Il senso delle opposizioni del Cav., la furbizia orientale ai tempi di Dsk
Al direttore - Ho visto ieri l’immagine della Femen abbarbicata sull’automobile di Dominique Strauss-Kahn. Evidentemente l’esemplare femminile non sa che a Lille DSK è accusato di “consumo sessuale”, un nuovo reato di stampo talebano che dovrebbe far infuriare le sedicenti femministe. Voglio dire, gli uomini disposti ad arricchire donne consenzienti per un coito a pagamento (anche diversi nella stessa serata, se ja fanno) dovrebbero essere applauditi, non crocifissi. Evidentemente lo stesso esemplare femminile non sa che nel processo statunitense per violenze sessuali DSK, dopo l’umiliazione del perp walk e le dimissioni dal Fondo monetario internazionale, è stato completamente assolto. C’è altro da dire?
Annalisa Chirico
Consumo sessuale, mm, adorabili. Ma per lo meno in Francia non è ancora un reato essere una ragazza con una furbizia orientale.
Al direttore - Con il consueto acume, Lo Prete ha analizzato l’evoluzione dei rapporti tra la Banca d’Italia e Matteo Renzi a proposito della quale segnala il “feeling insperato”, e ritrovato, sulla riforma delle banche popolari e l’istituzione della bad bank. L’analisi è condivisibile. Quanto al fronte comune, premesso che è almeno dagli anni Settanta del Novecento che gli impulsi legislativi in materia bancaria e finanziaria provenienti da Via Nazionale vengono accolti in toto dai governi, con l’unica eccezione del ministero dell’Economia retto da Tremonti, è opportuno comunque osservare che per i rapporti tra le due istituzioni può farsi riferimento alla metafora (non sembri irriverente) degli istrici: due troppo vicini si pungono con gli aculei; troppo lontani hanno freddo. Tra una banca centrale e un governo, se si vuole preservare l’autonomia e indipendenza della prima, deve sussistere un rapporto di “discordia concors”. Deve sussistere dialettica finalizzata, se ne esistono le condizioni, alla convergenza. Il fronte comune può essere una risultante dell’autonomo esercizio delle rispettive funzioni e dell’altrettanto autonoma visione degli interessi generali, ma non un’alleanza precostituita che mimi quelle politiche. Ciò trova estrinsecazione, pure a garanzia dei governi, non solo nelle norme nazionali, ma anche nel Trattato Ue che disciplina i principi del Sistema europeo di banche centrali.
Angelo De Mattia
Grazie, caro De Mattia. Il pezzo di Lo Prete metteva però in rilievo un dato non secondario: a Renzi, di Bankitalia, non gliene frega quasi nulla; Bankitalia, invece, sembra avere una voglia matta di piacere a Renzi. Gustoso.
Al direttore - Berlusconi se si allea con l’estremista Salvini sarà la morte di Forza Italia. Fossi in lui ci penserei tre volte e valuterei un ritorno anche parziale all’alleanza con il Royal Baby, non più con un patto ma con un “accordino a tempo sulle riforme”, anche per essere coerente con tutto il lavoro fatto nell’ultimo anno.
Roberto Carletti
Io la vedo così. Se è vero che Renzi ha tre possibili maggioranze con cui governare, il Cav., a questo punto, non può che cercare altrettante possibili opposizioni (e vedrà che il Nazareno, lo spieghiamo in prima pagina, in un modo o in un altro tornerà).
Al direttore - Un programma che potrebbe dare alla destra la possibilità di recuperare il voto di tanti italiani delusi da una politica che li esclude da ogni possibile decisione. La corruzione e gli sprechi della politica (cresciuti a dismisura negli ultimi anni governati dalla sinistra di Renzi) derivano soprattutto dal tipo di Costituzione. Una Costituzione parlamentare che lascia ai deputati e ai senatori la possibilità di fare patti scellerati per arricchirsi alle spalle dei cittadini che lavorano e pagano le tasse. Questo tipo di Costituzione ha fallito in Francia ed è stata corretta, nel 1958, dal Generale De Gaulle. Adesso in Francia si possono presentare più candidati alla presidenza della Repubblica. Viene eletto chi raggiunge la maggioranza assoluta dei votanti. Se al primo turno nessuno raggiunge la maggioranza assoluta i primi due contendenti vanno, due settimane dopo, al ballottaggio e vince chi raggiunge la maggioranza assoluta. Lo stesso succede per i membri del Parlamento. Nei seggi uninominali (nei quali si elegge un solo membro del Parlamento) si possono presentare più concorrenti, ma se nessuno raggiunge la maggioranza assoluta due settimane dopo si va al ballottaggio tra i due migliori candidati e vince chi ottiene la maggioranza assoluta. Il popolo ha veramente la scelta sia del presidente della Repubblica che dei parlamentari. E i parlamentari sanno che debbono rispondere agli elettori del loro collegio. Questa è la migliore forma di democrazia e il popolo va a votare, sapendo che spetta al popolo la capacità di decidere. E i giochi sono trasparenti e gli eletti durano per il tempo previsto dalle leggi.
Carlo Violati
Speriamo che Renzi non aspetti di avere lui cinquant’anni per far sì che il prossimo presidente della Repubblica sia scelto a viso aperto dagli elettori e non dai soliti misteriosi grandi elettori a volto coperto.
Il Foglio sportivo - in corpore sano