Uteri in affitto, in prestito, per amicizia, e la rissa eterologa

Redazione

    Al direttore - Se si fosse realizzato l’auspicio di chi invocava il bombardamento e la caduta di Assad, oggi probabilmente il Califfato avrebbe la sua capitale a Damasco.
    Massimo Boffa

     

    Se l’occidente e l’America facessero il loro mestiere, che non è disonorevole colonialismo ma strategia di ordine e libertà nel mondo, entro i confini del possibile, non ci sarebbe alcun Califfato, e nemmeno Assad, e nemmeno i più loschi tra i suoi nemici. Tra cielo e terra c’è di più. 

     

    Al direttore - Sfogliando un bel libro di Eva Cantarella fresco di stampa (“Perfino Catone scriveva le ricette”, Feltrinelli), ho scoperto che gli uteri in affitto non sono una novità del nostro tempo. Nel Primo secolo avanti Cristo, a Roma, Catone il Giovane – nipote del celebre Censore – non esitò ad “affittare” all’amico Ortensio, che desiderava avere figli, la sua pur amatissima moglie Marzia. Per lui l’amicizia, insomma, veniva prima dell’affetto coniugale. In un passo delle vite di Licurgo e Numa, inoltre, Plutarco ci informa che un marito romano, se già padre di una numerose prole, poteva prestare il ventre della sua sposa (a Roma la donna incinta era significativamente chiamata “venter”) a un altro che ne era invece privo. Beninteso, allora non esistevano le tecniche della fecondazione eterologa, e il desiderio di procreare si realizzava in modi meno sofisticati e più diretti. Mezzi diversi, ma stesso fine. Attenzione, quindi. C’è il rischio che qualche donatore di gameti, appresi i costumi degli antichi romani, un giorno pretenda di potersi avvalere dei loro metodi spicci per soddisfare la voglia di figliolanza delle coppie in crisi.
    Michele Magno

     

    Al direttore - Di Judenmüde il mondo è pieno, compreso il lato un po’ esibizionista ed egotico dei social network. Ecco, a tutti i movimentisti filopalestinesi che da dietro uno schermo ci tengono proprio a urlare quanto è assassino Israele, quanto è genocida Israele, quanto è nazista Israele… ecco, a tutti i sostenitori della cosiddetta “Resistenza Palestinese” vorrei porre solo una domanda. Vi siete mai davvero chiesti cosa potrebbe succedere se lo scontro, invece del cattivissimo Israele, anche per un solo giorno, lo vincesse il povero Hamas?
    Massimo Pittarello

     

    Al direttore - Non sono un esegeta della dottrina papale, ma credo che misericordia e giudizio non siano in contraddizione, e che nella relativa convivenza risieda non solo la cifra del pontificato di Francesco ma, in fondo, la grandezza stessa della chiesa. Parliamone.
    Francesco Cortesi

     

    Al direttore - Da nonno bisbetico anch’io, con l’aggravante di essere cattolico praticante, con 6 figli, i primi 2 nati a Beirut, che sollievo, per la verità dolente, dalla sua drammaticamente ineccepibile “L’abdicazione di fede e cultura” per la quale lei soffre dignitosamente e coraggiosamente da laico! Non solo fede, ma anche cultura latita vergognosamente dappertutto, e non solo nel pazzesco antisemitismo universitario: per la fede spero nella nuova evangelizzazione (da neocatecumeno), e per la cultura? Medio oriente? Dal 1964 al 1971 ho rappresentato l’Eni, da Beirut, in medio oriente, con procura generale del presidente: quante speranze, quanti progressi ai quali oso dire ha contribuito l’Eni di una volta e anche io, quante amicizie, le più solide e disinteressate con islamici! Siria? Abbiamo faticosamente vinto gare difficili, grazie alla competenza e all’integrità degli interlocutori siriani, realizzato, ai miei tempi, l’oleodotto Karatchouk-Tartous, un impianto di urea, una raffineria, fornito all’esercito 7.800 t. di lubrificanti, ecc. Andavamo qualche volta a Homs, quartiere armeno, dove l’amico commerciante di tappeti, adottato da una tribù nomade dopo il genocidio del 1915 e il massacro della sua famiglia, era stato riconosciuto e adottato da altri armeni, e lì era restato e si era sistemato tra il generale rispetto dei concittadini, non solo armeni, che forza, che simpatia, che onestà! Ed ora? Ma Obama ha una sua qualche “religione” che non si esaurisca nel sostegno agli omosessuali? Cosa pensa della Siria, dell’Iraq, di Mosul? Non aveva assicurato l’impegno degli Usa per riportare le studentesse nigeriane rapite? Continui ad alzare la Sua voce, caro direttore, nel deserto civile e culturale mondiale. Con viva cordialità
    Dario Dall’Aglio

     

    Al direttore- Grazie per aver espresso in linguaggio comprensibile, chiaro e inequivoco, quello che molti di noi pensano sulla sen. Cattaneo e le sue assurde riflessioni e opinioni sull’eterologa. La nomina della suddetta a senatrice a vita rientra nella lunga serie di “errori” del nostro presidente della Repubblica in ambito etico: mai una frase, una nomina, una decisione fuori dal coro dell’eticamente correct.
    Giovanni De Marchi