La nuova Europa secondo Prodi
La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di New York Times, Bloomberg, Expansion, Abc, Les Echos
Horowitz ("New York Times"): gli Usa hanno lasciato l'Italia in balia della Russia
New York, 30 mag - (Agenzia Nova) - Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha sfruttato al massimo la finestra offerta dalla sua visita in Italia, la scorsa settimana: "ha ottenuto un'udienza privata con il Papa, ha incontrato il presidente e il primo ministro a Roma, è volato in Sicilia per un meeting di leader mondiali ed ha visitato le truppe statunitensi presso una vicina base navale e aerea". Ciò non è bastato, secondo l'opinionista del "New York Times", Jason Horowitz, a cancellare "il timore dei funzionari europei e statunitensi di un ritorno alla nuova norma del disinteresse statunitense", dettato anche dagli attacchi che l'amministrazione presidenziale Usa deve affrontare a livello nazionale, in relazione alle presunte relazioni con la Russia. Mentre Washington si disinteressa all'Italia, però, "la Russia la corteggia assiduamente". L'Italia, avverte Hotowitz, "ha avuto il Partito comunista più grande al di fuori del Blocco sovietico, ed è ritenuta da molti analisti il ventre molle dell'Unione europea". La Penisola, insomma, è una candidata ideale a soccombere all'influenza del Cremlino: un avvertimento che giunge dall'importante firma del quotidiano Usa proprio mentre si prospetta lo scenario di un ritorno anticipato dell'Italia alle urne, il prossimo autunno. A Roma, ricorda Horowitz, "Trump ha lasciato un'ambasciata priva di ambasciatore, sgomberando un campo da gioco geopolitico che l'ambasciatore di Mosca a Roma, Segej Razov, potrà calcare in solitaria". Gli "effetti dei tentativi della Russia di influenzare l'Italia sono già visibili", sostiene l'opinionista: "Politici italiani dell'intero spettro politico" obiettano alla linea dura adottata dall'Unione europea nei confronti di Mosca dopo la crisi ucraina del 2014. I molti "entusiasti" italiani della Russia sono "rincuorati" dalla recente visita in Russia del premier, Paolo Gentiloni. il suo predecessore e leader del Partito democratico, Matteo Renzi, visitò il Forum economico internazionale di San Pietroburgo lo scorso anno, e si espresse contro il rinnovo "automatico" delle sanzioni nei confronti della Russia. Queste aperture della politica italiana alla Russia sono dunque dipinte da Horowitz come la prova dell'influenza politica esercitata nel Belpaese dal Cremlino; agli occhi dell'opinionista, però, il principale successo della politica di "influenza" russa in Italia è l'ascesa politica del Movimento 5 stelle, che contende al Pd il primato di consensi nello scenario partitico italiano. La piattaforma di politica estera dei 5 stelle, accusa l'opinionista, dipinge di fatto la Russia come "partner strategico del paese", e dipinge l'alleanza 70 ennale con gli Stati Uniti come un "rapporto abusivo" che ha fatto il suo corso. Horowitz cita Manlio Di Stefano, responsabile per gli affari estri del Movimento; il fatto che questi, come diversi altri esponenti della politica italiana, abbiano espresso preoccupazione per i danni commerciali ed economici arrecati all'Italia dalle sanzioni europee alla Russia, è secondo Horowitz un pretesto dietro cui si cela proprio il lavoro di influenza sotterraneo esercitato dal Cremlino. Inoltre - accusa l'opinionista - "l'ambiguità della posizione del presidente (Usa) Trump in merito alla Russia ha fatto emergete il latente orientamento anti-americano del Movimento 5 stelle". Non esiste alcuna prova del trasferimento di fondi dalla Russia di Putin al partito anti-establishment italiano, ammette Horowitz, ma è un fatto che "nel 2014, il Movimento sia passato dal criticare Putin per le sue violazioni dei diritti umani, ad esaltarne la leadership"; in questo cambio di posizione, "alcuni funzionari europei e statunitensi scorgono la mano invisibile di Putin". L'amministrazione Trump, conclude l'opinionista, non si è voluta esprimere in merito alla posizione dell'Italia nella visione geostrategica della Casa Bianca. Eppure, "l'assenza degli Usa è già stata notata". Durante una recente visita al Vaticano, il democratico Tim Kaine - candidato alla vicepresidenza Usa della campagna di Hillary Clinton, lo scorso anno - ha incontrato l'arcivescovo Paul Gallagher, ministro degli Esteri della Santa sede; questi - ha riferito poi il senatore democratico - "era molto interessato a discutere della Russia": "Se gli Usa lasceranno un vuoto - avrebbe dichiarato Gallagher, secondo Kaine - quel vuoto dovrà essere riempito da qualcuno, e oggi quel qualcuno è la Russia".
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La nuova Europa secondo Prodi: Spagna e Italia si uniscano all'asse franco-tedesco
Madrid, 30 mag - (Agenzia Nova) - Il quotidiano spagnolo "Abc" pubblica una lunga intervista al'ex presidente del Consiglio, nonché ex presidente della Commissione europea Romano Prodi. Il "professore" parla dell'ultimo G7 a Taormina e della rottura delle tradizione del vertice imposta dal presidente Usa Donald Trump, impegnato a rendere evidenti le differenze piuttosto che ricercare il dialogo. La distanza tra Washington e Bruxelles impone una maggiore compattezza dell'Unione europea, avverte Prodi che in diversi passaggi critica la Germania - senza però essersi "mai permesso di insultare" - per il peso del surplus commerciale e un certo ruolo di egemonia nelle cariche e nella struttura dell'Unione europea. In questo senso la Francia "può intervenire per equilibrare la politica tedesca e ridurre questo surplus. Ma questo asse ha anche bisogno di Spagna e Italia, perché emerga un'Europa nella quale ci sia una mediazione tra gli interessi dei diversi paesi". Ricordata la scarsa solidarietà dei Ventisette rispetto all'emergenza migranti caricata solo sull'Italia, e del fascino che i populismi esercitano soprattutto sull'elettorato tradizionale della sinistra, l'ex premier chiude sui ritardi della nostra crescita economica italiana rispetto alla Spagna: da noi, osserva, "c'è un problema diverso: è la burocrazia. In Spagna si prendono decisioni, mentre l'Italia è paralizzata".
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Elezioni parlamentari in autunno per l'Italia
Parigi, 30 mag - (Agenzia Nova) - "Non c'è tre senza quattro" potrebbe essere il precetto elettorale di questo anno 2017 in Europa: è la previsione del quotidiano economico francese "Les Echos", secondo cui dopo la Francia, la Gran Bretagna e la Germania, anche l'Italia potrebbe essere chiamata alle urne nel prossimo autunno. La scadenza naturale delle elezioni parlamentari italiane, ricorda il corrispondente da Roma Olivier Tosseri, è nella primavera del 2018: ma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non si opporrebbe ad uno scrutinio anticipato in caso di accordo tra i partiti su una nuova legge elettorale; si tratta di un vero e proprio serpente di mare della vita politica italiana, che da almeno dodici anni riappare e scompare alla ricerca di un sistema di voto che incontri il più largo consenso possibile. Ora sembra proprio che la soluzione stia per esser trovata: l'Italia sta cercando ispirazione nel modello della Germania, il cui sistema proporzionale con una soglia di sbarramento al 5 per cento dei suffragi sembra essere quello privilegiato dai partiti. In questo scenario, sarebbero quattro le formazioni politiche nel futuro Parlamento: il Partito democratico (Pd) di Matteo Renzi, Forza Italia di Silvio Berlusconi, la Lega nord di Matteo Salvini ed il Movimento 5 stelle (M5s) di Beppe Grillo. Una nuova legge elettorale così concepita segnerebbe la fine del bipolarismo che ha caratterizzato la vita politica italiana dal 1993 ed anche del tripolarismo emerso negli ultimi tre anni; ed imporrebbe, proprio come in Germania, una "Grosse Koalition" che a Roma già definiscono "governo Renzusconi": i partiti dei due ex presidenti del Consiglio sarebbero infatti costretti a trovare un'intesa tra loro per impedire l'arrivo al potere del M5s, che d'altronde ha dato il suo accordo di principio al fine di andare al più presto alle urne e capitalizzare la sua ascesa nei sondaggi. grillo ha persino proposto una data, il 10 settembre, mentre Renzi pensa al 24 settembre, in contemporanea con l'elezione del Bundestag tedesco. Tuttavia l'esito, secondo la previsione del corrispondente di "Les Echos", potrebbe essere più simile a ciò che è successo in Spagna: elezioni a ripetizione per oltre dieci mesi alla ricerca di una maggioranza di governo; tutto il contrario, commenta Tosseri, di quella stabilità di cui l'Italia e l'Unione Europea hanno imperativamente bisogno.
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Italia: il 5 stelle sostengono il sistema elettorale proporzionale, elezioni più vicine
New York, 30 mag - (Agenzia Nova) - Il Movimento 5 stelle ha votato lo scorso fine settimana in favore di una legge elettorale proporzionale sul modello di quella tedesca, contribuendo a rafforzare la prospettiva di elezioni parlamentari anticipate il prossimo autunno. A sostegno della riforma elettorale si sono schierati i quattro maggiori partiti politici italiani: il Partito democratico, guidato dall'ex premier Matteo Renzi; i 5 Stelle; Forza Italia, dell'ex premier Silvio Berlusconi; e la Lega Nord di Matteo Salvini. L'attuale legislatura scade a maggio del prossimo anno, ma le forze politiche sono ansiose di recarsi alle urne prima, forse già nel mese di settembre; la prospettiva di elezioni anticipate, però, preoccupa l'Europa e i mercati, perché ad ottobre l'Italia dovrebbe presentare una manovra correttiva di 17 miliardi di euro in tagli alla spesa o nuove tasse, da approvare entro la fine dell'anno.
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Finanza, l'Italia accende altra tensione sui mercati
Madrid, 30 mag - (Agenzia Nova) - Il ripetersi delle notizie sulla possibilità di elezioni anticipate si riversano sulla Borsa di Milano e sul debito pubblico italiano. Lo scrive il quotidiano economico spagnolo "Expansion" partendo dalle ultime dichiarazioni del segretario Pd Matteo Renzi, che ha parlato di una sincronizzazione del voto italiano con quello tedesco, a settembre. Gli analisti ritengono che l'appuntamento, viste anche le possibilità che il Parlamento esca diviso e controllato dai Cinque Stelle, sarebbe "l'ultimo grande evento politico a rischio nell'eurozona" per il 2017. Le indiscrezioni hanno spinto lo spread verso quota 190, mentre Piazza Affari è arrivata a perdere il 2,01 per cento dei valori.
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Panorama internazionale
Merkel, Trump e la fine dell'Occidente
Londra, 30 mag - (Agenzia Nova) - Stampa britannica ricca di commenti sul discorso con cui la cancelliera della Germania, Angela Merkel, ha dichiarato finita l'era dell'alleanza occidentale ed esortato l'Europa a prendere in mano il proprio destino, pur mantenendo buone relazioni con gli Stati Uniti, il Regno Unito e altri vicini, Russia compresa. Per l'editorialista del "Financial Times" Gideon Rachman, benché sia facile e giustificato attribuire la responsabilità al presidente statunitense, Donald Trump, anche la leader tedesca ha agito in modo irresponsabile, con dichiarazioni che potrebbero aggravare la spaccatura atlantica: la sua rischia di essere una profezia autoavverante. Sulla stessa linea un editoriale non firmato del quotidiano "The Times", attribuibile alla direzione, che utilizza la stessa immagine della "pericolosa profezia che si autoavvera". Per l'editoriale di "The Guardian" il fatto che non si possa più contare sugli Usa è una conclusione di buon senso ed è una brutta notizia per tutti. Concorda "The Independent", che prevede un futuro solitario per la Gran Bretagna fuori dall'Unione Europea, con rischi non solo per l'economia ma anche per la sicurezza. Per "The Telegraph", invece, gli Stati Uniti e il Regno Unito giocano un ruolo chiave nella sicurezza europea e l'Europa sarebbe folle a disprezzare i due alleati.
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Regno Unito: May corteggia i lavoratori con una linea dura sulla Brexit
Londra, 30 mag - (Agenzia Nova) - In evidenza sulla stampa del Regno Unito il confronto televisivo a distanza, trasmesso da Channel 4 e Sky News, tra la premier e leader conservatrice, Theresa May, e il leader del Labour, Jeremy Corbyn. I due politici sono stati intervistati separatamente da Jeremy Paxman. La prima è stata incalzata soprattutto sui suoi numerosi ripensamenti; il secondo sulle sue passate posizioni sulla difesa. Corbyn ha dichiarato che il suo programma è un investimento per il futuro e che il 95 per cento delle persone non pagherà una sterlina in più, mentre pagheranno un po' di più le imprese e i più ricchi. May ha puntato sulla Brexit, ribadendo che "nessun accordo è meglio di un cattivo accordo". Oggi, cercando di rilanciare la sua campagna elettorale, dopo aver ridotto il suo vantaggio nelle ultime settimane, tornerà sull'argomento, rivolgendosi ai lavoratori preoccupati per l'immigrazione e la sovranità e rivendicando la sua leadership per trattare con la Commissione europea, che a suo parere ha una posizione negoziale "aggressiva". È attesa per oggi, inoltre, la presentazione del programma del Partito nazionale scozzese (Snp).
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Spagna: i tassisti contro Uber, il paese si ferma per un giorno
Madrid, 30 mag - (Agenzia Nova) - Uno sciopero su tutto il territorio nazionale e una manifestazione imponente a Madrid. La Spagna si sveglia oggi al suono dei clacson di protesta contro la "concorrenza sleale" che compagnie come Ubwer e Cabify fanno ai tassisti. La categoria chiederà al governo, e al ministero dello Sviluppo in prima battuta, di sospendere la "concessione indiscriminata" di permessi per vetture di trasporto con conducente. Per legge ci dovrebbe essere di un macchina condivisa ogni 30 taxi, ma il rapporto è tre volte più grande, denunciano i tassisti. In previsione delle proteste Uber ha chiesto scusa ai clienti se nel corso della giornata potranno avere "difficoltà" nel reperire un mezzo, mentre Cabify assicura che il servizio sarà svolto "regolarmente". Per illustrare le trasformazioni del settore, il quotidiano "La Vanguardia" si mette sulle tracce di diversi ex tassisti che hanno scelto di passare alla concorrenza. A Madrid i tassisti sospendono il servizio dalle sei della mattina alle sei del pomeriggio, a Barcellona lo stop è di 24 ore.
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Usa: a quattro mesi dall'insediamento di Trump il "vecchio" ordine mondiale è vivo, ma sofferente
New York, 30 mag - (Agenzia Nova) - Quattro mesi dopo l'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, il sistema della governance globale che gli Usa hanno gradualmente edificato dopo la Seconda guerra mondiale evidenzia segnali di grave stress. Il presidente Usa, scrive "Bloomberg" in un'analisi, non ha dato seguito in maniera letterale alle posizioni espresse durante la campagna presidenziale dello scorso anno: bollare come "obsoleta" la Nato, abbandonare il trattato commerciale Nafta, prendere atto dell'annessione della Crimea da parte russa e dichiarare la Cina una manipolatore valutario; tuttavia, il viaggio compiuto dal presidente nel Medio Oriente e in Europa, la scorsa settimana, ha lasciato gli Alleati - specie quelli del Vecchio continente - più preoccupati, e non meno, in merito alle fondamentali questioni summenzionate. L'Europa "non è sicura dell'adesione degli Usa al principio di difesa collettiva della Nato; non sa dire con chiarezza quale sia la posizione dell'amministrazione Trump nei confronti della Russia; è profondamente preoccupata per la sfiducia manifestata dall'inquilino della Casa Bianca nei confronti dei trattati di libero scambio, e per l'ipotesi di un abbandono da parte degli Usa dell'accordo sul clima di Parigi del 2015". "Non ci troviamo per nulla in una buona condizione", commenta Francois Heisbourg, presidente dell'International Institute for Strategic Studies. "Sotto certi aspetti, la situazione è peggiore di quanto pensassi". Il riferimento va ovviamente alle relazioni tra gli Usa e il principale attore dell'Europa continentale, la Germania: il cancelliere Angela Merkel, "un'atlantista che era riuscita ad intendersi con il presidente Usa George W. Bush quando altri leader del Continente non ne erano stati in grado", è parsa la più scoraggiata al termine dei summit della Nato e del G7 della scorsa settimana. E' vero che per diversi alleati non europei degli Usa - Arabia Saudita ed Israele tra tutti - l'elezione di Trump si è rivelata una vittoria. A soffrire, però, sono soprattutto "le alleanze e le istituzioni che gli Usa hanno edificato con le democrazie affini". "Sul fronte della Nato, dobbiamo dedicarci a un'opera di costante limitazione dei danni. Chiaramente non c'è molto che possiamo fare assieme", afferma Heisbourg, che liquida anche la spinta di Trump a riorientare l'alleanza in funzione anti-terrorismo: "La Nato è equipaggiata a far fronte al terrorismo quanto il Vaticano". Ancor più drastico Ian Bremmer, presidente della società di consulenza Eurasia Group: a suo dire, lo scorso fine settimana è andato in scena a Taormina "il primo meeting formale del G-zero". A trarre vantaggio dal progressivo allontanamento delle sponde dell'Atlantico - avverte l'analisi - non è tanto la Russia, sola preoccupazione dei detrattori domestici del presidente Usa, ma la Cina, che ha appena ospitato a Pechino un vertice di 30 capi di Stato e governo per promuovere il mega-progetto infrastrutturale e commerciale della Nuova via della seta. Da un lato, dunque, la Cina espande la sua influenza politica ed economica, attraendo verso la sua orbita l'Europa e pure la Russia, isolata dalla prima. Dall'altro, gli Usa si richiudono sempre più nella politica del "primato americano" promosso da Trump e negli scontri intestini all'arma bianca che si consumano, anche a livello sociale, tra i sostenitori e i detrattori del presidente. Per "Bloomberg", comunque, la situazione è in evoluzione, e diversi esponenti della Casa Bianca "sono consapevoli dell'esigenza di edificare un clima di fiducia con gli alleati europei, resi scettici dalla retorica che ha portato all'elezione" del presidente Trump.
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Usa: il procuratore speciale Mueller prepara fondi e personale per le indagini sulla Russia
New York, 30 mag - (Agenzia Nova) - Robert Mueller, ex direttore dell'Fbi nominato dal dipartimento di Giustizia Usa procuratore speciale per le indagini sul "Russia-gate", è impegnato ad assemblare la propria squadra investigativa, approntare un bilancio di previsione e assicurarsi che l'Fbi non trasmetta al Congresso documenti potenzialmente rilevanti nell'ambito delle indagini sulla presunta intromissione della Russia nelle elezioni presidenziali dello scorso anno. A Mueller e alla sua commissione, riferisce il "Wall Street Journal", il dipartimento di Giustizia ha già assegnato una sede alla periferia di Washington. nel frattempo, sulla Russia e la presunta "collusione" tra quest'ultima e l'amministrazione Trump continuano a indagare l'Fbi e il Congresso. Stando alle ormai consuete indiscrezioni trapelate alla stampa Usa dalla comunità d'intelligence, al centro delle indagini ci sarebbe un incontro intercorso lo scorso dicembre tra il genero del presidente Trump - Jahred Kushner - e un banchiere russo, Sergej N. Gorkov, "la cui istituzione finanziaria è strettamente legata all'intelligence di Mosca". L'incontro è di dominio pubblico almeno dallo scorso marzo, quando fonti della Casa bianca affermarono si fosse svolto su richiesta dell'ambasciatore russo a Washington, Sergej Kisliak. Secondo il "New York Times", però, "l'incontro potrebbe essere stato parte dei tentativi di Kushner di stabilire una linea di comunicazione diretta con Putin al di fuori degli ordinari canali diplomatici".
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