Malefica luna d'agosto
Fazi, 176 pp., 16 euro
In “Cent’anni di solitudine”, Gabriel García Márquez scriveva che, per scongiurare i pericoli, “sarebbe bastato un sentimento tanto primitivo e semplice come l’amore, ma quella fu l’unica cosa che non venne in mente a nessuno”. Nella Maremma di Cristina Guarducci, sotto una “Malefica luna d’agosto”, l’amore è invece ovunque e accompagna le vicende dell’aristocratica famiglia fiorentina dei Guastaldi in cui si tramanda, insieme alla decadenza, la tara famigliare di una deformità fisica. Il pericolo, in questo romanzo, è rappresentato dal ritorno a casa di Gaddo: “Di lontano poteva sembrare un gabbiano un po’ scuro, poi una specie di falco perduto in cieli non suoi, poi un aquilone dalla forma spaventosa, in seguito ci si accorgeva che aveva delle ali da pipistrello enormi intorno a un corpo perfetto di essere umano, un volto avvenente e da vicino occhi viola intorno alle pupille bianche”. Tornato per risolvere una vecchia questione di eredità, gli basta appollaiarsi sopra il ramo di un pino vicino la villa della sua famiglia, per liberare i confini dalla realtà e trascinare tutti i personaggi in un sogno da cui sarà difficile distaccarsi. Il libro è pieno di colpi di scena, come in ogni famiglia. Tutto può succedere e tutto succede: la nonna vive credendo che nel suo cane sia “caduta per sbaglio” l’anima del suo adorato marito, morto lo stesso giorno in cui è nato l’animale; Ugonotto, il gemello di Gaddo, possiede un’aura speciale, magnetica, pur non essendo fatto di niente “né di intelligenza, né di sensibilità, neanche di forza o di furbizia” e sua moglie, la seducente Donna Marisa, trova per la prima volta il coraggio di confessare a se stessa “di aver avuto sempre la consapevolezza di essersi buttata via” e trova il vero amore proprio tra le ali di Gaddo. In questa famiglia mitologica, piena di donne bellissime e uomini dalla forza eroica, accettare il ritorno di Gaddo significherà per tutti fare i conti con la parte più stramba di ognuno. Non buoni (ma neanche cattivi), andranno tutti avanti verso una libertà a volte rischiosa ma più vera perché, spesso, “tornare indietro è mille volte peggio di non essere mai andati avanti”.
Spezzando pericolosamente i legami con la realtà, tutti i membri della famiglia Guastaldi si svelano, e con leggerezza, ironia e coraggio affrontano una metamorfosi interiore che ci affascina e ci accoglie in ogni pagina. Non solo la natura umana si trasforma, ma anche la campagna della Maremma mostra il suo lato fantastico, a volte oscuro. E così, tra le pagine di questo libro sorprendente, bagnandosi in un mare in cui “la superficie dell’acqua era simile a una pergamena rugosa, solcata da una calligrafia fluorescente”, pare di sentire il trambusto dei rami che si spezzano nella macchia e i “vapori bollenti della luna piena”; ci sembra di vedere nel cielo le strade tracciate dalle correnti d’aria e i serpenti tra gli aghi di pino. E’ come tornare a quei pomeriggi in vacanza al mare, quando, da bambini, mentre gli adulti riposavano, si inventavano giochi e, complici il caldo soffocante e il canto delle cicale, si riusciva a confondere ancora la realtà con la fantasia. Non a caso la voce narrante è proprio quella di una bambina, forse, nella sua ultima estate prima di diventare grande. La sua migliore amica è Daria, la terza figlia di Ugonotto e Donna Marisa: insieme vivranno un’estate unica “in una di quelle estasi di gioia irripetibili che resero la nostra relazione più preziosa di tutte le sbiadite storie d’amore con gli uomini che avremmo avuto in seguito”. Il libro è onirico, ricco di immagini, simboli e archetipi. Guarducci, che in una recente intervista si è definita “una casalinga che scrive”, in realtà per oltre vent’anni ha lavorato a Parigi come psicanalista junghiana. E si sente.
MALEFICA LUNA D'AGOSTO
Cristina Guarducci
Fazi, 176 pp., 16 euro