Ladri nella notte

Redazione
Arthur Koestler
Tiqqun, 370 pp., 6,99 euro

Dici Koestler e pensi subito a “Buio a mezzogiorno”. Citi “Ladri nella notte” e il sopracciglio dell’interlocutore, nove volte su dieci, s’impenna, con lo sguardo imbarazzato a scavare in qualche anfratto della memoria. Nessun risultato trovato, direbbe il pc se si trattasse d’una ricerca. Grazie a Tiqqun, casa editrice digitale di stanza a Milano, il corposo romanzo scritto e pubblicato in inglese nel 1946 – ma subito tradotto in italiano – è stato riesumato dall’ingiusto oblio nel quale era piombato. Romanzo sì, ma che cela tutto quel che avvenne nella Palestina degli anni Trenta, già meta di quanti dall’Europa avevano in animo di riattizzare le braci del caro focolare domestico. C’è la lotta per l’ideale e ci sono le tensioni, spesso fomentate dalle autorità britanniche, che mal sopportano quei nuovi arrivati pieni d’entusiasmo e determinati a farsi una patria e preferivano di gran lunga gli arabi, perché “più pittoreschi”. I pionieri sono decisi a fondare un kibbutz (realtà che Koestler conosceva bene, per averci abitato due anni), e per conseguire lo scopo sono disposti a tutto: dall’estenuante opera di dissodamento del terreno – la fatica fa da filo conduttore a tutta l’opera – alla difesa di quegli appezzamenti costi quel che costi. Ladri nella notte come provocazione, ma anche come riferimento a quella legge imposta dalle autorità di Londra (titolari del mandato) che vietava la distruzione di case e insediamenti provvisti di tetto. Ecco perché, come ladri appunto, si lavorava di notte per dar vita alla torre di Esdra, in Galilea.

 

Un’epopea in grande stile, con i buoni (loro) e i cattivi (gli arabi che, pur avendo ottenuto un compenso per il terreno perso, attaccavano con regolarità  dal vicino villaggio di Kfar Tabiyeh il gruppo dei nuovi arrivati), la violenza cruda che ha nello stupro di Dina, descritto fin nei più apparentemente insignificanti dettagli, il suo culmine.  E’ questo il punto di svolta, perché è dinanzi al cadavere della donna che si registrerà la prima grande spaccatura tra i pionieri: da una parte l’Haganah (la forza creata per difendersi autonomamente), dall’altra l’Irgun, che invece non disdegna affatto di mettere in pratica l’antica legge del taglione, rispondendo con la violenza alla violenza. Ma c’è anche entusiasmo, perché “c’era sempre qualcosa da festeggiare”, dal “primo vitello” al “primo raccolto”. E “il primo bambino. La pompa dell’acqua. Il diesel. La luce elettrica”. Ma oltre alle ore passate sotto il sole cocente a dissodare la terra, c’è spazio anche per le discussioni politiche. Ci sono gli attacchi continui, le “raffiche” sparate a intervalli regolari. Come sollecitare i mandatari britannici a svolgere davvero un ruolo da arbitro, intenti come sono, invece, a parteggiare per gli arabi così “addomesticabili”.

 

LADRI NELLA NOTTE
Arthur Koestler
Tiqqun, 370 pp., 6,99 euro

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