Si sono sospesi in 13, ma il problema è che presto si riammetteranno

Redazione

    Al direttore - Volevano uscire in 13 anche dai Popolari per l’Italia in solidarietà con Mario Mauro. Già, ma dove cazzo ne trovano 13?
    Maurizio Crippa

     

    Al direttore - Per solidarietà con Mineo, alcuni senatori del Pd si sono autosospesi. Il vero problema per Renzi è che presto si riammetteranno.
    Stefano Di Michele

     

    Al direttore - Il vicepresidente del Csm Michele Vietti fa sapere che “non potrebbe essere tollerata la sottomissione della magistratura al potere legislativo o a quello esecutivo”. Non al governo, e va bene, ma neanche al Parlamento? E allora a che devono sottostare le toghe? Al nulla. Siamo ormai all’istituzionalizzazione di uno strapotere fuori controllo. Montesquieu si rivolterà nella tomba. A noi non resta che farci il segno della croce.
    Annalisa Chirico

     

    Il presidente Vietti non capisce che a forza di legittimare lo strapotere dei magistrati sta segando l’albero del loro autogoverno, il suo stesso Csm, oltre al resto.

     

    Al direttore - Grande come sempre il Foglio, la nuova versione è in controtendenza, tutti gli altri mettono sempre più foto e video e sempre meno notizie (il caso più clamoroso è quello del sito del Corriere dove non c’è più una notizia nemmeno a cercarla col lanternino) e invece il Foglio aumenta lo spazio per le notizie. Grandioso. Grazie, se non fossi già abbonato mi abbonerei.
    Giovanni De Merulis

     

    Al direttore - I sentimenti espressi sul Foglio dal prof. Francesco Agnoli per la scuola rivelano uno spirito educativo che non è frequente. L’intuito, la saggezza e la passione educativa sono importanti ma alla base di tutto ci deve essere l’amore.
    Riccardo Poletti

     

    Al direttore - Se non ricordo male il Family Day del 2007 ha ottenuto l’effetto voluto: il ritiro dei cosiddetti Dico. Poi fino al 2011 con Berlusconi non c’è stata nessuna emergenza etica. Che è invece tornata con la defenestrazione del Cavaliere sponsorizzata, anche, dalla fantasiosa iniziativa del Todi 1. Dopo è arrivato Monti e con lui la Fornero che ha dato il via all’impresa di rieducare i genitori italiani riottosi alla modernità, e che, dando per persa l’impresa, ha deciso di cominciare dall’educazione dei loro figli fin dall’asilo. Un caro saluto.
    Angela Pellicciari

     

    Al direttore - Il Parlamento vota la legge sulla responsabilità dei magistrati. Anm e Csm subito gridano: “A rischio l’indipendenza”. Indipenenza da chi? Libertà de che? Di dimenticare un fascicolo per sei mesi in un cassetto?
    Frank Cimini

     

    Al direttore - La chiesa e il mondo cattolico, con due diverse voci, all’apparenza perfino un po’ imbarazzate, hanno stigmatizzato la svolta della Consulta sulla “fecondazione eterologa”, definendola “fecondazione selvaggia” e “follia”… Ma il messaggio evangelico dei nostri giorni, il bergogliano “chi sono io per giudicare”, potrebbe, per un credente, condurre a una semplificazione ulteriore del prezioso principio di tolleranza, ovvero: “Le vie del Signore sono infinite…”. Chi potrebbe – da credente – infatti decretare che nei disegni divini non ci siano proprio quelle vite che mai vedrebbero la luce se non facendo ricorso alle numerose pratiche che la scienza e la commercializzazione di corpi e patrimoni genetici mettono a disposizione di coppie sterili, gay e di quanti sarebbero altrimenti esclusi dalla procreazione, ormai intesa quale diritto inalienabile? Allora, forse proprio alla società civile, da sempre fondata sul “giudizio” oltre che sul “diritto”, spetta il difficile compito di difendere la vita secondo le antiche, dure, discriminanti eppure giuste perché cieche leggi di natura. Diritto di abortire e di procreare sono oggi le due facce dello stesso egoismo umano, che da tempo ha dato l’assalto all’Albero della Vita, occupandone i rami più frondosi. Ma se cristianamente non possiamo giudicare, laicamente invece sì.
    Paola Ceva

     

    Al direttore - Sembra, dalle ultime news, che Marianna Madia abbia già fatto una mezza giravolta sulla riforma degli statali, prima ancora di cominciare: la mobilità non sarà di certo “a cento chilometri”, ha detto ai sindacati. Che in linguaggio vetero-consociativo significa, come si sa, “non ci sarà proprio”. Oppure, siccome sono moderni ed ecologici, sarà “a chilometro zero”. Riposante.
    Mauro Solcioni