle maggiori banche europee, l'italiana Unicredit e la tedesca Deutsche Bank, cercheranno di raccogliere capitali freschi per venti miliardi di euro complessivamente. Gli investitori – domanda il "Financial Times" – dovrebbero darglieli? Entrambi i titoli hanno beneficiato di un clima più ottimista nelle ultime settimane. UniCredit, inoltre, ha presentato un piano di ristrutturazione drastico, che è stato accolto positivamente dal mercato. I due istituti sono molto diversi: quello italiano costituisce, tutto sommato, una realtà più semplice; quello tedesco ha davanti a sé sfide impegnative. Se un investitore dovesse fare una scelta, è difficile immaginare che sarebbe a favore di Deutsche.

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Le banche venete sulla via della fusione per evitare la liquidazione

 

Parigi, 10 gen - (Agenzia Nova) - Le banche Popolare di Vicenza e Veneto Banca vogliono voltare la pagina delle difficoltà passate e guardare al futuro: lo scrive il quotidiano economico francese "Les Echos" riferendo che ieri lunedì 9 gennaio i due istituti hanno presentato una proposta di indennizzo ai circa 175 mila ex azionisti danneggiati nel corso del salvataggio dello scorso anno da parte dello Stato italiano; l'obbiettivo è di evitare eventuali ricorsi in tribunale e concentrarsi sul loro progetto di fusione. La Banca centrale europea (Bce) infatti, ricorda il corrispondente da Roma di "Les Echos" Olivier Tosseri, il 16 dicembre scorso ha intimato ai due istituti di presentare entro il 31 gennaio prossimo un piano operativo per ridurre rapidamente la montagna di crediti a rischio che grava sui loro bilanci ed una prima bozza del progetto di fusione, da realizzare entro la fine di quest'anno o al massimo agli inizi del 2018: questo matrimonio infatti è l'unica soluzione per evitarne la liquidazione. Il piano strategico per rilanciare la nuova banca che uscirà dalla fusione tuttavia si annuncia doloroso: in Veneto come in Toscana, dove sono concentrate le agenzie dei due istituti, esso promette lacrime e sangue in termini di riduzione dei costi e quindi degli sportelli e dei relativi posti di lavoro. A condurlo in porto dovranno essere l'amministratore delegato di Veneto Banca, Cristiano Carrus, ed il nuovo capo della Popolare di Vicenza, Fabrizio Viola, che quando era alla testa di Monte dei Paschi di Siena aveva adottato una severa cura di austerità e che prenderà la guida della nuova banca dopo la fusione. I negoziati con i sindacati si annunciano carichi di tensioni e "Les Echos" non esclude la cessione di partecipazioni come Banca Apulia o Banca Nuova. Questo nuovo matrimonio tra banche popolari comunque, dopo quello avvenuto con successo tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano, segnerà una ulteriore tappa nel consolidamento del settore bancario italiano la cui eccessiva frammentazione è percepita come uno dei suoi principali handicap.

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Panorama internazionale

 

Theresa May (foto LaPresse)


 

Il “New Deal” della Nato

 

Berlino, 10 gen - (Agenzia Nova) - Un riavvicinamento tra l'amministrazione del nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il governo russo del presidente Vladimir Putin porterebbe probabilmente a un allentamento delle tensioni militari in Europa Orientale. Di Putin, sostiene però un editoriale della "Sueddeutsche Zeitung", c’è poco da fidarsi. Trump ha inviato all'Europa un chiaro avvertimento in campagna elettorale, sostenendo che il Vecchio continente si dovrà assumere maggiori oneri all’interno della Nato. Un indebolimento dell'alleanza, sostiene il quotidiano, lascerebbe alla Russia lo spazio necessario a ripristinare una propria sfera di influenza in Europa Orientale. Per evitare questo scenario, i paesi europei dovrebbero accettare una nuova ripartizione degli oneri della Nato che preveda un loro maggiore contributo economico. Secondo il quotidiano tedesco, tale onere finanziario potrebbe rivelarsi una sorta di nuovo “New Deal” per i Paesi europei, apportando benefici sul fronte della crescita del pil e dell'occupazione. La Germania potrebbe essere costretta ad aumentare le proprie spese militari. Per il cancelliere tedesco Angela Merkel sarà comunque complicato trovare un accordo con il presidente Usa. Molti partner della Nato rischiano di non essere d’accordo con un aumento della spesa militare da parte della Germania, memori dei tragici trascorsi storici di quel paese. Tali timori, scrive la "Sueddeutsche Zeitung", sono infondati. Le truppe tedesche sarebbero parte di una forza europea coordinata che difende il confine orientale del Continente. Se la Nato crollasse, la Germania sarebbe comunque costretta a rafforzare significativamente le forze armate per far fronte alle minacce provenienti da Oriente. La ridefinizione dell'identità e degli equilibri interni, conclude il quotidiano, non passa però solo dal tema della spesa: Trump "dovrà chiedere a Orban e Erdogan di rafforzare le libere istituzioni” di Ungheria e Turchia, pronto, in caso contrario, anche ad "escludere quei paesi dall’Alleanza".

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Regno Unito: May biasima i politici compiacenti per l'ascesa del populismo

 

Londra, 10 gen - (Agenzia Nova) - La stampa britannica commenta il "manifesto" della premier del Regno Unito, Theresa May, per la costruzione di una "società condivisa", illustrato in un discorso in cui ha accusato i politici compiacenti, gli imprenditori senza scrupoli, i media e la globalizzazione di aver favorito l'ascesa delle forze populiste. Sul "Financial Times", Sebastian Payne riconosce alla leader di Downing Street "una visione più chiara" di quella del suo predecessore, David Cameron, su come cambiare il paese; un editoriale non firmato, attribuibile alla direzione, apprezza l'impegno per il miglioramento dei servizi di assistenza psichiatrica, al quale però dovrebbero corrispondere risorse adeguate. Sul quotidiano conservatore "The Times", che ha lanciato una campagna per la salute mentale, Rachel Sylvester esprime riserve sulla limitatezza del piano. Critici i giornali di opposizione – "The Guardian", "The Independent" e "Mirror" – che ricordano i drastici tagli alla spesa sociale decisi negli anni scorsi dal Partito conservatore e sottolineano la distanza tra la diagnosi e la soluzione dei problemi.

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Regno Unito: Corbyn cede alle pressioni con una svolta sull'immigrazione

 

Londra, 10 gen - (Agenzia Nova) - In evidenza sulla stampa britannica la svolta del Labour sull'immigrazione. Il leader, Jeremy Corbyn, cedendo alle pressioni interne e dei sindacati, utilizzerà il primo discorso del 2017, a Peterborough, per dire che il Regno Unito potrà stare meglio fuori dall'Unione Europea e che il partito non ha obiezioni di principio a porre fine alla libertà di circolazione dei lavoratori comunitari. Ribadirà che per i laboristi la permanenza nel mercato unico è una priorità negoziale, ma si esprimerà anche a favore di "un'immigrazione gestita" e dell'intervento statale nei settori industriali in difficoltà.

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Svezia, il primo ministro non esclude il rischio di interferenze russe nelle elezioni

 

Mosca, 10 gen - (Agenzia Nova) - Il premier svedese, Stephen Lefven non esclude che la Russia possa tentare di influenzare l'esito delle prossime elezioni in Svezia. Il premier ha espresso tale timore durante la conferenza sulla sicurezza tenuta a Salen. Stando il quotidiano svedese “The Local”, ripreso dai media russi, il governo ha indicato nella strategia di difesa nazionale gli attacchi degli hacker come uno delle otto principali minacce alla sicurezza del paese. I Servizi di intelligence degli Stati Uniti hanno accusato il Cremlino di coinvolgimento negli attacchi informatici al server del Partito democratico durante la campagna presidenziale, accuse che hanno spinto il presidente uscente Barack Obama a rafforzare il regime sanzionatorio ai danni di Mosca. Di recente, anche il cancelliere tedesco Angela Merkel ha denunciato probabili intromissioni di Mosca nelle prossime elezioni politiche della Germania. Un alto diplomatico in servizio a Bruxelles ha dichiarato che sconta preoccupazioni simili anche la Francia, dove in primavera sono in programma le elezioni presidenziali.

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Usa: il genero di Trump entra nell'amministrazione presidenziale come consigliere

 

New York, 10 gen - (Agenzia Nova) - Jared Kushner, genero del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, sarà consulente della Casa Bianca a tutolo gratuito. L'incarico attribuito al 36 enne Kushner gli consentirà di influire sulle decisioni dell'amministrazione su una molteplicità di questioni cruciali: dagli accordi commerciali al Medio Oriente, passando per le ordinarie operazioni di governo. "Jared è stato un asset straordinario e un consigliere fidato nel corso della campagna elettorale e durante la transizione, e sono orgoglioso di averlo in una posizione cruciale all'interno della mia amministrazione", ha riferito il presidente eletto in un comunicato. Per placare le obiezioni legate ai possibili conflitti d'interessi, Kushner intende cedere gran parte del suo portafogli milionario di azioni e immobili a familiari e altri acquirenti, hanno riferito fonti vicine alla transizione presidenziale, sottolineando che il genero di Trump non percepirà nemmeno uno stipendio. La nomina di Kushner rischia comunque di scontrarsi con le disposizioni di uno statuto anti-nepotismo in vigore negli Usa. I suoi legali sostengono che lo statuto non gli impedisca di assumere un ruolo di consulenza, ma i pareri in materia divergono. La stampa Usa ricorda oggi che nessun presidente Usa ha più elevato un familiare in una posizione di rilievo nell'amministrazione dagli anni Sessanta, quando J.F. Kennedy nominò il fratello Bobby procuratore generale.

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