Il Cav. paladino e mago, e la crisi di nervi ritardata del teppista: incantesimo

Redazione

    Al direttore - Lascia la toga il giudice che voleva condannare il Cav. Dimetterne uno per educarne cento.
    Maurizio Crippa

     

    Al direttore - A sinistra ci sono alcuni che vogliono la libertà di scelta su sesso, famiglia, salute, vita e morte, ma non sul tfr. Vogliono la libertà di scegliere chi deve avere la libertà di scelta. In compenso, sono keynesiani.
    Michele Magno

     

    Genio. Stile Kraus.

     

    Al direttore - Signor ministro, considerando che il capo della procura Bruti e il suo vice Robledo continuano a mettere nero su bianco accuse reciproche per comportamenti gravi, lei non pensa sia opportuno mettere un paio di ispettori sul Frecciarossa e spedirli al quarto piano del palazzo ex Mani pulite? Why not?
    Frank Cimini

     

    Nostalgia di Filippo Mancuso, acuta.

     

    Al direttore - Ho letto il suo articolo su mons. Bruno Forte: molto bello e chiaro. Ma aggiungerei che ormai è evidente che Forte ha scritto una relazione che non rispettava per nulla il parere dei padri. Totalmente inventata. Inoltre, sull’house organ di Kasper, Vatican Insider, ha aggiunto il suo spot alle unioni civili gay. Impossibile non domandarsi, come fa oggi la Bussola, se non vi sia davvero la lobby gay in Vaticano. Impossibile non domandarsi, come possa un vescovo chiamato a raccogliere il parere dei padri, manipolare così la realtà, e continuare a godere della fiducia del Papa (a meno che, come purtroppo sembra, non sia proprio il Papa il vero grande manovratore). Cordiali saluti.
    Filippo Sassudelli 

     

    Al direttore - Dalle ricostruzioni, sempre serie e precise di Sandro Magister, sembra che i brani sull’omosessualità della I relatio al Sinodo sulla famiglia siano stati redatti, oltre che da Bruno Forte, dal gesuita Antonio Spadaro, all’insaputa dei padri sinodali. Se la notizia è vera, come sembra, si rimane basiti: quanta arroganza gesuitica! Ciò però che angustia di più, è sapere che la nomina di Spadaro, e forse non solo quella, è stata fatta dal Papa in persona. Benedetto, Papa veramente mite e umile, e di fede, dove sei?
    Annalisa Gioia

     

    Siete troppo arrabbiati, e ne deriva un notiziario, diciamo così, un po’ fazioso.

     

    Al direttore - Alla fine si è capito che il Cav. non aveva spazzolato la sedia di Travaglio… Era un incantesimo a effetto lungo.
    Edoardo Rialti

     

    Il Cav. spazzolatore di teppisti è come la maga Marfisa. Incantatore e paladino.

     

    Al direttore - Non credo che la sinistra (in specie il Pd) che si definisce draghiana, come in un editoriale del Foglio del 16 ottobre si scrive anche con un po’ di sottile e giusta ironia, faccia un bel servigio allo stesso Draghi e a se medesima. Sarebbe strano, di questo passo, che non fossero più le banche centrali a ricordare – e, in determinate circostanze, a rivendicare – l’autonomia e l’indipendenza istituzionali e funzionali, ma che a farlo risultassero essere partiti politici o componenti di questi. Una cosa è accogliere suggerimenti e indicazioni che vengano da una banca centrale e, in questo caso, dalla Bce, soprattutto nelle situazioni di crisi; altra cosa è valutare discrezionalmente tali indicazioni alla luce della sostenibilità politica e sociale; altra, ancora, è definirsi draghiano (come, invece, si potrebbe dire, si licet parva componere magnis, keynesiano o  cartesiano), con la conseguente defunzione di qualsiasi identità (e, magari, con gli elettori che la prossima volta potrebbero scrivere sulla scheda “Draghi”). Pas trop de zèle.
    Ma, poi, voi ce li vedreste mai,  simmetricamente, Draghi o Visco che si definiscano con l’aggettivazione del cognome di un capo di governo o di un leader di partito (per es. “renziano”)? Il Trattato Ue stabilisce divieti biunivoci nei confronti  dei governi perché non tentino di influenzare  gli istituti del Sistema europeo di banche centrali, ma anche nei riguardi degli stessi istituti versus i governi. D
    a questo punto di vista è apprezzabile l’autonomia intellettuale di Fassina che si cita nell’editoriale. Con i più cordiali saluti.
    Angelo De Mattia