Senza Cav. il governo Royal Baby è un poco royal Letta bis
Al direttore - A proposito del “Che si fa con la Grecia” con il quale Giuliano Ferrara ha esordito nella nuova figura di editorialista del Foglio del 30 gennaio (ma con la classe di sempre, facendomi ricordare quel che disse il mitico banchiere Raffaele Mattioli a proposito di un suo eventuale demansionamento fino al grado di commesso), la soluzione di un default o di una difficilmente inquadrabile uscita dall’euro o, peggio ancora, dall’Unione sarebbe impraticabile per gli impatti che, checché se ne dica, oggi avrebbe, quanto meno di carattere politico, per l’instabilità che si dimostrerebbe del vincolo comunitario. La via da percorrere è pragmatica. Tsipras potrebbe mantenere nello sfondo la questione del taglio del debito (così come nel vecchio Pci era l’avvento del socialismo, ma, intanto, si accettava la linea realistica delle riforme di struttura, del mercato e delle libertà cosiddette formali), ma, intanto, negozierebbe un ulteriore efficace allungamento delle scadenze, una nuova riduzione dei relativi interessi, denaro fresco per interventi di emergenza di carattere sociale, una riconsiderazione di alcuni aspetti delle riforme imposte dalla Troika. Perché gli dovrebbe essere concesso tutto ciò? Perché è una scelta mediata e, soprattutto, perché corrisponde, in definitiva, agli interessi dei creditori in un’ottica di lungo termine. Per essi vale la famosa espressione “Nec tecum, nec sine te vivere possum”. E’ solo un punto equidistante dalle più estremistiche posizioni di una parte e dell’altra che può fare il miracolo di una intesa.
Con i più cordiali saluti.
Angelo De Mattia
Al direttore - A guardare il voltagabbana di Renzi mi sembra di tornare indietro a un po’ più di un anno fa quando il Royal baby cinguettava a Letta Enrico stai sereno.
Roberto Carletti
Delitto perfetto. Ma senza Nazareno, il governo Royal Baby diventerebbe automaticamente un meno royal Letta bis.
Al direttore - Ma allora il Royal Baby (Furby Baby?) preferisce il Mattarellum all’Italicum? Non ho proprio capito la mossa di Renzi. Cosa se ne fa di un Mattarella al Quirinale e del Patto del Nazareno che scricchiola? Lei dice che vuole ricompattare il centrosinistra in vista delle elezioni. Ma allora le riforme che ha promesso? Boh? Questa volta il #cambiaverso mi pare che vada verso l’ancien régime. Chissà se chiederà ai 40 anti nazareni (Fitto & Co) un segno di fiducia, scrivere Esse Punto Mattarella. Comunque, se La può consolare Mattarella è nato a Palermo ed è interista.
Daniel Mansour
Renzi ha una voglia matta di votare ma non può dirlo e forse non può farlo. Forse.
Al direttore - E va bene che esiste Skype, e la ripresa dal basso ti allunga il viso. Può persino ringiovanirti, e a uno dei due non dispiace. E va bene che si può pur sempre confabulare al telefono, salvo il rischio incombente di intercettazione. E va bene pure che esistono gli sms, specialità del premier dal dito lesto. Assai meno portato è il Cav. che verga ancora su carta da amanuense puntiglioso qual è. Ma, direttore, mi chiedevo e ti chiedo: davvero i magistrati non potevano concedere un permesso al leader del principale partito di opposizione nei giorni concitati di Patti e Pacchi del Nazareno, di promesse mancate e insopprimibili delusioni? Forse, in un passaggio così rilevante per la vita democratica del paese le superiori esigenze connesse al ruolo politico del Cav. avrebbero potuto attenuare l’animosità togata e far comprendere che in queste ore il posto dell’ex premier era a Roma, vicino ai suoi collaboratori, pronto a incontrare i negoziatori di una partita che va al di là dei giardini di Cesano Boscone perché ha a che fare con l’elezione del capo dello stato dei prossimi sette anni. Vabbè, alla fine Renzi volerà ad Arcore con un bouquet di rose rosse. Del colore delle cerase, miste alle fragole.
Annalisa Chirico
Mi piace il patto delle Cerase.
Il Foglio sportivo - in corpore sano