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Lettere

Chiedete pure di boicottare Israele, noi diciamo di no. Ci scrive Coop 3.0

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - L’appello promosso da alcuni soci del movimento cooperativo a supporto della crisi umanitaria in corso in Palestina esprime un’istanza di pace e giustizia che Coop Alleanza 3.0 certamente condivide: da sempre la cooperativa si adopera affinché la prassi della cooperazione si diffonda e sviluppi, come modello che fisiologicamente ispira una fattiva “costruzione di pace”. I datteri Medjoul Fior Fiore, ad esempio, provengono da Gerico, in Palestina, e sono frutto della collaborazione di Coop con produttori palestinesi e trasportatori israeliani. Questi datteri sono commercializzati nell’ambito del progetto “Datteri di Gerico” al quale partecipano attivamente Fondazione Giovanni Paolo II, Unicoop Firenze e la Custodia di Terra Santa. Costruire la pace, dunque, è un compito difficile e impegnativo, che richiede equilibrio e che non può prescindere dal dialogo. La questione del conflitto in corso nella Striscia di Gaza ha assunto una rilevanza e una gravità che domandano rinnovato impegno e attivismo, e Coop Alleanza 3.0 è senza alcuna esitazione al fianco di tutte quelle forze politiche, quelle amministrazioni, quelle associazioni e quei movimenti che chiedono a gran voce un definitivo “cessate il fuoco” e la pronta liberazione degli ostaggi israeliani, e che queste siano la premessa di trattative che possano tradursi in una graduale ricostruzione. Coop Alleanza 3.0 conta oltre 2,2 milioni di socie e soci – ciascuno dei quali con il proprio insieme di valori, opinioni e sensibilità – e tutela e rispetta il punto di vista di ognuno di essi. Coerentemente con questa impostazione, riteniamo legittime e rispettabili tutte le scelte di acquisto – o di “non acquisto” – che i nostri soci e consumatori fanno, scelte che rappresentano un messaggio diretto e molto efficace: un atto politico e diffuso, che pur lasciando aperto il dialogo esprime una posizione chiara e propone una riflessione anche ai nostri fornitori, in modo diretto e senza accuse di pretestuosità. Non possiamo però imporre a tutti questa linea, nella convinzione che la libertà di agire secondo i propri personali convincimenti sia in assoluto il primo valore da tutelare.

Mario Cifiello, presidente Coop 3.0

Il principio dovrebbe essere semplice: chiunque boicotti Israele, chiunque chieda di marchiare i prodotti dell’unica democrazia del medio oriente, chiunque scelga di fare il gioco di Hamas, chiunque si presti ad alimentare equiparazioni tra Hamas e Israele, chiunque sogni di avere un’industria alimentare “free Israel”, deve essere fermato. Mi sembra che lo spirito di questa risposta sia: chiedete pure di boicottare, noi vi diciamo di no e non toglieremo nulla dai nostri scaffali. Ben fatto. E viva Israele!

 

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