Bavaglio a chi? Grandi novità per l'eterologa via posta

Redazione

    Al direttore - Fecondazione eterologa ‘per posta’: embrione spedito da Spagna a Italia. E fermo tu, che cazzo timbri?
    Luca Stratu

     

    Al direttore - Si chiami pure Nazareno di fatto o in altro nome, resta fermo il punto, com’era della necessità di un comune impegno riformista improntato al buon senso, che, sono convinto, risulterebbe più credibile ed efficace se accompagnato anche da un Nazareno di diritto, ovverosia da una linea politica di quel che resta del centrodestra improntata a una rigorosa aderenza al principio di realtà.
    Alberto Bianchi

     

    Al direttore - Con l’emendamento “bavaglio” (l’ennesimo presentato nelle ultime legislature) approvato in Parlamento, sarebbe potuto divenire illegale, pena il carcere, l’utilizzo di microfoni o telecamere nascoste da parte dei giornalisti. Trasmissioni come “Report”, “Piazza Pulita”, “Le Iene”, “Striscia la Notizia”, avrebbero chiuso praticamente i battenti, venendogli a mancare uno strumento essenziale per il loro lavoro. Non contesto in linea di massima il principio: se mi riprendi o registri, devi dirmelo. E’ una questione di correttezza, la stessa, in verità, che dovremmo pretendere dalla maggior parte dei destinatari delle registrazioni occulte. E’ la solita storia, chi ruba viola regole che imbrigliano coloro che dovrebbero denunciarli. Se poi, in un secondo momento, passasse finalmente anche la norma bavaglio sulle intercettazioni giudiziarie, i mariuoli avrebbero fatto scopa. Gli ultimi barlumi di buona inchiesta prodotti dal giornalismo italiano, quelli cioè che non attingono alle carte processuali, andrebbero a farsi benedire. Come dire, se non si può sconfiggere il malaffare, possiamo comunque far finta che non esista. Occhio non vede, cuore non duole. Il cuore magari no, ma il portafoglio degli italiani, eccome.
    Marco Lombardi

     

    Il carcere era una sciocchezza ma una legge che punisca chi diffonde registrazioni clandestine, “rubate”, non è un bavaglio: è un atto di civiltà.

     

    Al direttore - “I giudici devono essere leoni, ma leoni sotto il trono”. Questa frase di Francis Bacon torna alla mente leggendo le notizie di questi giorni. Ultima la sentenza della cassazione a proposito del pagamento dell’Ici per le scuole non statali. E gli interventi della magistratura che, come si dice, fanno giurisprudenza, diventano leggi. Allora il cittadino comune si domanda cosa ci stia a fare il Parlamento che ha il potere legislativo e cosa sia diventata la magistratura. I leoni sono finalmente sul trono?
    Andrea Bartelloni


    Al direttore - Il mestiere di giornalista si è enormemente semplificato. Un tempo dovevi essere bravo a procurarti le notizie scovando le fonti più preziose (tra i protagonisti dei fatti, tra i servizi d’informazione, nelle cosche mafiose). Oggi invece il giornalista può limitarsi a “rubare” le notizie fingendo un’identità che non è la sua, registrando video e audio a tradimento. Con l’inganno. Leggo che dotti costituzionalisti, ex ministri della Giustizia, difenderebbero tale impostazione in nome del ‘diritto di cronaca’, una sorta di passpartout che rende lecito quello che non è. Per avere uno scoop, anche di carattere puramente scandalistico, tutto è concesso. Questo mestiere si è enormemente semplificato. Mi sa che io mi do all’uncinetto.
    Annalisa Chirico

     

    Al direttore - Senza voler scomodare il mitico Andreotti – “A pensar male…” –  ma quale certezza ci può venire da una sentenza che ci arriva dopo 41 anni, cioè abbondantemente fuori tempo massimo. In questi 15.000 giorni avranno consultato anche la sfera di cristallo. Servivano i colpevoli o semplicemente dei responsabili di un’orrenda strage che la piazza e i media avevano a suo tempo individuato come “fascista” ancor prima che la giustizia scendesse in campo? Mi sembra il classico contentino ideologico all’italiana, com’è avvenuto per l’attentato alla stazione di Bologna che soddisfa un po tutti, ma se fossi nei panni di un familiare di quelle vittime innocenti, non sarei così tanto sicuro che giustizia è stata fatta.
    Enzo Bernasconi