Suburra, la satira, la Rai. Guelfo Guelfi scrive a Vincino

Redazione

    Al direttore - Piercamillo Davigo propone la figura dell’agente provocatore che offre soldi al pubblico ufficiale e l’impunità per chi tra corrotto o corruttore collabora per primo con l’accusa. Ormai è passato quasi un quarto di secolo ma Mani pulite non smette di fare danni. Insomma non demordono…
    Frank Cimini

     

    Non demordono. E prima o poi vedrà che troveranno un modo per mordere anche Renzi.

     

    Al direttore - Forse Truman Capote non approverebbe, ma quella di Maurizio Landini è ormai sempre più chiaramente una “Coalizione da Tiffany”.
    Michele Magno

     

    Al direttore - Se Hamas deponesse le armi, tempo un giorno e vi sarebbe la pace. Se Israele deponesse le armi, tempo un giorno e vi sarebbe la sua distruzione. Difficile da capire?
    Matteo Righetto

     

    Al direttore - Gli effetti collaterali sono cosa da considerare o chi se ne frega? Ma te non ci pensi mai ai cari di chi prendi allegramente per il culo? Lo sai che con me puoi fare tutto quel che ti pare, ma che sono felicemente sposato e ho tre figli, tre nipoti, vero? Lo sai che non dimentico le botte e i giorni di galera che ti condussi per mano a prendere in quel di Gela? Non dimentico Cuore, non dimentico il Male. Lo sai. Nel nostro paese che anche noi vantammo di essere una dittatura totalitaria quando ci toccarono i modi spicci, le ingiustizie pesanti, la sorte delle vittime di strage, di mafia, la violenza delle bande nere; nel nostro paese dicevo ci siamo fatti di Satira. Abbiamo attaccato i vertici dello Stato, i nodi, gli interpreti, le pratiche, i convincimenti. Voi, gli autori, i nostri missili, i nostri bombardieri, mentre a terra svolgevamo i corpo a corpo per rovesciarlo lo stato delle cose. Per me te sei stato e resti Mick Jagger. Non ho mai avuto dubbi tra Beatles e Rolling Stones. Quindi spero sia chiaro e non mi si venga a spiegare che la satira è cattiva. Okkei la satira è cattiva e non considera l’effetto parenti. Ma Stella, mia moglie mi fa: “Ma cosa sa Vincino che io non ho mai saputo, eh!”. “Tutte quelle mani, tutte quelle tette”.
    Ad appesantire il clima poi ci si è messo “Suburra”, il bel film di Sollima che tra l’altro rappresenta la grande possibilità che la Rai sta cogliendo di essere un importante player nel mondo della produzione di contenuti prima di diventare presto anche un veloce, facile ed economico distributore. Insomma cose grosse Vincino. Il film non dà scampo: chiesa, politica, affari, un precipizio di sesso, droga, potere, fede, ignoranza, cattiveria che un cane alla fine una cosa buona la fa: divora. Però andrebbe abbattuto subito. Pure lui. Questo è un gran prodotto, il film sarebbe di genere se non fosse sostenuto dalla cronaca insistente dei nostri giorni. Questo è il primo passo verso la conquista del mercato delle serie. Questo è la risposta italiana a “House of Cards”. Il nostro paese è più piccolo. Piove sul bagnato, inzuppa le ossa, non c’è possibilità né tregua. Sulla rappresentazione del veleno, usciamo dal cinema pensando, siamo i migliori. Ma avevamo letto insieme Goffredo Fofi su Internazionale ed è lui a spiegarci che la fiction di genere da noi corre il rischio di passare per cinèma verité. Vinceremo la sfida sui mercati ed ora dobbiamo ingegnarci a produrre l’antidoto narrativo. Sollima è bravo e con lui si riconoscono Rulli e Petraglia. C’è la piaga e il coltello vi affonda come fosse burro. Stella mi stringe il braccio e mi chiede: “Non è che a Roma piove?”. “Ogni tanto – faccio io – mercoledì scorso era una giornata splendida”. Capito mi hai Vincino mio caro. Una cosa sola ancora vorrei che tu sapessi. Questa storia di donnine a cosce larghe che ogni tanto propini come se tutto fosse quel che si dice essere è ingiusta. Forse è l’eco dei desideri frustrati di quando a Gela ci interrogavamo che lì nemmeno le puttane c’erano e mesti scolavamo le bottiglie di Gin, forse. Ma onestamente che centro io col sesso? Fin da allora, ora poi! Salutami Giovanna.

    Guelfo Guelfi, consigliere d’amministrazione della Rai

     

    Vincino è il numero uno e può disegnare quello che crede. Ma dato che lei parla giustamente di satira colgo l’occasione per chiederle se anche lei sta per caso facendo satira quando dice che “Suburra” è “la risposta italiana a ‘House of Cards’”. Si può dire che “Suburra” sia la risposta italiana ad “House of Cards” solo a due condizioni: o non aver visto nemmeno una scena di “Suburra” o non aver visto nemmeno una puntata di “House of Cards”. Detto con un sorriso, ma senza fare troppa satira.