Qual è il piano del Cav. per tornare in campo
La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di Financial Times, Abc, Bloomberg, Sueddeutsche Zeitung, Pais
Berlusconi ha un piano per resuscitare la lira
New York, 10 mar - (Agenzia Nova) - L'ex presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, ha un piano per tornare al centro della scena politica italiana, mossa attualmente preclusagli da un provvedimento di interdizione dai pubblici uffici. La scissione del Partito democratico ha portato gli analisti finanziarie a osservare con preoccupazione le messe dell'ex premier: "Il ritorno di Forza Italia, e per estensione di Silvio Berlusconi, è una preoccupazione reale, specie mentre il Partito democratico pare doversi dividere in due", spiega a "Bloomberg" James Athey, fixed income portfolio manager di Aberdeen Asset Management, con sede a Londra. A preoccupare gli analisti come Athley è la proposta di Berlusconi di introdurre in Italia una valuta a corso interno parallela all'euro: un progetto che secondo l'esperto "sarebbe difficile da realizzare senza rigidi controlli sui capitali, ma non impossibile". I piani di Berlusconi, che si auto-definisce "l'uomo più perseguitato della storia", dipendono però dall'esito del suo ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo, su cui conta per superare l'interdizione dai pubblici uffici e tornare alla politica attiva.
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Il presidente russo Putin prende posizione sulle elezioni italiane
Madrid, 10 mar - (Agenzia Nova) - La Russia di Vladimir Putin mette gli occhi sulle elezioni italiane. Mosca ha ricevuto il leader della Lega Nord Matteo Salvini per stringere un patto di collaborazione, e trattative analoghe sarebbero in corso con il Movimento Cinque Stelle. Sentiti dal quotidiano spagnolo "El Pais", gli uomini di Grillo "non confermano, né smentiscono", ma Sergej Zheleznyak, uomo forte del Cremlino, assicura che a Mosca sono pronti. Con i partiti italiani la Russia vuole replicare quanto fatto con diverse formazioni europee, in primis con il Fronte nazionale di Marine le Pen. Patti che sostanzialmente, scrive la testata, "gravitano attorno all'idea della fine delle sanzioni economiche alla Russia e la lotta contro il terrorismo".
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I 5 stelle in Rete
Berlino, 10 mar - (Agenzia Nova) - Il Movimento 5 stelle si avvale di canali d’informazione sulla Rete. Il blog di Beppe Grillo e i portali Tze Tze e La Fucina sono connessi tra di loro. Milioni di italiani li visitano ogni giorno e nulla sembra far diminuire la popolarità del partito. L’azienda Casaleggio Associati, fondata nel 2004 si trova a Milano in via Morone, presso La Scala. Vi lavorano solo una decina di dipendenti, secondo il giovane informatico Marco Canestrari che vi ha lavorato. Sono loro, spiega, che gestiscono la rete dei 5 Stelle e selezionano i candidati. Fu Gianroberto Casaleggio che convinse Grillo a fare un partito tramite la Rete e creò il suo blog, dal costo di 140 mila euro, in cambio della vendita esclusiva dei Dvd degli spettacoli del comico. Il blog conta oggi 2,3 milioni di iscritti, e le notizie che vengono diffuse - spesso non vere, scrive la "Sueddeutsche Zeitung - generano click e con essi, probabilmente, soldi. Dalla morte di Gianroberto Casaleggio, l’azienda è gestita dal figlio Davide di cui gli italiani sanno poco o nulla.
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Italia: lasciate che i ricchi vengano a me
Madrid, 10 mar - (Agenzia Nova) - Il quotidiano spagnolo "Abc" torna sulla decisione del governo italiano di aprire le porte fiscali ai multimilionari. La domanda è quanto possa essere attrattivo il paese, al di là della promessa di una flat-tax da centomila euro sulla residenza. L'articolo passa per questo in rassegna le principali passioni di stranieri e ricchi, famosi e non, nei diversi angoli della penisola. Ma chiude sintetizzando il dibattito sorto con la presentazione dell'iniziativa: "l'Italia si divide tra chi mette freni al 'benvenuti in Italia' e chi, parafrasando il Vangelo, afferma 'lasciate che i ricchi vengano a me'".
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L'impresa britannica inizia a somigliare a quella italiana
Londra, 10 mar - (Agenzia Nova) - Per l'editorialista del "Financial Times" Martin Wolf, l'economia britannica è diventata più simile a quella italiana, un fatto che desta preoccupazione. La somiglianza riguarda la produttività. Secondo la società di ricerca Conference Board, tra il 2007 e il 2016 il tasso di crescita della produzione per ora di lavoro nel Regno Unito è stato solo dello 0,1 per cento, un andamento paragonabile a quello dell'Italia. Con l'uscita dall'Unione Europea, la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente.
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Panorama internazionale
Mario Monti: la Germania esercita già un ruolo guida in Europa
Amburgo, 10 mar - (Agenzia Nova) - In un’intervista rilasciata all’edizione online di “Der Spiegel”, l’ex primo ministro italiano Mario Monti mette in guardia dalle semplificazioni che dominano la cultura politica, specie nelle sue accezioni populiste: la politica, spiega Monti, è chiamata ad affrontare problemi sempre più complessi, il cui approfondimento non può esaurirsi nel tempo di un semplice dibattito televisivo. L'orizzonte di troppi politici è puramente elettoralistico, afferma l'ex premier, e manca di una visione progettuale e di argomentazioni. Il cancelliere tedesco Angela Merkel rappresenta in questo senso, secondo Monti, un'eccezione virtuosa, e lo avrebbe dimostrato con la pur contestatissima politica di apertura ai rifugiati. Le posizioni euroscettiche, sostiene l'ex premier, troppo spesso coincidono con scorciatoie demagogiche. Anziché chiedere cambiamenti in sede europea, sostiene l'ex premier, molti leader del Vecchio continente dovrebbero occuparsi prima dei rispettivi contesti nazionali. Riguardo all’Italia, Monti esclude l'ipotesi di nuove tensioni finanziarie. Naturalmente le banche italiane hanno dei problemi, la maggior parte dei quali riferiti ai crediti non esigibili, aggravati da una lunga recessione finanziaria. L'appartenenza del paese all’unione monetaria, prosegue Monti, non è in discussione. Monti contesta anche la narrativa secondo cui la moneta unica sarebbe uno strumento voluto dalla Germania per avvantaggiare la sua economia: ad eccezione di Helmut Kohl, ricorda Monti, la Germania non voleva una moneta unica. Monti guarda anche positivamente a un ruolo di leadership più accentuato della Germania in Europa L’ex premier crede che Marine Le Pen non riuscirà a vincere le elezioni presidenziali in Francia. Se il Paese transalpino lasciasse la zona euro, l’Europa si troverebbe indubbiamente ad affrontare una crisi, e con essa l’Italia. In ogni caso, la via per il rafforzamento del progetto comunitario passa secondo Monti attraverso l'assunzione di un ruolo di leader responsabile da parte della Germania. La Germania dovrebbe definire i propri interessi a lungo termine in un’Unione europea forte e maggiormente integrata, accettando però di farsi attore fondamentale nel contrasto agli squilibri macroeconomici regionali, e liberalizzando il suo grande mercato interno dei servizi. Sarebbe inoltre un bene, secondo Monti, se la Germania accettasse alcune modifiche al patto di stabilità. C’è bisogno di più spazio per gli investimenti pubblici. In cambio, la Germania potrebbe insistere sul fatto che l’Unione europea fosse più attenta a far rispettare a Paesi come Spagna e Francia, che lo violano costantemente, il patto di stabilità e crescita.
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Francia, Macron corteggia classi medie e destra moderata
Parigi, 10 mar - (Agenzia Nova) - Il candidato "indipendente" di centrosinistra Emmanuel Macron, l'ex ministro dell'Economia che alla fine della scorsa estate di è dimesso dal governo per lanciare il suo nuovo movimento "En Marche!" ("In Marcia!", ndr) con un programma liberal-socialista, prosegue la sua campagna elettorale per le presidenziali di aprile-maggio puntando ad attrarre sia il voto di elettori di sinistra che di destra. Ieri la sua attenzione si è rivolta alle classi medie ed ai moderati spaventati dall'avanzata del Front national di Marine Le Pen e confusi dallo scandalo della moglie di Francois Fillon che ha indebolito il candidato di centro-destra e sembra averlo spinto a ricorrere a toni populistici. E la località per farlo non è stata scelta a caso: Macron ha infatti parlato a Bordeaux. Il sindaco della terza città di Francia è Alain Juppé, l'uomo battuto a sorpresa da Fillon nelle primarie dello scorso novembre e colui al quale per alcune settimane i partiti di centro-destra hanno guardato per una sostituzione in corsa, nel pieno dello scandalo "Penelope-gate". Juppé ha infine rifiutato di diventare i "piano B" del centro-destra; ma i suoi sostenitori, già assai critici nei confronti di Fillon, sono molto disorientati e aperti a considerare altre "opzioni". E' in questo spazio politico che Macron ha cercato di inserirsi, con un discorso politico in cui si presenta come il campione a difesa di un triplo sentimenti di insicurezza ch attanaglia le classi medie francesi, sui terreni sia economico che sociale e culturale.
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May, "è tempo di andare avanti" con i colloqui formali sulla Brexit
Londra, 10 mar - (Agenzia Nova) - La premier del Regno Unito, Theresa May, a Bruxelles per l'ultimo vertice dell'Unione Europea prima dell'attivazione della clausola di uscita, l'articolo 50 del Trattato di Lisbona, ha dichiarato che gli altri leader "sono stati chiari sulla volontà di procedere con i negoziati" e che lo stesso vale per lei. La prima ministra, riferisce la stampa britannica, riferirà del vertice alla Camera dei Comuni martedì, il giorno successivo al consueto question time del lunedì; ciò ha scatenato congetture sulla possibilità che avvii ufficialmente l'iter. Secondo un'altra ipotesi l'annuncio potrebbe essere rimandato a dopo il congresso annuale del Partito nazionale scozzese (Snp), in programma il 17 e 18; l'evento è atteso per i possibili sviluppi della questione dell'indipendenza della Scozia, dopo che la leader dell'Snp e del governo di Edimburgo, Nicola Sturgeon, ha accennato a un secondo referendum sulla secessione nell'autunno del 2018. Fonti diplomatiche dubitano che la notifica di May possa avvenire prima dell'ultima settimana del mese, per non sovrapporsi alla celebrazione dei 60 anni dei Trattati di Roma. Ieri ha parlato anche il segretario agli Esteri, Boris Johnson, partecipando a una trasmissione televisiva della Bbc: il ministro ha detto che non è ragionevole continuare a contribuire al bilancio comunitario una volta lasciata l'Ue e ha citato il precedente di Margaret Thatcher, che nel vertice di Fontainebleau del 1984 ottenne una riduzione del contributo britannico, per esortare l'attuale premier a resistere alle richieste di Bruxelles per definire il divorzio, che potrebbero ammontare a 50 miliardi di sterline. Dal campo degli interlocutori si segnalano le dichiarazioni di Guy Verhofstadt, capo negoziatore del Parlamento europeo, secondo il quale i cittadini britannici potrebbero, su base individuale, mantenere alcuni diritti di cittadinanza, e di Xavier Bettel, primo ministro del Lussemburgo, che ha sottolineato che il processo di uscita non è irreversibile.
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Paesi Bassi: la rabbia degli elettori alimenta il populismo; il ripiegamento della globalizzazione minaccia l'economia
Londra, 10 mar - (Agenzia Nova) - Focus sui Paesi Bassi nell'ultimo numero del settimanale britannico "The Economist", in vista delle elezioni politiche del 15 marzo. La campagna elettorale è inedita: vi partecipano nuove forze politiche come GreenPeil, che non ha un programma e promette ai suoi iscritti di farli votare online su ogni disegno di legge; il Forum per la democrazia, guidato dall'intellettuale euroscettico Thierry Baudet; Per i Paesi Bassi, partito anti-immigrazione che ha per leader un comico; Denk, che si rivolge, invece, agli immigrati; il Partito pirata. Tutti potrebbero entrare in parlamento, non essendoci una soglia minima di ingresso. Poi c'è il Partito per la libertà di Geert Wilders, che è testa a testa con i liberali del primo ministro, Mark Rutte. La frustrazione della cittadinanza per il processo e l'elite di governo accomuna l'Olanda ad altri paesi che hanno registrato l'ascesa di forze populiste. Eppure l'economia è cresciuta del 2,1 per cento l'anno scorso; la disoccupazione è scesa al 5,3 per cento; le finanze pubbliche sono solide. Il ripiegamento della globalizzazione, tuttavia, è una minaccia: il paese potrebbe risentire in modo pesante dell'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea e del protezionismo statunitense sotto la presidenza di Donald Trump. Un'eventuale "Nexit", l'uscita dell'Olanda, colpirebbe l'Ue ben più della Brexit.
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Usa, il nuovo direttore dell'Epa "osa" mettere in dubbio la scienza dei mutamenti climatici antropici
Washington, 10 mar - (Agenzia Nova) - I principali quotidiani Usa reagiscono con incredulità alle parole pronunciate nella giornata di ieri da Scott Pruitt, nuovo direttore dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente (Epa). Pruit, la cui nomina da parte del presidente Usa Donald Trump aveva già destato polemiche, ha suscitato un coro di sdegno da parte di ambientalisti, climatologi ed esponenti della precedente amministrazione presidenziale, esprimendo scetticismo in merito al reale impatto delle attività umane sulle dinamiche climatiche globali. "Ritengo che misurare con precisione l'effetto delle attività umane sul clima sia difficilissimo, ed esistono enormi divergenze di opinioni in merito alla reale entità di tale impatto. Perciò no, non concordo con quanti sostengono che (le attività umane, ndr) siano un fattore primario del riscaldamento globale cui stiamo assistendo", ha detto il funzionario, intervenuto alla trasmissione "Squawk Box" dell'emittente televisiva Cnbc. "Ancora non lo sappiamo - ha aggiunto Pruitt - è necessario portare avanti il dibattito e lo studio dei dati analitici". Le parole di Pruitt, che la "Washington Post" definisce "incredibili", dato il suo incarico di direttore dell'Epa, sono effettivamente in disaccordo con la linea ufficiale cui l'agenzia si è attenuta nel corso degli otto anni di amministrazione Obama, e con le posizioni comunemente identificate come il consenso scientifico in materia di mutamenti climatici. Del resto, lo scetticismo espresso da figure chiave dell'amministrazione Trump e dal presidente stesso in merito alla cosiddetta scienza dei mutamenti climatici è cosa nota. Quella sulle attività umane, poi, non è stata l'unica affermazione "controversa" di Pruitt, che nel corso dell'intervista alla Cnbc ha anche messo in dubbio che regolamentare le emissioni di anidride carbonica rientri davvero tra le competenze dell'Epa: "Al Congresso non è mai stato concesso di esprimersi in materia", ha affermato il direttore dell'agenzia. La scorsa settimana, l'Epa ha ritirato una richiesta rivolta alle compagnie petrolifere sotto la precedente amministrazione presidenziale in merito alle loro emissioni di metano, su cui l'agenzia intendeva probabilmente poggiare una nuova serie di vincoli normativi.